27 ottobre 2021 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Ottobre 27, 2021
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- Afghanistan: sull’orlo della peggiore crisi umanitaria al mondo.
- Myanmar: la leader Aung San Suu Kyi si difende durante il processo “farsa”.
- Il presidente palestinese Abbas contro la designazione israeliana di ONG come gruppi terroristici.
- Egitto: Al-Sisi ha annunciato la fine dello stato di emergenza.
- Sudan: torna a casa il premier.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli
Afghanistan
L’Afghanistan è sull’orlo di una delle peggiori crisi umanitarie al mondo, hanno avvertito le agenzie delle Nazioni Unite, mentre più della metà della popolazione affronta una grave carenza di cibo. Milioni di persone saranno costrette a scegliere tra emigrare o morire di fame, a meno che non vengano portati aiuti salvavita, secondo David Beasley, direttore esecutivo del Programma Alimentare Mondiale (WFP), in una dichiarazione congiunta con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO). Quasi 22 dei 38 milioni di afghani saranno senza cibo, quest’inverno, a causa della siccità causata dal cambiamento climatico e dal caos seguito alla presa del potere da parte dei talebani.
La crisi in Afghanistan supera quella dello Yemen o della Siria, ed è peggiore di qualsiasi emergenza di insicurezza alimentare a eccezione della Repubblica Democratica del Congo. Secondo la dichiarazione di entrambe le agenzie, un afghano su due deve affrontare la carenza di cibo e il paese è a un passo dalla carestia mentre affronta il peggior inverno degli ultimi dieci anni.
Ieri i ministri del governo talebano hanno tenuto una riunione in cui è stato approvato un piano per regolare i ranghi accademici degli studiosi di religione. I talebani all’inizio di settembre hanno creato l’Emirato islamico dell’Afghanistan e hanno nominato 33 ministri di gabinetto, tra i quali non ci sono né donne né politici del governo precedente, ma diversi ricercati internazionali.
Lo Stato Islamico che opera dall’Afghanistan potrebbe avere la capacità di attaccare gli Stati Uniti nel giro di sei mesi, ha detto martedì un alto funzionario del Pentagono alla Commissione dei servizi armati del Senato. Colin Kahl, il sottosegretario alla Difesa per la politica, ha affermato che l’intelligence statunitense valuta che ISIS-K, come viene chiamato il gruppo in Afghanistan, e al-Qaida vogliono entrambi «condurre operazioni esterne, anche contro gli Stati Uniti», ma nessuno dei due ha capacità di farlo in questo momento. Però ISIS-K, potrebbe «generare tale capacità da qualche parte tra sei o dodici mesi», ha detto Kahl, mentre potrebbe volerci «un anno o due» perché al-Qaida sia in grado di effettuare attacchi al di fuori dell’Afghanistan.
Iraq
A più di due settimane dalle elezioni legislative irachene del 10 ottobre, ancora non sono stati resi noti i risultati definitivi, causa una serie di ricorsi presentati da formazioni politiche perdenti in diversi seggi del paese. In questi seggi cominceranno oggi i conteggi a mano, fanno sapere i media di Baghdad.
Uomini armati dello Stato Islamico hanno attaccato ieri un villaggio a nord-est di Baghdad, uccidendo almeno undici civili e ferendone altri sei: lo hanno riferito funzionari della sicurezza irachena. L’attacco è avvenuto nel villaggio, prevalentemente sciita, di al-Rashad, a nord-est di Baqouba nella provincia di Diyala. Le circostanze dell’attacco non sono chiare, ma due funzionari che hanno parlato con Associated Press hanno detto che i militanti dell’Isis avrebbero rapito due abitanti del villaggio e facendo poi irruzione nel villaggio dopo che le loro richieste di riscatto non sono state soddisfatte. Gli attacchi contro i civili sono ormai rari in Iraq da quando lo Stato Islamico è stato ampiamente sconfitto nel 2017, sebbene rimanga attivo attraverso cellule dormienti in molte aree. I militanti del gruppo estremista musulmano sunnita conducono ancora operazioni, spesso prendendo di mira forze di sicurezza, centrali elettriche e altre infrastrutture.
Turchia
Gli sforzi diplomatici dei funzionari turchi e statunitensi hanno evitato la minacciata espulsione di dieci inviati occidentali nel pieno di una disputa sull’uomo d’affari turco detenuto Osman Kavala: lo hanno riferito fonti a Middle East Eye. Secondo tali fonti i funzionari presidenziali turchi hanno negoziato una via d’uscita dalla crisi con i diplomatici americani, dopo che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato pubblicamente che avrebbe dichiarato dieci ambasciatori, inclusi inviati di Stati Uniti, Canada, Germania e Francia, indesiderati o persone non gradite. In diversi discorsi degli ultimi giorni, Erdogan non ha nascosto la sua rabbia nei confronti dei diplomatici, che la scorsa settimana hanno rilasciato una breve dichiarazione chiedendo ad Ankara di conformarsi alla sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo e di rilasciare Kavala, accusato di aver tentato di rovesciare il governo turco.
Israele e Palestina
Un gruppo di studiosi islamici palestinesi ha accusato Israele di aver ripreso gli sforzi per distruggere un antico cimitero musulmano di Gerusalemme Est. L’Associazione degli studiosi musulmani palestinesi ha affermato che Israele non ha considerato il sentimento musulmano nella sua decisione di trasformare il cimitero di Al-Yusufiyah in un “parco biblico”. Hanno accusato Israele di aver cercato di “giudaizzare” l’antico cimitero musulmano e hanno affermato che ciò aumenterebbe le tensioni con Israele, che occupa Gerusalemme Est dal 1967.
Il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas ha annunciato lunedì che sarà presa una iniziativa ufficiale contro la decisione di Israele di classificare sei ONG palestinesi come organizzazioni terroristiche, secondo quanto riporta l’agenzia di stampa ufficiale palestinese WAFA. Parlando a una delegazione delle ONG che sono state prese di mira dalla decisione israeliana, Abbas ha affermato che la misura israeliana «è respinta e condannata, e noi tutti stiamo con queste istituzioni nazionali il cui compito è esporre i crimini dell’occupazione e rivelarli a mondo», sottolineando che «ci sarà una mossa ufficiale palestinese per affrontare questa decisione a livello internazionale», secondo WAFA.
Venerdì, Israele ha annunciato di aver classificato sei ONG palestinesi come “organizzazioni terroristiche”, affermando che convoglierebbero fondi al fuorilegge Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina (FPLP). Le ONG interessate sono Al-Haq Foundation, Addameer Foundation, Defense for Children International (DCI) – Palestine, Union of Agricultural Work Committees (UAWC), Union of Palestine Women’s Committees (UPWC) e Bisan Center for Research and Development (Bisan ). L’ONU, la UE e numerose organizzazioni per i diritti umani hanno tutte condannato la mossa come mezzo per «mettere a tacere, intimidire e criminalizzare le organizzazioni della società civile palestinese e i difensori dei diritti umani».
Egitto
Lo stato di emergenza dell’Egitto sarà revocato, per la prima volta da anni: lo ha dichiarato il presidente Abdel Fattah al-Sisi. L’Egitto ha imposto lo stato di emergenza nell’aprile 2017 dopo gli attentati in alcune chiese e da allora lo ha regolarmente prorogato a intervalli di tre mesi, nonostante un miglioramento della situazione della sicurezza. «L’Egitto è diventato… un’oasi di sicurezza e stabilità nella regione», ha scritto al-Sisi in un post su Facebook. «Per questo si è deciso, per la prima volta da anni, di annullare l’estensione dello stato di emergenza a tutte le aree del paese». Lo stato di emergenza ha concesso alle autorità ampi poteri per effettuare arresti e reprimere quelli che chiamano nemici dello stato.
Sudan
Antony Blinken, il segretario di Stato americano, ha avuto un colloquio telefonico con il premier del Sudan Abdallah Amdock, tornato a casa dopo essere stato arrestato. Blinken si è detto lieto del suo rilascio e ha esortato le forze militari a liberare tutti i dirigenti civili detenuti e garantirne la sicurezza. Nel paese proseguono intanto le proteste nonostante una dura repressione. La posizione del primo ministro deposto Abdullah Hamdok non era più chiara da quando i militari hanno preso il potere con un colpo di Stato, lunedì scorso, durante il quale Hamdok e i membri civili del suo governo di transizione sono stati arrestati. Fino al colpo di Stato, Hamdok aveva co-diretto un governo di transizione a guida civile con al-Burhan che durava dall’agosto 2019. Nel suo discorso televisivo, il generale Abdel Fattah al-Burhan ha giustificato il colpo di Stato dicendo che il Sudan era sull’orlo della guerra civile a causa di una miriade di crisi politiche che non avevano mostrato alcun segno di attenuazione.
Secondo un articolo di Axios il nuovo leader del Sudan, il generale Abdel Fattah al-Burhan, che ha preso il potere lunedì, ha avvertito gli Stati Uniti dei piani dell’esercito per assumere il controllo del governo un giorno prima del colpo di Stato. Jeffrey Feltman, l’inviato speciale degli Stati Uniti per il Corno d’Africa, aveva incontrato domenica al-Burhan e il generale sudanese ha affermato che l’esercito avrebbe potuto prendere il controllo del governo dall’ex primo ministro Abdallah Hamdok. Lunedì Feltman ha incontrato sia al-Burahn che Hamdock per discutere le tensioni tra la leadership civile del Sudan e l’esercito. Poche ore dopo l’incontro, i militari hanno preso il potere. In risposta al colpo di Stato, gli Stati Uniti hanno condannato la mossa e sospeso 700 milioni di dollari in aiuti finanziari per il Sudan. L’anno scorso gli Stati Uniti hanno accettato di fornire assistenza al Sudan dopo che l’amministrazione Trump ha rimosso il Sudan dalla lista degli stati sponsor del terrorismo.
Come parte dell’accordo il Sudan ha accettato di pagare 335 milioni di dollari di risarcimento alle vittime degli attentati alle ambasciate statunitensi del 1998 in Kenya e Tanzania, perpetrati da al-Qaida, anche se Osama bin Laden non viveva in Sudan al momento degli attacchi. In risposta agli attentati alle ambasciate gli Stati Uniti hanno distrutto una fabbrica farmaceutica in Sudan.
Gli Stati Uniti hanno iniziato a discutere la rimozione del Sudan dalla lista dei terroristi dopo che Omar al-Bashir, che governava il paese dal 1993, è stato estromesso da un colpo di Stato nel 2019. L’amministrazione Trump ha aggiunto la normalizzazione delle relazioni con Israele come condizione dell’ultimo minuto. Il Sudan ha acconsentito alla normalizzazione, ma molte forze politiche nel paese si oppongono all’idea e Khartoum non ha ufficialmente aperto relazioni diplomatiche in Israele.
Mediterraneo
Quattro bimbi sono morti annegati dopo che il barcone sul quale si trovavano è affondato al largo delle isole greche nel mar Egeo. «Di età compresa tra tre e quattordici anni, una persona è ancora dispersa mentre altri ventidue sono stati salvati e vengono curati», ha scritto il ministro delle Migrazioni greco, Notis Mitarachi, in un tweet. La guardia costiera ellenica ha affermato che tra i ventidue migranti soccorsi vicino all’isola di Chios ci sono quattordici uomini, sette donne e un altro bimbo. Il barcone era salpato dalla Turchia in mezzo a forti venti, e a nessuno dei migranti è stato dato un giubbotto di salvataggio dai trafficanti.
Canada
Justin Trudeau cambia ancora il volto del suo governo e per il terzo mandato da premier del Canada, dopo aver vinto le elezioni federali il mese scorso, sceglie due donne per guidare i ministeri della Difesa e degli Esteri. La scelta più clamorosa resta quella di aver sostituito il ministro della Difesa, Harjit Sajjan, al centro delle polemiche da febbraio scorso per il modo in cui ha gestito lo scandalo delle molestie sessuali che vede coinvolto l’esercito canadese. Al suo posto, Anita Anand, che come ministro dei Servizi pubblici, ha gestito gli appalti del Canada durante la pandemia, tra cui la fornitura di vaccini anti-Covid. È la seconda donna a ricoprire il ruolo di ministro della Difesa. L’altro cambiamento riguarda gli Esteri: a occupare il ruolo sarà Melanie Joly, ex ministro dello Sviluppo Economico. Infine Steven Guilbeault, noto attivista per il clima, è il nuovo ministro dell’Ambiente. Il tema è caro a Trudeau che ha scelto Guilbeault per sostenere il contributo del Canada al vertice Onu sui cambiamenti climatici che si terrà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre.
Stati Uniti
Il presidente Joe Biden vedrà il presidente francese Emmanuel Macron venerdì a Roma, prima del G20: lo ha annunciato il consigliere per la sicurezza nazionale Usa Jake Sullivan. Sarà la prima volta che i due presidenti si vedranno di persona dopo la “crisi dei sottomarini”. Sullivan non ha rivelato quali saranno gli altri incontri bilaterali di Biden a Roma e poi a Glasgow, a margine del summit Onu sul clima. Il presidente americano partirà per la capitale italiana domani.
E a proposito di clima, «Oggi ho una brutta notizia. A meno di una settimana dalla Cop26 di Glasgow, siamo ancora sulla buona strada per la catastrofe climatica. Anche con gli attuali contributi determinati a livello nazionale e altri impegni dei paesi di tutto il mondo, siamo effettivamente sulla buona strada per un catastrofico aumento della temperatura globale di circa 2,7 gradi Celsius», ha detto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres parlando ai giornalisti al Palazzo di Vetro durante la presentazione del rapporto sul divario delle emissioni 2021 del “Un Enviroment Program”.
Brasile
Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha ricevuto l’endorsment per la sua rielezione dall’ex presidente Donald Trump, lo stesso giorno in cui il Senato brasiliano gli ha raccomandato di affrontare le accuse penali per la sua gestione della pandemia di Covid-19. Presidente del Brasile dal 2019, Bolsonaro è stato spesso paragonato a Trump per le sue numerose politiche simili. The Daily Beast ha persino definito Bolsonaro il “Trump dei Tropici”.
Myanmar
La leader deposta del Myanmar, Aung San Suu Kyi, ha respinto l’accusa di incitamento a causare allarme pubblico, nella sua prima testimonianza in tribunale da quando il colpo di Stato di febbraio scorso ha fatto precipitare il paese nel caos e ha posto fine a un decennio di riforme democratiche. Citando gli avvocati, BBC Burmese e Myanmar Now hanno riferito che Suu Kyi aveva negato l’istigazione in relazione al suo partito, pubblicando una lettera a febbraio che invitava le organizzazioni internazionali a non cooperare con la giunta.
Più di otto mesi dopo essere stata arrestata dai militari in seguito al colpo di Stato, Aung San Suu Kyi e i suoi avvocati hanno presentato la sua difesa per la prima volta martedì, in un’udienza a porte chiuse. Suu Kyi, 76 anni, è apparsa in un’aula di tribunale appositamente costruita per lei a Naypyitaw, la capitale del Myanmar, dove l’accusa ha trascorso gli ultimi mesi a presentare il suo caso con l’accusa di “incitamento a disordini pubblici”, importazione illegale di walkie-talkie e violazione dei regolamenti contro il coronavirus.
Nessun giornalista, diplomatico o membro del pubblico è stato ammesso in tribunale. La testimonianza di Suu Kyi non è stata resa pubblica e la giunta ha vietato a tutti e cinque i suoi avvocati di parlare con i media, affermando che le loro comunicazioni potrebbero «destabilizzare il paese». Se condannata per tutti gli undici capi d’accusa contro di lei, potrebbe essere condannata a un massimo di 102 anni di carcere.
L’udienza di martedì è avvenuta prima che il presidente degli Stati Uniti Joe Biden partecipasse a un vertice virtuale con l’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico, la prima volta in quattro anni che un presidente degli Stati Uniti parteciperà all’incontro annuale dell’ASEAN. L’anziano gen. Min Aung Hlaing, capo della giunta birmana, è stato escluso dall’incontro, nel quale si prevede che le discussioni si concentreranno sulla crisi in Myanmar. Gli esperti dicono che non c’è dubbio che Suu Kyi sarà condannata e che il processo è un tentativo dei militari di impedire a lei e al suo partito, la Lega nazionale per la democrazia, di tornare in carica dopo la schiacciante vittoria elettorale dello scorso novembre. Le Nazioni Unite e i governi stranieri hanno descritto il processo come politicamente motivato.
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