12 maggio 2022 – Notiziario

Scritto da in data Maggio 12, 2022

Ascolta il podcast

  • Israele e Palestina: uccisa giornalista di al Jazeera durante un raid israeliano a Jenin.
  • Liberato attivista di Taiwan detenuto in Cina, ringrazia per l’aiuto globale.
  • Afghanistan: scontri in Panshir
  • L’Iran ha ribadito che giustizierà lo scienziato iraniano svedese.
  • Brasile: HRW, sotto attacco l’educazione di genere e sessualità

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli

Israele e Palestina

Si terranno oggi, questa mattina i funerali a Ramallah. Una nota giornalista americana palestinese di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh, è stata uccisa colpita da spari alla testa nel corso di un raid israeliano nel campo profughi di Jenin in Cisgiordania. Anche un altro giornalista è stato ferito gravemente. Abu Akleh indossava il giubbotto antiproiettile, con una vistosa scritta “Press” e l’elmetto. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, che cita il ministero della Sanità palestinese, la giornalista Abu Akleh, (51 anni) una pioniera che ha dato voce ai palestinesi, “è morta dopo essere stata colpita dall’esercito dell’occupazione”. Immediatamente lo scambio di accuse, con testimoni, al Jazeera, il presidente palestinese Mahmoud Abbas che hanno detto di ritenere “il governo israeliano pienamente responsabile di questo atroce crimine”. In varie interviste, più testimoni oculari, tra cui due giornalisti che erano in piedi accanto ad Abu Akleh – hanno contestato le affermazioni israeliane secondo cui è stata uccisa durante il fuoco incrociato, dicendo che non c’erano combattimenti nell’area appena prima che Abu Akleh fosse colpita da colpi di arma da fuoco. “Era assolutamente tranquillo”, ha detto al Washington Post in un’intervista dal suo letto d’ospedale uno dei giornalisti, Ali al-Samudi, anche lui ferito da colpi di arma da fuoco.

Da parte sua il premier israeliano Naftali Bennett ha risposto accusando il presidente palestinese di accusare Israele “senza prove solide”. Secondo il quotidiano israeliano Hareetz Abu Akleh è stata uccisa da un proiettile di 5,56 millimetri di diametro di un fucile M16, ha specificato che tali fucili sono usati sia dalle forze israeliane che dalle “cellule” palestinesi in Cisgiordania. “Le informazioni non sono sufficienti per determinare da quale parte ha sparato il proiettile”, ha aggiunto. Inoltre, il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth ha affermato che il ministro della Difesa israeliano Benny Gantz ha chiesto all’amministrazione palestinese di consegnare il proiettile che ha ucciso Abu Akleh alle autorità israeliane per un esame balistico. Abu Akleh era nata a Gerusalemme nel 1971 e aveva conseguito una laurea in giornalismo e media presso la Yarmouk University in Giordania. Ha lavorato come giornalista per il canale in lingua araba Al Jazeera per 25 anni fino a quando non è stata uccisa ieri.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani si è detto “sconvolto” dalla morte della giornalista e ha chiesto un’indagine indipendente sulle circostanze della sua morte. “I nostri servizi sono sul campo per verificare i fatti”, sottolinea il tweet, chiedendo che “finisca l’impunità” e “un’indagine indipendente e trasparente sul suo omicidio”.

Condanna anche da parte degli Stati Uniti  e l’Unione Europea. Serve un’indagine immediata ed esaustiva e chi è responsabile deve essere portato davanti alla giustizia”. Lo scrive su Twitter il portavoce del dipartimento di Stato americano, Ned Price, sottolineando che la sua morte “è un affronto alla libera stampa ovunque nel mondo”.

I 180 tra giornalisti e operatori di tutto il mondo, accreditati al Meeting della Coalizione globale anti Isis, in corso a Marrakesh, hanno osservato un minuto di silenzio in memoria della giornalista di Al Jazeera, Shireen Abu Akleh.

Afghanistan

L’ambasciatore dell’Unione europea in Afghanistan, Andreas von Brand, ha espresso preoccupazione per “le notizie di uccisioni di civili e maltrattamenti nel Panjshir”. Le osservazioni dell’ambasciatore dell’UE arrivano quando sono state diffuse precedenti relazioni in cui si afferma che i civili hanno subito vittime nelle province di Panjshir, Baghlan e Takhar. E dopo  l’Incaricato d’affari della Missione permanente dell’Afghanistan presso le Nazioni Unite, Naseer Ahmad Faiq, ha affermato in un tweet che “questi atti sono crimini di guerra e flagranti violazioni delle leggi internazionali umanitarie e sui diritti umani e che questi atti devono cessare”. “Chiediamo alle parti in guerra afghane di osservare le leggi della guerra e della pace, in modo che il popolo afgano non diventi più vittime”, ha affermato Farah Mustafavi, attivista per i diritti umani.  Ma l’Emirato islamico ha negato le accuse di vittime civili.  “Non permettiamo a nessuno di causare insicurezza nel Paese. Neghiamo seriamente le accuse sulle vittime civili”, ha affermato Bilal Karimi, vice portavoce dell’Emirato islamico. “Il Panjshir è completamente al sicuro. Non ci sono stati scontri nel Panjshir. La propaganda della tortura dei civili è assolutamente falsa. Nessuno è stato torturato qui”, ha detto Abubakar Sediqqi, portavoce del governatore provinciale.  Invece, i video che stanno circolando sui social mostrano scontri nel Panjshir ma l’Emirato islamico ha detto che la situazione nel Panjshir è tranquilla. Secondo l’Emirato islamico, sono state avviate alcune operazioni di sgombero nelle province di Panjshir e Baghlan.  Nel frattempo il Fronte di Resistenza ha affermato di aver invaso alcune aree nelle province di Panjshir, Baghan e Takhar e che le sue forze hanno inflitto vittime all’Emirato islamico, ma l’Emirato islamico nega.

Ucraina e Russia

L’esercito russo ha lanciato 18 missili contro Komyshuvakha, nella regione di Zaporizhzhia, secondo quanto riporta il Kyiv Independent. Il governatore dell’Oblast di Zaporizhzhia, Oleksandr Starukh, ha scritto su Telegram che i missili sono stati lanciati contro aree residenziali della città. Yuri Karapetyan, sindaco di Komyshuvakha, ha detto che una persona è stata uccisa, tre sono rimaste ferite e circa 60 case sono state danneggiate.

La Russia ha bloccato circa 300 navi mercantili nel Mar Nero che non possono quindi esportare grano e altri prodotti alimentari dall’Ucraina. Lo ha annunciato ieri il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti su Twitter, riferisce Ukrinform.
“L’Ucraina esportava fino a 5 milioni di tonnellate di grano al mese” ora “le spedizioni si sono quasi interrotte a causa del blocco da parte del Cremlino dei porti ucraini e di quasi 300 navi mercantili nel Mar Nero”, si legge nella nota.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha avvertito che Kiev sta esaurendo la pazienza per tenere negoziati con la Russia, date le crescenti prove di forza e atrocità commesse dalle forze russe.

Quasi 5 milioni di ucraini hanno perso il lavoro dall’inizio dell’invasione russa. Lo ha detto l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) sottolineando – secondo quanto riportano i media internazionali – che “se le ostilità dovessero intensificarsi, la perdita di posti di lavoro aumenterebbe a sette milioni” “Se i combattimenti dovessero cessare immediatamente, sarebbe possibile una rapida ripresa, con il ritorno di 3,4 milioni di posti di lavoro. Dei 4,8 milioni di persone che hanno perso il lavoro, 1,2 milioni sono rifugiati fuggiti nei paesi vicini e 3,6 milioni sono disoccupati che sono restati in Ucraina.

Le repubbliche filo-russe di Lugansk e Donetsk nell’Ucraina orientale hanno annunciato di aver bloccato l’accesso a Facebook e Instagram. Lo riporta il Guardian precisando che la mossa allinea tali repubbliche alla politica russa nei confronti dei social network.

La Camera americana ha approvato quattro provvedimenti contro la Russia e la Bielorussia e a sostegno dell’Ucraina nonostante l’opposizione di alcuni repubblicani.

Oggi il governo giapponese ha congelato i beni della più grande istituzione finanziaria russa, Sberbank, e dell’Alfa Bank, la sua più grande banca privata, a causa della guerra russa contro l’Ucraina. Il Giappone ha deciso di imporre nuove sanzioni economiche alla Russia a seguito di un incontro online dei leader del G7 domenica.

Iran

La magistratura iraniana ha detto che andrà avanti con l’esecuzione del cittadino iraniano-svedese Ahmad Reza Jalali . Il portavoce della magistratura Zabiollah Khodaian ha affermato che Jalali è stato arrestato e accusato di spionaggio per conto del Mossad israeliano e condivisione di informazioni sugli scienziati nucleari iraniani nel 2016.. Khodaian ha affermato che la Svezia ha concesso la cittadinanza a Jalali dopo il suo arresto, ma è ancora iraniano e sarà trattato come un iraniano dal tribunale. Khodaian ha detto che Jalali è stato condannato a morte e la condanna sarà eseguita. Molti hanno ipotizzato che l’Iran abbia annunciato l’esecuzione di Jalali, prevista per il 21 maggio, come merce di scambio nel processo contro l’ex funzionario iraniano Hamid Nouri in Svezia. Nouri venne arrestato in Svezia nel 2019 in relazione al massacro in Iran del 1988 in cui sono stati giustiziati circa 4.000 prigionieri politici, molti dei quali appartenenti al gruppo Mujahedin-e Khalq. Nouri lavorava come guardia al carcere al momento delle esecuzioni. Khodaian ha negato che l’annuncio dell’esecuzione di Jalali abbia qualcosa a che fare con il processo di Nouri in Svezia. Ha detto che Jalali è stato arrestato due anni prima di Nouri e che la sua condanna era già stata emessa. Jalali è una delle dozzine di cittadini con doppia cittadinanza di paesi occidentali detenuti in Iran con varie accuse relative alla sicurezza nazionale. Ogni volta che i loro casi vengono sollevati da governi stranieri, l’Iran si lamenta, in genere sul denaro dovuto a Teheran. L’ultimo rilascio di una doppia nazionalità è stata Nazanin Zaghari-Ratcliffe , liberata dopo sei anni insieme ad un altro cittadino britannico-iraniano, Anoosheh Ashoori. Dopo il loro rilascio, il Regno Unito avrebbe dovuto sbloccare i fondi che doveva all’Iran, ma che stava trattenendo in conformità con le sanzioni statunitensi.

Stati Uniti

 Il Senato americano ha bloccato il provvedimento per trasformare in legge la storica sentenza della Corte Suprema che ha legalizzato l’aborto negli Stati Uniti. La misura introdotta dai democratici prevedeva il diritto delle donne all’accesso alle interruzioni di gravidanza a livello federale. Al provvedimento servivano 60 voti per essere approvato invece è stato bloccato con 49 voti a favore a fronte di 51 contrari. I repubblicani hanno votato tutti contro, mentre fra le fila democratiche solo il senatore Joe Manhcin si è schierato con i conservatori.
Nel frattempo, lo stato di New York ha stanziato 35 milioni di dollari per un fondo di emergenza per garantire l’accesso all’aborto in caso la Corte Suprema decidesse di annullare la Roe vs. Wade. In particolare, i fondi andranno alle strutture mediche che praticano l’interruzione di gravidanza per prepararsi all’afflusso di pazienti se tale diritto sarà revocato.

Brasile

I legislatori e altri funzionari pubblici a livello federale, statale e municipale in Brasile hanno utilizzato perniciose tattiche legali e politiche per minare e persino proibire l’educazione di genere e sessuale , ha affermato Human Rights Watch in un rapporto pubblicato oggi. Il rapporto di 77 pagine, “‘I Became Scared, This Was Their Goal’: Efforts to Ban Gender and Sexuality Education in Brazil “, analizza 217 progetti di legge e leggi presentati tra il 2014 e il 2022 volti a vietare esplicitamente l’insegnamento o la condivisione di genere e educazione sessuale, o vietare la cosiddetta “ideologia di genere” o “indottrinamento” nelle scuole comunali e statali. Human Rights Watch ha anche documentato uno sforzo politico per screditare e limitare l’educazione di genere e sessualità, sostenuto dall’amministrazione del presidente Jair Bolsonaro, che ha personalmente amplificato questo messaggio per effetti politici,fino a marzo 2022 .
“Questi tentativi ostili di sopprimere approcci globali all’educazione sessuale sono fondati sul pregiudizio e minano i diritti all’istruzione e alla non discriminazione in Brasile”, ha affermato Cristian González Cabrera , ricercatore sui diritti LGBT presso Human Rights Watch. “I legislatori dovrebbero revocare le leggi e ritirare i progetti di legge che violano i diritti dei bambini e invece garantire che tutti beneficino di un’educazione sessuale completa, in conformità con il diritto brasiliano e internazionale”.
Human Rights Watch ha intervistato 56 insegnanti di scuole pubbliche, esperti di istruzione, rappresentanti dei dipartimenti statali dell’istruzione esocietà civileorganizzazioni. Le interviste con 32 insegnanti di scuole pubbliche di 8 stati del Brasile hanno rivelato che erano riluttanti o timorosi ad affrontare il genere e la sessualità in classe a causa degli sforzi legali e politici per screditare tale materiale.
Gli insegnanti hanno affermato di essere stati molestati per aver affrontato il genere e la sessualità, anche da funzionari eletti e membri della comunità. Alcuni insegnanti hanno dovuto affrontare procedimenti amministrativi per la copertura di tale materiale, mentre altri sono stati chiamati a fornire dichiarazioni alla polizia e ad altri funzionari.

Sri Lanka

Il presidente dello Sri Lanka Gotabaya Rajapaksa ha dichiarato ieri che nominerà un nuovo primo ministro e gabinetto questa settimana, dopo che suo fratello maggiore ed ex premier Mahinda Rajapaksa si è dimesso a seguito di violenze mortali nel paese. Il nuovo primo ministro e gabinetto comanderanno la maggioranza nel parlamento da 225 seggi, ha affermato Rajapaksa, aggiungendo che apporterà riforme costituzionali per garantire più potere al parlamento. La dichiarazione del presidente ha fatto seguito ai commenti del governatore della banca centrale dello Sri Lanka all’inizio della giornata, il quale ha affermato che si sarebbe dimesso entro poche settimane se non fosse stata ripristinata la stabilità politica. I cittadini dello Sri Lanka incolpano il governo guidato dal presidente Gotabaya Rajapaksa e la sua famiglia per un crollo nella nazione dell’Oceano Indiano che ha ridotto le riserve a circa 50 milioni di dollari (48 milioni di euro), bloccando la maggior parte delle importazioni e provocando una massiccia carenza di beni essenziali tra cui gas da cucina, carburante e medicinale. Dopo più di un mese di manifestazioni per lo più pacifiche, questa settimana la rabbia dell’opinione pubblica è esplosa in violenza. I sostenitori del partito al governo hanno preso d’assalto un campo di proteste anti-governative, innescando scontri a livello nazionale e spingendo il primo ministro a dimettersi.

Thailandia

Il governo thailandese distribuirà un milione di piante di cannabis gratuite alle famiglie di tutta la nazione il prossimo mese per contrassegnare una nuova regola che consente alle persone di coltivare cannabis a casa. Il ministro della Salute Anutin Charnvirakul ha annunciato la mossa in un post su Facebook l’8 maggio in cui ha espresso la sua intenzione che le piante di cannabis vengano coltivate come “colture domestiche”. La nuova norma, che entrerà in vigore il 9 giugno, consentirà alle persone di coltivare piante di cannabis in casa previa notifica al governo locale, ma le piante dovranno essere di grado medico e utilizzate esclusivamente per scopi medicinali.

Filippine

Ferdinand Marcos Jr, figlio dell’ex dittatore filippino, ha rivendicato la vittoria nelle elezioni presidenziali a Manila, promettendo che sarà il leader di “tutti i filippini”. Lo riferisce il suo portavoce. “Al mondo dice: giudicatemi per le mie azioni non dai miei antenati”. Il presidente Biden ha chiamato Marcos per congratularsi per la sua apparente vittoria. Così come il cinese Xi Jinping

Corea del Nord

Il leader nordcoreano Kim Jong-un ha ordinato il lockdown per tutte le città del Paese dopo l’individuazione del primo caso di Covid-19.

Taiwan

Un attivista taiwanese per i diritti umani che ha scontato cinque anni di carcere in Cina è stato liberato e ha affermato che la pressione internazionale e l’instancabile difesa della moglie hanno lavorato per garantire il suo ritorno sicuro a Taiwan. Lee Ming-che  ha ringraziato le persone coinvolte nel suo salvataggio in una conferenza stampa nella sua prima apparizione pubblica dalla sua liberazione. Lee venne arrestato dal regime cinese nel 2017 e accusato di sovversione del potere statale. Il suo arresto è stato il primo procedimento penale in Cina nei confronti di un operatore umanitario da quando Pechino ha approvato una legge che rafforza i controlli sulle organizzazioni non governative straniere nel 2016.

Hong Kong

Il cardinale Joseph Zen, arrestato nel pomeriggio di ieri con l’accusa di collusione con forze straniere, è stato rilasciato su cauzione dalla stazione di polizia di Wan Chai, sull’isola di Hong Kong, intorno alle 23 locali. L’arresto del cardinale cattolico di 90 anni, un cantante e almeno altri due fermati è stata vista come ulteriore segno di erosione dei diritti in città da parte di Pechino. Gli arresti ampliano ulteriormente un giro di vite su tutte le forme di dissenso nella città che appare sempre più vendicativa nei procedimenti giudiziari compiuti prima dell’emanazione della legge sulla sicurezza nazionale. La repressione sta penetrando ulteriormente nelle rinomate istituzioni economiche, religiose ed educative della città, insieme alle organizzazioni non governative, molte delle quali hanno chiuso le loro attività a Hong Kong.

Australia

Si aggravano le condizioni della Grande Barriera Corallina d’Australia, con un nuovo episodio di sbiancamento dei coralli, proprio mentre il World Heritage Committee dell’Unesco il mese prossimo in Cina deciderà se inserire nella lista dei siti del patrimonio mondiale “in pericolo” del più grande sistema corallino al mondo, che si estende per 2300 km al largo della costa nordest del continente. E’ il quarto episodio finora registrato dal 2016 e il sesto dal 1998. Lo sbiancamento avviene quando il corallo è stressato da temperature dell’acqua sopra la media. L’animale nel corallo espelle l’alga fotosintetica con cui coabita, che lo alimenta e gli conferisce gli attraenti colori.

Ti potrebbe interessare anche:

E se credi in un giornalismo indipendente, serio e che racconta il mondo recandosi sul posto, puoi darci una mano cliccando su Sostienici


[There are no radio stations in the database]