L’Afghanistan e il Pink Shuttle
Scritto da Barbara Schiavulli in data Aprile 9, 2021
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Di Afghanistan si parla poco. I riflettori ormai da tempo si sono spenti sulla storia e la vita di una popolazione che ancora arranca per sopravvivere, stretta nella morsa di attentati quotidiani, delle difficoltà di trovare lavoro, di mettere insieme il pranzo con la cena. E senza contare i problemi sociali in un paese dove il possibile e probabile ritorno dei talebani nelle istituzioni rappresenta una terrificante paura per le persone che, nonostante le difficoltà, hanno lottato per vedersi avvolgere da qualche diritto. In particolare le donne. Quella metà della popolazione che più di tutti gli altri si è rimboccata i burqa per poter studiare, lavorare, a volte persino cantare in un mondo chiuso, conservatore, spesso misogino che le vuole nascondere alla vista del cielo. Se e quando torneranno i talebani nella politica, molte sono sicure che il prezzo della pace saranno le loro conquiste e nessuna ha voglia di vedersi rinchiudere dentro le mura di casa come è accaduto ferocemente negli anni Novanta.
Nel frattempo in questi 21 anni dove, quando si parla di Afghanistan, si parla di droga, combattimenti, violenza, mine, battaglie perse e vinte, soldati che vanno e vengono, la società civile, le ong, i medici, gli insegnati hanno silenziosamente lavorato per migliorare quello che potevano. Ora, soprattutto nelle grandi città, le ragazze vanno a scuola, fanno skateboard, indossano veli colorati e accendono le strade con i loro sorrisi. Bisogna esserci per vederlo, perché sono cose che poco spesso passano attraverso i filtri delle telecamere delle televisioni, concentrate più sulla sicurezza che sui progressi.
Ma l’Afghanistan non è solo guerra e droga. Non è solo morti e dolore. L’Afghanistan è coraggio, generosità, intelligenza, resilienza. E le donne ne sono intrise. Arianna Briganti è la vice presidente di Nove Onlus, un’organizzazione che opera in Afghanistan da 9 anni è che fa quelle piccole grandi cose per migliorare la vita della gente. Quelli che creano, non sono progetti, ma progressi. Mi ci sono imbattuta qualche anno fa quando mi trovavo a Kabul e feci un pezzo su 250 giovani donne con la patente a cui loro avevano insegnato a guidare, in un paese dove persino guidare è un’impresa. Ci siamo risentite per un nuovo progetto appena lanciato che segna un altro piccolo passo avanti verso quella strada che segna le libertà delle donne afghane. Una strada difficile e loro hanno appena iniziato letteralmente a guidarci sopra.
Arianna Briganti
Co-fondatrice e vice Presidente di Nove Onlus. Economista dello sviluppo e ricercatrice con dottorato in sviluppo internazionale. Manager di programmi di economia sostenibile e generativa, good governace giustizia di genere, lotta a corruzione e tratta di esseri umani. Ha lavorato per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo tedesca (GIZ), in Afghanistan, Etiopia, Georgia, Bosnia Erzegovina. Attualmente in Albania come Capo Dipartimento di Good Governance presso l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE).
Foto di @Nove Onlus
Musica: Afghani Rabab & Cello- Yaron Peer
Sonita Alizodeh: Brides for sale
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