Il vero e il falso

Scritto da in data Ottobre 11, 2021

Giornata internazionale di ragazze e bambine

Istituita nel dicembre di 10 anni fa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (ONU) – con la risoluzione 66/170 – la “Giornata Internazionale delle Bambine e delle Ragazze” è stata pensata per dare maggiore risalto alla condizione di vita delle giovanissime. In diversi paesi nel mondo le bambine e le adolescenti sono spesso discriminate, non solo dal punto di vista del genere ma anche per la loro giovane età.
Contro la discriminazione nei confronti del mondo femminile esiste già una ricorrenza, la Giornata Internazionale della Donna, ma le Nazioni Unite hanno voluto, con la celebrazione dell’11 ottobre, accendere i fari sui diritti delle più giovani che sono fortemente a rischio di abusi e maltrattamenti.
Il primo progetto pensato per promuovere i diritti delle ragazze fu però la “Dichiarazione e Piattaforma d’azione di Pechino”, nata dalla Conferenza Mondiale sulle Donne, tenutasi a Pechino nel 1995.

Le giovani e il mondo digitale

Ogni anno l’organizzazione umanitaria Plan International – che opera a favore dei diritti dei bambini in Africa, Asia e America Latina, ed è membro consultivo del Consiglio Economico e Sociale (ECOSOC) dell’ONU – affronta la condizione di ragazze e bambine nel mondo da un punto di vista differente. Per il 2021 la scelta è ricaduta sul tema della digitalizzazione.
Si parla spesso dell’uso di strumenti digitali e delle enormi possibilità che questi consentono, e ben si conosce il loro impatto sulle vite di tutti noi. L’informazione e la conoscenza di ciò che accade nel mondo passano ormai da canali digitali. Tuttavia c’è un rovescio della medaglia: a viaggiare veloce nell’etere è anche tanta disinformazione. Le fake news, le notizie false, prive di fondamento o palesemente distorte, sono un pericolo per chiunque, soprattutto per i più giovani.
Se un adulto può avere gli strumenti per difendersi, per bambini e adolescenti il discorso si fa ben diverso. Ecco perché l’ong ha scelto di porre in luce l’impatto negativo delle notizie false online sulla crescita e la vita di bambine e ragazze.

Lo studio di Plan International: “The Truth Gap/(Dis)informate”

Su questi temi “Plan International” ha pubblicato uno studio, “The Truth Gap/(Dis)informate”, redatto dopo avere intervistato oltre 26.000 ragazze. La ricerca ha riguardato una popolazione femminile sparsa in 26 diversi paesi.
Ne emergono alcuni dati che fanno riflettere sulla necessità di intervenire.
Se da un lato traspare la consapevolezza, da parte delle giovani, di potersi trovare di fronte a notizie non attendibili, dall’altra emerge la loro difficoltà nel distinguere tra buona e cattiva informazione, tra vero e falso. Con tutte le difficoltà che ne conseguono.
La larga parte delle intervistate dichiara di essersi imbattuta nella disinformazione – 9 ragazze su 10 – e oltre la metà (55%) non è in grado di distinguere le notizie vere dalle false, mentre a poche di loro (30%) è stato insegnato come fare a capirlo. Un tema quest’ultimo che apre alla necessità di dare alle giovani generazioni gli strumenti per riuscire a comprendere quando ci si trova di fronte a informazioni non corrette.
È necessario sensibilizzare sulla disinformazione la società civile, ma soprattutto i giovani, e sviluppare progetti di alfabetizzazione digitale già nelle scuole primarie, perché l’utilizzo di internet da parte degli utenti più piccoli sia reso per loro più sicuro. Una richiesta esplicitata anche nella lettera aperta che un gruppo di giovani attiviste ha indirizzato ai governi e alle piattaforme digitali.

Istruzione, un diritto fondamentale ancora violato

Il tema del corretto uso del digitale e della possibilità di accedere a un’informazione sicura e veritiera è strettamente legato a quello dell’istruzione e della formazione delle giovani generazioni. Un diritto spesso negato soprattutto alla popolazione femminile.
I dati sull’accesso all’istruzione nel mondo sono impressionanti. Sempre secondo le analisi di “Plan International”:

  • 130 milioni di ragazze non frequentano la scuola
  • 63 milioni non hanno mai avuto accesso ad alcun tipo di istruzione
  • oltre 100 milioni di ragazze nei paesi in via di sviluppo sono analfabete

Basti vedere cosa accade in Afghanistan, dove il ritorno dei talebani al potere sta schiacciando i diritti delle donne impedendo loro di lavorare, di istruirsi, di avere un futuro: a tale proposito leggete il reportage dall’Afghanistan di Barbara Schiavulli per le rubriche Parole scompigliate e Approfondimenti.

Attualmente nel mondo, riporta l’Unicef, quasi 1 ragazza su 4 nella fascia di età compresa tra 15 e 19 anni non frequenta la scuola, non è formata né occupata a differenza dei coetanei maschi tra i quali il divario scende a 1 ragazzo su 10. Il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia sottolinea come occorra sostenere investimenti esplicitamente indirizzati a garantire anche alle ragazze l’accesso all’istruzione secondaria e terziaria, dare loro modo di costruire competenze digitali e garantirgli l’accesso al mondo del lavoro.

Foto di copertina: Ueslei Marcelino – UNICEF

 

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