Il dolce viaggiare ondeggiando
Scritto da Raffaella Quadri in data Agosto 11, 2022
Rieccolo, puntuale come le vacanze, ma nel suo aspetto peggiore: il mal d’auto. Per combatterlo ci sono diversi rimedi, dai medicinali a buffi occhiali studiati da un ottico francese e divenuti ormai un cult, che si chiamino Boarding glasses oppure Seetroën. Ma anche le case automobilistiche si ingegnano, soprattutto in vista della futura diffusione delle auto a guida autonoma.
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Iniziano le vacanze, si preparano le valigie in cui finiscono, nell’ordine, vestiti che non metteremo, creme e medicinali come se partissimo per un eremo sperduto in mezzo all’oceano del nulla, libri che probabilmente non termineremo mai, un numero spropositato di scarpe — che per avere solo due piedi è una cosa che non ci si spiega — e, in ultimo — forse — ciò che ci serve davvero, ma che tendenzialmente dimenticheremo a casa. Ma non importa. In fondo siamo in vacanza… è tutto rilassante, tutto bello e noi siamo di ottimo umore.
Poi saliamo in auto e, se non siamo noi a guidare, ecco che si presenta puntuale quella fastidiosissima nausea. Un fastidio molto diffuso che si chiama chinetosi, o cinetosi, un disturbo neurologico che si avverte quando il nostro corpo subisce degli spostamenti ritmici o irregolari; ovvero quella sensazione che più comunemente conosciamo come mal d’auto o mal di mare, e che si può provare su un qualsiasi mezzo di trasporto. I rimedi più comuni sono dei medicinali appositi che calmano il senso di vertigine e di nausea, ma c’è chi ha pensato di risolvere il problema con soluzioni diverse.
I Boarding glasses
Già nel 2014 un signore di nome Hubert Jeannin, un ottico francese, ideò occhiali speciali — un vero e proprio dispositivo medico — pensati per combattere il mal di mare. Li aveva sviluppati e brevettati allo scopo di usarli in navigazione, tanto da chiamarli Boarding glasses, e fondò un’azienda per produrli, la Boarding Ring di cui è tuttora presidente.
Il fulcro della loro tecnologia è un liquido blu contenuto nella montatura dell’occhiale, in quattro anelli, due disposti frontalmente — proprio come fossero la montatura dove solitamente si inseriscono le lenti — e altri due disposti su lati. Il liquido, che riempie gli anelli solo per metà, si muove in reazione agli spostamenti del veicolo sul quale ci si trova, creando un ondeggiamento sinistra-destra attorno agli occhi, nella parte frontale, e avanti-indietro sui lati. Questo movimento crea una sorta di orizzonte artificiale nella parte periferica del campo visivo, che riesce a riequilibrare la sensazione sgradevole data dal movimento e dovuta alla mancata sincronia tra ciò che percepisce l’occhio e ciò che percepisce l’orecchio interno che, appunto, è causa del malessere. Per questa ragione possono essere usati dai dieci anni di età in su, quando l’orecchio interno si è completamente formato.
I Boarding glasses — che, essendo privi di lenti, possono essere posti anche sopra gli occhiali da vista — devono essere indossati non appena compaiono i primi sintomi del fastidio, e tenuti per almeno dieci minuti, poi si possono levare. In realtà mentre l’indossarli pare sortire l’effetto benefico, sembra che non sempre dopo averli tolti questo stato si mantenga — la redazione di Quattroruote anni fa li provò verificando proprio questa discrepanza — e non è da escludere, però, che potrebbe essere una questione di maggiore sensibilità soggettiva al problema. Di fatto però, non solo gli occhiali sono tuttora distribuiti da Boarding Ring, che sul proprio sito web li vende a novanta euro, ma sono stati adottati anche da altre aziende.
I Seetroën S19
Oggi i più conosciuti occhiali anti-chinetosi, che prendono le mosse sempre dall’invenzione di Jeannin e nascono, non a caso, dalla collaborazione con la sua Boarding Ring, sono i Seetroën — simpatico connubio tra l’inglese «to see» (vedere) e il nome della casa automobilistica che li vende, la francese Citroën.
Il lancio del primo paio di occhiali è stato nel luglio del 2018 e il successo ottenuto ha spinto l’azienda a proporre quest’anno un nuovo modello: i Seetroën S19. Una serie limitata in 1919 pezzi per festeggiare il centenario di Citroën, in ricordo dell’anno di fondazione. La tecnologia resta la medesima, a cambiare è giusto il design: la montatura è diventata trasparente e meno vistosa, mentre il colore blu del liquido è meno sgargiante. Sia il modello S19 che il precedente possono essere acquistati sul sito web Boutique Lifestyle al prezzo di novantanove euro.
Auto super comfort
Il problema della chinetosi si è presentato anche nell’attualità dei nuovi modelli di auto, soprattutto — ma non solo — in previsione della diffusione delle auto a guida autonoma, che faranno di tutti gli automobilisti dei passeggeri permettendo loro di leggere o condurre altre attività durante i viaggi su quattro ruote, rendendoli così più sensibili all’effetto chinetosi.
Per venire in soccorso ai passeggeri di oggi e di domani, alcune case automobilistiche si sono attrezzate con tecnologie particolari. Jaguar Land Rover, per esempio, ha adottato già dallo scorso anno su alcuni modelli — nello specifico sul suv compatto Jaguar E-Pace — alcune innovazioni tecniche per rendere il viaggio più confortevole: dalle ventisei configurazioni diverse dei sedili, che permettono di regolare l’altezza per poter vedere senza fastidi lo schermo del sistema infotelematico — “infotainment”, che offre informazione e intrattenimento —, al raffreddamento dei sedili, che contribuisce a ridurre il fastidio dato dal mal d’auto, fino al sistema “Adaptive Dynamics” che esegue un costante monitoraggio delle condizioni di guida adattando, di conseguenza, gli ammortizzatori e garantendo così una guida più fluida e quindi un maggiore comfort. Unico neo, in questo caso, è che se soffrite di mal d’auto e volete adottare le soluzioni proposte dalla multinazionale inglese, vi toccherà comprare il suv.
La spesa per gli occhiali, va da sé, è decisamente più economica. Sempre, però, che non ci si dimentichi di metterli in valigia…
Raffaella Quadri per Radio Bullets. Musica: “Luglio” – Riccardo Del Turco
Photo credits: Citroën.
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