11 agosto 2020 – Notiziario in genere

Scritto da in data Agosto 11, 2020

Addio a Naima El Bezaz, scrittrice marocchino-olandese. Instagram censura Nyome, nera e curvy. Papua Nuova Guinea: basta uccidere le donne per stregoneria. Stati Uniti, 130 donne afroamericane partecipano alle elezioni per il Congresso: è record. E un aggiornamento dal Libano con la nostra inviata a Beirut Barbara Schiavulli.

Libano

Radio Bullets/Barbara Schiavulli | Libano, Beirut, 10 agosto 2020.

Rassegno le mie dimissioni, ha detto il premier Diab, nel tardo pomeriggio dopo dieci minuti durante i quali ha tentato di spiegare che la corruzione in Libano è più forte dello Stato e quanto abbia tentato di cambiare le cose. Parole che si perdono nel vento, nelle strade di Beirut dove i ragazzi della protesta sono ancora in piazza, gioiscono piano alla caduta del governo perché non saranno contenti fino quando non farà un passo indietro anche il parlamento. E così l’onda d’urto dell’esplosione che martedì scorso ha provocato la morte di 200 persone, il ferimento di 5.000 e lo sfollamento di 300 mila, colpisce la fragile politica libanese, già attanagliata dalla crisi economica e dalla pandemia. Intanto piovono soldi per la ricostruzione, almeno 300 milioni di dollari già raccolti anche se non è ben chiaro a chi andranno. Intanto il segretario generale delle Nazioni Unite, ha invitato il mondo a fare il più possibile per aiutare il Libano.

Addio a Naima

Naima El Bezaz era una scrittrice marocchino-olandese, nata nel 1974 a Meknes, in Marocco, e andata a vivere nei Paesi Bassi con la sua famiglia quando aveva quattro anni. Si è suicidata il 7 agosto. La scrittrice, si legge su Moroccan World News, ha iniziato la sua carriera all’età di 21 anni, debuttando nel 1995 con il romanzo “Road to the North”, la storia di un giovane marocchino disoccupato che spera in una vita migliore in Europa. L’appassionata autrice è nota anche per la sua collezione “Vinexvrouwen” e ha scritto il romanzo “The Vinex Women” nel 2010. Il suo ultimo romanzo, “Serving the Devil”, è stato pubblicato nel 2013.

Nel 2012, la scrittrice ha affermato che il suo lavoro è “troppo diretto” per il pubblico, visto che parla di argomenti tabù come il sesso e la droga, nonché la religione. “Sono un barile pieno di pregiudizi. La mia bocca è troppo grande e sono troppo diretta”, ha detto Naima El Bezaz durante un’intervista con il notiziario olandese NRC nel 2012. El Bezaz aveva parlato delle sue lotte con la depressione in diverse interviste.

Dopo aver pubblicato un libro sulla religione nel 2006, la scrittrice marocchino-olandese avrebbe ricevuto numerose minacce di morte. Ha raccontato che questo l’ha costretta temporaneamente a smettere di scrivere e a troncare alcune delle sue relazioni, secondo quanto riportato da Al Aoual. Obiettivo di odio feroce per diversi anni, è stata in terapia mentre lottava per far fronte alle minacce di morte. Lo scrittore Abdelkader Benali ha annunciato il suo suicidio dopo anni di depressione e lotta contro l’ideologia maschilista della sua comunità. Lascia un marito, due figlie e la sua arte.

Instagram censura Nyome, nera e curvy

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I am in the @guardian online and in print today and while I am happy the images @alex_cameron took of me are now being seen, what I am not happy with is the reason why they were taken down in the first place and why they are STILL being taken down today… Why is it that every day is a battle for black women/fat black women to be shown a slither of respect and decency? Why does it take a slim white women with a huge platform and verification to start up a hashtag and speak up for my images to not be continually removed from my page? I have said this before and I will say it again black women are the most disrespected within society, and it just screams that the racial biases are very alive and well when it comes to black women in bigger bodies. It shouldn’t take a media storm for my images to stay up or for me to talk to @instagram and get an apology. My images and my body should be respected enough to stay up on a platform that is for the use of “ALL” people. Respect black women always, Period.

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Nyome Nicholas-Williams ha 28 anni, è inglese e fa la modella: nella sua carriera ha posato per brand famosi come Adidas e Dove. In adolescenza ha sofferto di un disturbo alimentare per poi capire che il suo desiderio è quello di “promuovere l’amore per sé stessi e l’inclusività, perché è così che mi sento e che voglio che si sentano le donne come me”: ovvero le donne nere e curvy. Un percorso, con i suoi intoppi: un suo recente scatto, realizzato dalla fotografa Alexandra Cameron, è stato rimosso da Instagram con l’avviso che il profilo di Nyome rischiava di essere chiuso. “Milioni di foto di donne bianche molto magre si possono trovare ogni giorno su Instagram”, dice la modella secondo quanto riporta The Guardian, “ma una donna nera e abbondante che celebra il suo corpo viene bandita? Per me è stato uno shock, mi sento come se fossi stata silenziata”. La decisione è risultata inspiegabile anche per molti follower della modella e molti utenti, che hanno lanciato l’hashtag #IwanttoseeNyome.

Papua Nuova Guinea

“Coloro che torturano e uccidono le donne accusate di stregoneria sono chiaramente colpevoli del crimine che stanno denunciando”. A dirlo è monsignor Donald Lippert, vescovo di Mendi, Papua Nuova Guinea, riferendosi a recenti episodi di violenza su donne accusate di sanguma o stregoneria. In una nota rilanciata dall’Agenzia Fides si sottolinea l’allarme per la crescita della violenza contro le donne nel Paese. Secondo quanto dichiarato da suor Lorena Jenal, missionaria nella diocesi di Mendi, sono state diverse negli ultimi mesi le donne torturate e bruciate con l’accusa di stregoneria. Il vescovo Lippert ha denunciato il grave fenomeno e ha esortato la Chiesa ad affrontarlo e sradicarlo una volta per tutte dalla società. Monsignor Lippert ha concluso il suo intervento invitando tutti a celebrare la prima giornata internazionale contro la violenza con l’accusa di stregoneria, che si terrà il 10 agosto.

Stati Uniti

Quest’anno 130 donne afroamericane hanno deciso di partecipare alle elezioni per il Congresso: un record, spiega The Washington Post citando il Center for American Women and Politics (Cawp), che ha cominciato a tracciare l’identificazione razziale delle candidate dal 2004. Di queste, nel 2020, 117 hanno scelto di correre per la Camera e 13 per il Senato. Mentre si avvicina la fine delle primarie, quasi 60 sono ancora in gara.

Le donne afroamericane sono quasi l’8% della popolazione USA, ma rappresentano solo il 4% circa di tutti i membri della Camera e l’1% del Senato, secondo Higher Heights for America, una ong che cerca di rafforzare il potere politico e la leadership delle donne di colore. Anche le elezioni di Midterm nel 2018, comunque, erano state segnate da una carica di novità e diversità, con un’ampia partecipazione di candidate afroamericane.

In copertina Naima el Bezaz/Wikipedia

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