Lucha y siesta un progetto indispensabile

Scritto da in data Febbraio 2, 2021

A cura di Sara Pollice

Lucha non si vende, Lucha alla città, Lucha bene comune: “Lucha y Siesta” rilancia sé stessa costruendo alleanze e unendo percorsi. Un esempio di pratica virtuosa per chi vuole città partecipate e luoghi delle donne. Ne parliamo con Michela Cicculli, attivista di “Lucha y Siesta” e assessora dell’VIII municipio.

Per chi non conoscesse la “Casa delle donne Lucha y Siesta” è davvero l’ora di colmare questa lacuna. Lucha è un progetto di sostegno per donne in difficoltà, un progetto residenziale per donne e bambini; è anche un progetto di elaborazione culturale e politica, uno spazio femminista e trans-femminista, un luogo aperto al quartiere, alla città, all’Italia e al mondo.

Dal 2008 Lucha è tutto questo e tanto altro, ma dal 2019 è sotto sgombero da parte del comune di Roma, perché lo stabile dove si svolgono tutte le attività e dove sono ospitati i nuclei è di proprietà dell’Atac.

Ma la comunità di “Lucha y Siesta” non può essere sradicata. Le radici sono forti e creano alleanze.

Nel settembre 2019 nasce il comitato “Lucha alla città” e parte un crowfunding con l’obiettivo dichiarato di comprare lo stabile con l’iniziativa popolare dal basso. Nel 2020 nasce il progetto laboratoriale “Lucha 2.0” con il laboratorio di progettazione partecipante. Con Michela Cicculli esploriamo le tappe di questo percorso e continuiamo a difendere questo spazio reagendo con l’elaborazione, col pensiero e tessendo alleanze.

In copertina un’immagine di Rita Petruccioli

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