Comunicazione 19 – La grande pandemia

«Quella contro il Covid-19 è una guerra», «questo virus è un serial killer», «dobbiamo sconfiggere questo nemico invisibile» dicono i media. Si parla di “infermieri e medici eroi”, di “trincea” negli ospedali, di “fronte” del virus. E ogni sera si aspetta con il fiato sospeso il bollettino di guerra con i morti e i contagiati del giorno. Quando si parla di guerra, si parla anche di “nemico”, un nemico che è stato di volta in volta identificato in bersagli ben precisi: prima nei presunti “untori” che avrebbero diffuso il contagio, ovvero i cinesi, poi in chiunque si sospettasse volesse violare il lockdown. Ma qual è il contributo che il continuo ricorso al linguaggio bellico da parte della stampa, ma anche delle istituzioni, in Italia e nel mondo, sta dando nel creare questo clima?

A chiederselo, nel primo episodio del podcast “Comunicazione-19” dal titolo “La Grande Pandemia”, è Eleonora Di Chiara, classe 2000 e studentessa del II anno del corso di Mediazione e interpretariato della SSML San Domenico di Roma, che ha partecipato alle attività laboratoriali e sperimentali del modulo in Lingua, linguistica e giornalismo, tenuto da Angela Zurzolo nel secondo anno di formazione a distanza. Dall’Italia alla Francia, fino agli Stati Uniti e al Regno Unito, un salto nell’emergenza Covid descritta con l’uso (e abuso) del linguaggio bellico, per focalizzarsi sulla metafora della guerra: una voce persuasiva e influente sul nostro modo di pensare e agire contro il virus. Una voce diventata con il tempo quasi opprimente.

Nel podcast “Comunicazione-19”, quattro studentesse − Eleonora Di Chiara, Simona Kaldas, Federica Centamore e Rossana Di Renzo − affrontano in chiave critica il tema della trasformazione del linguaggio causato dalla pandemia. E lo fanno anche grazie al confronto con professionisti quali la sociolinguista Vera Gheno, l’esperto di comunicazione e infodemia Gianluca Comin, lo psicoterapeuta ed esperto di linguaggio paraverbale Marco Pacori, ma anche Vanessa Del Bello, una infermiera che lavora nel reparto di terapia intensiva di un Covid-hospital, nonché Luisa Pilo e Alessandra Gasperini, formatrici di “ScuolaCoop” che hanno curato una pubblicazione che raccoglie le voci di quanti hanno lavorato nei supermercati nei giorni del lockdown.

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