Svizzera: provvedimento per dissolvere la GHF

Scritto da in data Luglio 3, 2025

Un gruppo sostenuto da Stati Uniti e Israele, attivo nella distribuzione di cibo a Gaza tramite un sistema di aiuti duramente criticato dalle Nazioni Unite, ha annunciato l’intenzione di chiudere la sua filiale a Ginevra.

La decisione arriva dopo che le autorità svizzere hanno avviato le procedure per la sua dissoluzione.

Sistema di aiuti GHF: centinaia di morti e critiche dall’ONU

Dal lancio dell’operazione a fine maggio, centinaia di palestinesi sono stati uccisi mentre cercavano di ricevere pacchi alimentari distribuiti dal Gaza Humanitarian Foundation (GHF). Il sistema, che secondo Israele dovrebbe impedire la deviazione degli aiuti verso gruppi militanti, è stato definito dall’ONU una grave violazione dei principi di neutralità umanitaria.

Autorità svizzere: “Mancano i requisiti legali per operare”

La Swiss Federal Supervisory Authority for Foundations (ESA) ha pubblicato mercoledì un avviso sulla Gazzetta Ufficiale del Commercio, informando che potrebbe ordinare la dissoluzione del GHF, a meno che eventuali creditori non si facciano avanti entro 30 giorni.

Il GHF, registrato negli Stati Uniti, aveva aperto una filiale a Ginevra il 12 febbraio – sede di numerose agenzie umanitarie delle Nazioni Unite, della Croce Rossa e di molte ONG internazionali.

GHF: “Decisione strategica, mai operato in Svizzera”

Il gruppo ha dichiarato a Reuters di aver preso la decisione strategica di non avviare attività in Svizzera, e sta ora procedendo alla chiusura formale della sede ginevrina.

Secondo l’ESA, il GHF non ha rispettato requisiti legali essenziali per operare nel Paese, come la presenza di un numero sufficiente di membri nel consiglio direttivo, un indirizzo postale e un conto bancario svizzero.

“Il GHF ha confermato all’ESA di non aver mai svolto attività in Svizzera… e di voler procedere alla dissoluzione della filiale registrata a Ginevra”, ha comunicato l’autorità.

Oltre 500 morti a Gaza vicino ai centri GHF

Settimana scorsa, le autorità ginevrine hanno emesso un altro avviso legale chiedendo al GHF di risolvere le irregolarità entro 30 giorni, pena ulteriori azioni. Secondo le autorità sanitarie palestinesi, oltre 500 persone sono state uccise nei pressi dei centri di distribuzione del GHF a Gaza o lungo le strade d’accesso presidiate dalle forze israeliane.

Israele ammette danni ai civili e cambia le regole d’ingaggio

L’esercito israeliano ha riconosciuto lunedì che civili palestinesi sono stati colpiti nei pressi dei centri di distribuzione. Dopo un’inchiesta del quotidiano Haaretz, in cui soldati israeliani ammettono di aver ricevuto ordini di aprire il fuoco sui civili, le forze armate hanno annunciato nuove direttive operative.

GHF si difende: “52 milioni di pasti consegnati”

Il GHF ha difeso le proprie operazioni, dichiarando di aver distribuito oltre 52 milioni di pasti in cinque settimane, sostenendo che gran parte degli aiuti delle ONG concorrenti sia stata saccheggiata.

Tra l’altro i pacchi non contengono pasti nutrizionali che servirebbero, né latte in polvere, ma cose da cucinare in posto dove non c’è né gas né elettricità, tanto più cucine dove cucinare.

Oltre 170 organizzazioni umanitarie hanno firmato una lettera chiedendo ai governi di fare pressione su Israele affinché abbandoni il nuovo sistema e ripristini i canali di distribuzione gestiti dalle Nazioni Unite.

In realtà l’unica cosa che la GHF consegna generosamente, sono proiettili. Secondo fonti mediche le ferite corrispondono a spari atti ad uccidere, non a disperdere l’eventuale folla.

Gaza affamata: blocco totale degli aiuti per mesi

Dal marzo 2025 fino a fine maggio, Israele ha bloccato ogni ingresso di beni nella Striscia di Gaza, aggravando una crisi alimentare già catastrofica. Secondo fonti internazionali, l’intera popolazione di 2,3 milioni di abitanti è stata sfollata dalla guerra iniziata nel 2023, con fame acuta e condizioni di carestia registrate in diverse aree del territorio.

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