Lockwine

Scritto da in data Giugno 14, 2020

Durante il lockdown imposto per il coronavirus abbiamo cambiato drasticamente  il nostro stile di vita e quindi anche i nostri consumi, soprattutto quelli voluttuari, limitandoli in quantità. Ad esempio: le occasioni per bere vino si sono ridotte al minimo, nel chiuso delle nostre case, dove chi non è astemio ha finito per bere meno, magari stappando qualche bottiglia di maggior pregio invecchiata in cantina.

E invece no.

55

E’ la percentuale di italiani che ha mantenuto le stesse modalità di consumo del vino, secondo l’Osservatorio  Vinitaly-Nomisma Wine Monitor. Il calo di consumo indotto dalla chiusura di locali e ristoranti è stato compensato dalle riserve casalinghe e dagli acquisti in rete, praticati per la prima volta dall’8 per cento dei bevitori, la più alta percentuale su scala europea di “beginners” del wine shopping on line.  Secondo uno studio condotto dall’Euawe, l’Associazione europea di economisti del vino e dall’Università di Bordeaux, la frequenza del consumo di vino durante l’emergenza è aumentata in modo marcato tra gli Europei: a diminuire piuttosto è stato quello di birra e superalcolici. Si è bevuto più spesso, e forse anche peggio: la spesa media per bottiglia acquistata  è andata calando, ma questo potrebbe esser dovuto alla crescente prevalenza dei vini bianchi, il cui prezzo medio nel primo trimestre è stato  di 2,7 euro al litro, contro i 3,1 dei rossi.

Nel Regno unito, nelle prime settimane di lockdown la percentuale di persone che ha scelto di bere vino ogni giorno è passata dall’11 al 16 per cento.

E negli Stati uniti?

45

E’ la percentuale di crescita in volume registrata in aprile nel canale consumer dell’industria vinicola americana. I dati  Nielsen’s -Wines Vines Analytics  registrano anche per gli Usa nelle settimane di clausura collettiva un effetto placebo cercato nel bicchiere di vino. E anche qui, senza riguardi per la qualità: il prezzo medio è sceso del 21 per cento pur rimanendo altissimo, 33 dollari a bottiglia rispetto ai 42 dell’aprile 2019, espressione del carattere ben più elitario che le cosiddette bordolesi rivestono oltre oceano.

Che l’emergenza da coronavirus abbia segnato, e continui a segnare le abitudini quotidiane delle società occidentali è molto probabile. Ma non è detto che questo avvenga come il nostro istinto ci ha portato a pensare.

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