Venezuela: arrestato leader opposizione
Scritto da Radio Bullets in data Agosto 3, 2024
CUCUTA – Roland Carreño, coordinatore nazionale del partito Voluntad popular, è stato arrestato a Caracas in Venezuela e portato in una destinazione sconosciuta.
Il Sindacato nazionale dei lavoratori della stampa (Sntp) è stato il primo a dare la notizia, perché Carreño è anche un giornalista.
L’attivista politico è già finito in carcere con l’accusa di ‘terrorismo e cospirazione’ contro lo stato dal 2020 al 2023. Dopo aver trascorso tre anni nel carcere El Helicoide, il quartier generale del Servizio d’Intelligence Nazionale Bolivariano (Sebin), Carreño era stato rilasciato il 19 ottobre scorso.
La coalizione di opposizione Piattaforma unitaria democratica (Pud) di Edmundo González Urrutia ha chiesto “che sia comunicato immediatamente il luogo in cui si trova e che venga rilasciato il prima possibile”.
Per González Urrutia “questa scomparsa si aggiunge alla grave ondata di persecuzioni e intimidazioni lanciate da Nicolás Maduro contro i leader delle forze democratiche in tutto il Paese”
Intanto Aurora Superlano, la moglie di Freddy Superlano, leader del partito di opposizione venezuelano Voluntad Popular, ha chiesto sui social network la prova che suo marito, scomparso da più di 72 ore, sia ancora vivo.
“Non so ancora cosa dire alle mie figlie quando mi chiedono perché il loro padre non le ha chiamate. Chiedo la prova che sia ancora vivo”, ha scritto su X.
Maduro accusa l’opposizione di preparare attacchi durante la manifestazione
Il presidente Nicolas Maduro ha accusato l’opposizione di star preparando attacchi con armi e granate nella mobilitazione prevista per oggi.
In un messaggio trasmesso dalla televisione di stato de television (Vtv), Maduro ha detto che “l’opposizione sta pianificando un attentato e possibili attacchi da parte dei loro commando contro la stessa popolazione (manifestazione alla quale partecipa la popolazione ndr).
Maduro ha anche annunciato di aver allertato le forze di intelligence e di sicurezza, che già stanno cercando “questi criminali per proteggere Caracas da questa minaccia. Non è la prima volta che la destra pretende attaccare in Venezuela e nel mondo la sua stessa gente”, ha dichiarato.
Le manifestazioni sono state convocate da María Corina Machado in tutto il Paese sudamericano. Sulle sue reti social la leader della coalizione di opposizione Piattaforma unitaria democratica ha scritto che “in ogni città e paese usciremo insieme per affermare la nostra verità: abbiamo vinto”.
Maduro indice una contro manifestazione
Il Partito socialista unito del Venezuela (Psuv), il partito di Maduro, ha convocato per oggi in contemporanea all’altra una “grande marcia nazionale per la pace” che mira a riconoscere la rielezione del presidente della Repubblica uscente Nicolás Maduro.
Il Cile pensa all’esodo di massa
I paesi circostanti, diversi dei quali hanno riconosciuto il candidato Gonzales Urrutia come vincitore delle elezioni, stanno già cominciando a pensare al futuro se Maduro resterà al suo posto.
Molti pensano e ce lo aveva accennato anche prima delle elezioni l’analista politico colombiano Edgar Allan Nino Prato che i venezuelani sceglieranno la fuga piuttosto che restare altri sei anni in un paese che cola a piccolo economicamente e politicamente. E ha ammesso che la Colombia non è affatto pronta ad un esodo.
Già negli scorsi anni almeno un terzo della popolazione è migrato, circa un terzo della popolazione, quasi otto milioni di persone.
A questo proposito, il Cile ha proposto di concordare quote con gli altri Paesi dell’America Latina per gestire un possibile nuovo esodo di rifugiati venezuelani. La ministra degli Interni, Carolina Tohá, ha assicurato che il Cile non chiuderà le frontiere e ha proposto un coordinamento con i Paesi vicini, seguendo il modello europeo.
Tohá ha sottolineato che il flusso migratorio dal Venezuela non è rallentato e che potrebbe aumentare e raggiungere dimensioni maggiori. “Dobbiamo prepararci”, ha detto la ministra.
“Il Cile deve avere la capacità di controllare le persone che arrivano, e non possiamo farlo da soli, in modo isolato. Dobbiamo farlo in collaborazione con altri Paesi” ha detto aggiungendo che le negoziazioni sono già cominciate.
In particolare, il governo cileno chiede l’aiuto di Bolivia, Colombia, Ecuador e Perù. Tra le proposte di alcuni parlamentari cileni c’è anche quella di installare centri di prima accoglienza alla frontiera per verificare l’identità dei migranti.
Gli Stati uniti bloccano i visti umanitari
Altra linea per gli Stati Uniti che hanno temporaneamente sospeso i nuovi permessi umanitari per i migranti provenienti da Cuba, Haiti, Nicaragua e Venezuela, noti come “parole”, che consentono loro di entrare legalmente nel Paese.
Ieri il Dipartimento per la Sicurezza Interna ha informato l’EFE della decisione di sospendere il programma, che consente a un massimo di 30.000 migranti provenienti da questi quattro paesi di entrare legalmente nel paese ogni mese.
Il programma richiede agli sponsor statunitensi di accettare di sostenere finanziariamente i migranti, il che consente loro avere un’autorizzazione temporanea di due anni per soggiornare legalmente nel Paese e ottenere un permesso di lavoro.
L’iniziativa è iniziata a fine 2022 per i cittadini venezuelani e successivamente è stata ampliata alle altre tre nazionalità; secondo i dati del DHS, ha permesso a quasi 520.000 migranti di entrare negli Stati Uniti.
L’arresto di ieri è stato motivato dalle preoccupazioni sollevate dall’unità di rilevamento delle frodi dei servizi per la cittadinanza e l’immigrazione degli Stati Uniti, che ha scoperto che diversi potenziali sponsor stavano facendo domanda per sponsorizzare più migranti anziché i migranti stessi, come richiesto.
Maduro minaccia gli USA di cedere ai Brics il petrolio
Il presidente venezuelano Nicolás Maduro ha minacciato gli Usa di cedere ai Brics i giacimenti di
petrolio e gas attivi nel Paese. “Se queste persone nel nord e i loro partner nel mondo commetteranno l’errore della loro vita, allora i giacimenti petroliferi e di gas già assegnati andranno ai nostri alleati Brics”, ha detto il leader ‘chavista’ sul canale televisivo statale Vtv.
Secondo Maduro, i “maggiori investimenti” che il Venezuela ha oggi nel petrolio e nel gas “provengono dai Brics”, il gruppo di economie emergenti fondato da Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa.
In Venezuela, la società americana Chevron lavora con la statale Pdvsa in cinque progetti di produzione. Sebbene Washington abbia ripreso le sanzioni contro Caracas lo scorso aprile, ha concesso licenze a società internazionali affinché possano operare nella nazione sudamericana.
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