Covidictionary. Intervista a Vera Gheno – Ep.4

Scritto da in data Maggio 11, 2021

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Di Simona Kaldas.

Come tutti i fenomeni traumatici, il coronavirus ha mutato profondamente il nostro linguaggio, sia nel contenuto che nella semantica. Nel nuovo Devoto Oli-Compatto del 2021 si sono aggiunti ben 600 neologismi e nuovi significati.
In Inghilterra sono nati numerosi termini, spesso esilaranti, soprattutto attraverso il neologismo sincratico, ossia con la fusione di due parole. Abbiamo quindi “covidiot”, ossia una persona che non rispetta le regole del Covid; “quarantini”, il Martini perfetto da preparare durante la quarantena, o anche “locktail”, se il Martini non è di vostro gusto. “Blursday” è il termine usato per descrivere il senso di disorientamento causato dalla quarantena. Si aggiungono poi nomi simpatici che rendono la situazione Covid un po’ meno spaventosa, soprannominando “panda” la pandemia e “rona” il coronavirus.
Altre volte, adottiamo termini esistenti e diamo loro un nuovo significato, come per esempio il verbo “tamponare”, che prima del Covid avremmo usato nel senso di “tamponare una ferita” o per descrivere un incidente automobilistico, e che invece ora ci rimanda subito al tampone, rapido o molecolare che sia. Questo è detto slittamento semantico.
Infine, abbiamo il fenomeno del prestito linguistico, che sia da lingue straniere o da linguaggi settoriali.
Proprio dalla lingua inglese abbiamo preso in prestito molti termini, come lockdown, droplet, Covid-free, smart-working e tanti altri che sono entrati nel nostro lessico quotidiano. Ma anche parole del settore medico, tra le quali asintomatico, paucisintomatico, tampone antigenico e molecolare, paziente zero.
A parlare di questi fenomeni, ai microfoni del podcast Comunicazione-19 con Simona Kaldas, c’è la sociolinguista Vera Gheno che da poco ha pubblicato il libro “Parole contro la paura”, edito da Longanesi.
Nato all’interno del laboratorio di Lingua, linguistica e giornalismo tenuto da Angela Zurzolo presso la SSML San Domenico di Roma, il podcast affronta in chiave critica il tema della trasformazione del linguaggio nei giorni della pandemia. Quattro studentesse − Eleonora Di Chiara, Simona Kaldas, Federica Centamore e Rossana Di Renzo − si confrontano con professionisti quali la sociolinguista Vera Gheno, l’esperto di comunicazione e infodemia Gianluca Comin, lo psicoterapeuta specializzato in linguaggio paraverbale Marco Pacori, ma anche Vanessa Del Bello, infermiera del reparto di terapia intensiva di un Covid hospital, nonché Luisa Pilo e Alessandra Gasperini, formatrici di ScuolaCoop che hanno curato una pubblicazione che raccoglie le voci di quanti hanno lavorato nei supermercati nei giorni del lockdown.
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