Chi ha visto Nasrallah?
Scritto da Radio Bullets in data Ottobre 25, 2023
In Libano e in altre parti del mondo arabo, è quasi una tradizione sintonizzarsi sui discorsi di Hassan Nasrallah, segretario generale degli Hezbollah, in particolare quando si verificano importanti sviluppi nella regione. Di solito attraverso di lui si cerca di capire quali decisioni verranno prese per il partito che si tratti di Libano, Siria o anche da altre parti.
Intanto, mentre i combattenti del movimento libanese si scontrano con le truppe israeliane lungo il confine, Nasrallah non solo è assente, ma non ha fatto alcun discorso con grande sorpresa della gente. Per ora, le scaramucce tra Hezbollah e Israele si sono limitate a obiettivi appena oltre entrambi i lati del confine. Hezbollah afferma che almeno 36 dei suoi combattenti sono stati uccisi in combattimento, insieme ad un numero non chiaro di vittime israeliane.
Chi è Nasrallah
Per i suoi nemici, in particolare l’Occidente, Nasrallah è un leader controverso di una pericolosa milizia filo iraniana, diventato anche un partito politico. Nel mondo arabo, invece, Hasan Nasrallah, 63 anni è un uomo rispettato. In un’epoca di oratori noiosi e di noiosa burocrazia araba, Nasrallah, agli occhi di molti arabi, si pone come una delle poche figure carismatiche, oneste e attraenti del Medio Oriente. I suoi discorsi incendiari hanno fatto miracoli sulla morale dei suoi seguaci da quando ha liberato il Libano meridionale dall’occupazione israeliana nel maggio 2000. Si è guadagnato la reputazione – sia tra i nemici che tra gli alleati – di un uomo che mantiene la parola data. Aveva promesso di liberare il Sud e lo ha fatto nel 2000. Ha promesso di riportare indietro i prigionieri libanesi dalle carceri israeliane nel 2004 e lo ha fatto. Aveva promesso di colpire in profondità il territorio israeliano nel 2006 e lo ha fatto.
Molti arabi oggi lo paragonano a Gamal Abdul-Nasser, il defunto presidente dell’Egitto e padrino del nazionalismo arabo, che combatté due guerre contro Israele nel 1956 e nel 1967. Nasser, come Nasrallah, era giovane e provocatorio, rivoluzionario e altamente carismatico. Entrambi erano eccellenti oratori ed entrambi avevano un massiccio seguito nel mondo arabo. Come Nasser nel 1952-1970, Nasrallah oggi è visto come un leader altruista e incorrotto che crede fermamente in una causa e ha mobilitato la sua vita e il suo Paese per il suo scopo.
Il partito di Dio
Il movimento libanese, il partito di Dio, ha iniziato ad attaccare Israele subito dopo che un assalto guidato da Hamas ha colpito le comunità israeliane vicino alla Striscia di Gaza il 7 ottobre, uccidendo circa 1.400 israeliani. Da allora, un’incessante campagna di bombardamenti israeliani su Gaza ha ucciso più di 5.700 palestinesi.
Molti temono che questi scontri al confine libanese-israeliano si trasformino in una guerra regionale che potrebbe essere più distruttiva del conflitto durato un mese che Hezbollah ha combattuto contro Israele, fino a raggiungere una situazione di stallo, nel 2006. Hezbollah ha organizzato manifestazioni, tenuto funerali per i suoi combattenti caduti e alti funzionari hanno minacciato di intensificare le azioni, qualora la situazione che si sta vivendo in questo momento, lo richiedesse. I soli scontri al confine hanno costretto Israele a evacuare le aree vicino al Libano e oltre 19.000 libanesi sono sfollati interni.
Il silenzio di Nasrallah
Il silenzio di Nasrallah non ha fatto altro che aumentare l’incertezza, con gli esperti che credono che una prevista invasione di terra israeliana di Gaza potrebbe innescare una reazione pubblica da parte del leader di Hezbollah. “La questione riguarda quale sarà la natura dell’invasione terrestre”, ha detto a Middle East Eye Joseph Daher, accademico e autore di un libro su Hezbollah.
Confondere il nemico
In un’intervista con il canale panarabo pro-Hezbollah Al Mayadeen, il deputato di Hezbollah Hassan Fadlallah ha affermato che Nasrallah ha supervisionato le battaglie del gruppo da dietro le quinte e che la sua assenza dall’opinione pubblica è parte di questa strategia. “Confonde anche di più il nemico”, ha detto. “Come è detto: ‘Se sei assente, tremerà; se parli sarà sconfitto”».
Un portavoce di Hezbollah ha detto che il gruppo non rilascia dichiarazioni in merito al momento. Ma ieri, un giornalista di al-Manar di Hezbollah ha condiviso quello che sembrava essere un teaser di un discorso di Nasrallah, con la didascalia “aspettatelo”. Probabilmente si farà sentire quando lo riterrà opportuno. Ma il silenzio di Nasrallah può anche essere interpretato come un segno di sorpresa di Hezbollah per la portata dell’attacco di Hamas, ha detto Mohanad Hage Ali, membro senior del Carnegie Middle East Center con sede a Beirut. “I messaggi di Nasrallah sono sempre energici, forzano e minacciano linee rosse contro gli israeliani”, ha detto. “Dato che l’organizzazione non si è preparata per questo nuovo livello di escalation, suppongo che stia cercando di mantenere aperte tutte le opzioni”. Si legge su Middle East Eye.
Domenica, durante una visita al confine settentrionale di Israele, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che Hezbollah commetterebbe “l’errore della sua vita” se scegliesse di unirsi formalmente alla guerra. “Le conseguenze per Hezbollah e per lo Stato del Libano saranno devastanti”, ha detto alle truppe presenti.
La forza degli Hezbollah
Il potente arsenale di Hezbollah, che supera di gran lunga quello di Hamas, insieme alla comprovata capacità del gruppo di combattere Israele fino ad un punto morto in passato, porta gli esperti ad essere meno certi sull’esito di un ampio confronto. Ha anche una recente esperienza di combattimento nella guerra in Siria , dove ha combattuto con successo al fianco delle forze del presidente Bashar al-Assad. La reazione che Hezbollah potrebbe dover affrontare a livello interno a causa di una potenziale guerra potrebbe, perà, essere grave. “Il conflitto definirà i dibattiti politici libanesi e la polarizzazione per molto tempo a venire. Non credo che Hezbollah possa farla franca, politicamente, una volta terminato il conflitto”. Daher afferma che molti in Libano, compresi i gruppi politici simpatizzanti per la causa palestinese, non desiderano vedere il loro Paese colpito ancora di piùdalla crisi economica che provocherà l’attuale conflitto. Certo è, tuttavia che i continui bombardamenti su Gaza il numero di vittime civile, non fanno che aumentare la rabbia tra i libanesi. Sono spesso scesi in piazza e in alcune zone hanno invocato Nasrallah pregandolo di dichiarare guerra ad Israele.
Gli Hezbollah, militanti forti vicino ad Israele potrebbero essere utili perfino all’Iran per riconquistare un significativo appeal tra l’opinione pubblica araba come avevano avuto nella guerra del 2006 e ancora prima durante la liberazione del sud del Libano dalla occupazione israeliana nel 2000.
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