21 maggio 2021 – Notiziario

Scritto da in data Maggio 21, 2021

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  • Israele e Palestina: scoppia la tregua (copertina).
  • Iran: nessun candidato riformista di spicco per prossime le elezioni presidenziali.
  • El Salvador: si continua a scavare nel giardino di un ex agente di polizia, decine di corpi di donne.
  • Nigeria: il leader di Boko Haram gravemente ferito.
  • Stati Uniti: Biden firma un disegno di legge per i crimini d’odio contro gli asiatici americani.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. 

Israele e Palestina

Ore due di notte: appena i combattimenti si sono interrotti sono iniziate le celebrazioni. Nelle strade di Gaza risuonavano canti e clacson, si sventolavano bandiere illuminate dai fari delle macchine, tutti fuori, tutti in giro, tutti distrutti dalle perdite ma per un attimo contenti. È cominciata così alle due di questa notte la tregua tra Hamas e Israele dopo 11 giorni di lanci di razzi verso Israele e bombardamenti israeliani. L’iniziativa egiziana, fortemente appoggiata dal Qatar, è stata approvata con un “cessate il fuoco” reciproco e simultaneo. Il bilancio dei morti è di 230 persone a Gaza − tra cui 65 bambini, 39 donne e 17 anziani − e 1710 feriti,  12 persone in Israele, tra cui due bambini e due thailandesi.

Secondo Ynet, un funzionario israeliano ha detto che la tregua è un accordo su «quiete in cambio di quiete». Al-Arabiya in Arabia Saudita ha riferito che l’Egitto sta inviando osservatori a Gaza. Gli attacchi aerei israeliani hanno continuato a colpire Gaza per tutta la giornata di ieri.

La notizia dell’approvazione del “cessate il fuoco” da parte di Israele è arrivata il giorno dopo che il presidente Biden ha parlato con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e ha chiesto una “riduzione dell’escalation”. Netanyahu si era rifiutato di procedere e si era detto «determinato a continuare» l’operazione a Gaza. Ma ora, la situazione sembra nettamente migliorata. Israele aveva rifiutato una precedente offerta di tregua da Hamas fatta la scorsa settimana attraverso il ministero degli Esteri russo, dopo solo due giorni di attacchi aerei israeliani su Gaza.

Soddisfatto il segretario generale dell’Onu Antonio Guterresh che ha aggiunto che, se esiste un inferno sulla terra, è la vita dei bambini a Gaza, mentre il segretario di Stato americano Anthony Blinken ha detto che si recherà in Medio Oriente nei prossimi giorni per incontrare sia gli israeliani che i palestinesi.

Intanto Hamas ha rivendicato la vittoria: lo ha detto Khalil al-Hayya, numero due dell’ufficio politico di Hamas nella Striscia. Ha promesso alla gente di ricostruire le case distrutte durante gli attacchi israeliani. Il massimo diplomatico palestinese ha affermato che un “cessate il fuoco” a Gaza consentirà a 2 milioni di palestinesi di dormire giovedì notte (ora locale), ma «non è affatto sufficiente» e il mondo deve ora affrontare le difficili questioni del futuro di Gerusalemme e raggiungere uno stato palestinese indipendente. Riyad al-Malki ha detto ai giornalisti, a margine di una riunione di emergenza dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite sul conflitto tra Israele e i governanti di Hamas militanti di Gaza, che sebbene un “cessate il fuoco” sia positivo, non affronta «la questione centrale» che ha dato inizio alla violenza.

Restiamo in Israele perché due giornalisti di una radio israeliana mainstream la scorsa settimana hanno incitato alla violenza contro gli arabi israeliani a Lydd, una città ribattezzata in ebraico Lod dopo la conquista nel 1948. Alla domanda di un ospite palestinese che ha telefonato al programma radiofonico il 13 maggio se gli ebrei israeliani fossero «autorizzati a massacrarci», il conduttore Yinon Magal ha risposto: «Sì, è così che andrà a finire, esatto». L’ospite era lo sceicco Yusef al-Bazz, l’imam della città, che spiegava perché i giovani palestinesi erano scesi in piazza per protestare in solidarietà con la loro gente a Gerusalemme e Gaza.

Iran

Giovedì, il presidente iraniano Hassan Rouhani ha detto che gli Stati Uniti hanno accettato di revocare la maggior parte delle principali sanzioni contro l’Iran durante l’ultimo round di colloqui sul nucleare a Vienna. Ha detto che solo «problemi minori» devono essere risolti nel quinto round di negoziati che inizierà la prossima settimana. Le sanzioni saranno sospese, non completamente tolte, e questo avverrà progressivamente, cosa che scontenterà gli elementi più intransigenti in Iran.
L’amministrazione Trump aveva imposto un numero enorme di sanzioni all’Iran. Alcune sono state attuate nel corso del programma nucleare di Teheran, mentre altre sono state messe in atto per accuse di terrorismo e presunte violazioni dei diritti umani. Le sanzioni contro la banca centrale iraniana e la compagnia di navigazione statale, citate da Rouhani, sono considerate sanzioni “terroristiche”. Il fatto che l’Iran stia negoziando è di per sé una concessione, poiché gli Stati Uniti sono la parte che ha violato il PACG. Le elezioni presidenziali iraniane sono imminenti, a giugno, e Rouhani potrebbe essere sostituito da qualcuno più rigido che potrebbe non essere così paziente e disposto a negoziare con gli Stati Uniti.

E ancora Iran: domani si concluderanno i cinque giorni di registrazione per iscriversi  come candidati alle elezioni presidenziali di giugno.
A poche ore dalla scadenza del termine, il capo della giustizia iraniana, Ebrahim Raisi, è arrivato al ministero degli Interni per porre fine a tutte le speculazioni sulla sua volontà di diventare il prossimo presidente dell’Iran. Tra i candidati conservatori, Raisi è la figura più in vista, che gode dell’appoggio del leader supremo dell’Iran, Ayatollah Ali Khamenei, e del Corpo delle Guardie rivoluzionarie islamiche. Nel 2017 ha perso le elezioni con l’attuale presidente Hassan Rouhani ma è stato nominato capo della magistratura da Khamenei. Diversi candidati conservatori sono usciti dalla competizione, quando Raisi ha annunciato la propria candidatura, ha riferito l’agenzia di stampa Tasnim. L’ex presidente Mahmoud Ahmadinejad si è registrato il 13 maggio mentre i suoi sostenitori si scontravano con le forze di sicurezza all’ingresso del ministero degli Interni. Ahmadinejad ha detto che boicotterà le elezioni se il Consiglio dei Guardiani lo squalificherà. A lui e ad alcuni funzionari della sua amministrazione è stato vietato di candidarsi alle ultime due elezioni.

Nel campo riformista, tuttavia, nessun candidato di spicco si è registrato. Mohammad Javad Zarif, originariamente indicato come il principale candidato dei riformisti, ha deciso di non partecipare dopo che una sua registrazione audio nella quale critica il comandante iraniano assassinato Qassem Soleimani è trapelata sulla stampa. In assenza del ministro degli Esteri iraniano, Mostafa Tajzadeh è la figura riformista più in vista ad essersi registrato. Tuttavia, la possibilità di Tajzadeh di superare il processo di verifica del Consiglio dei guardiani è minima a causa della sua fedina penale. L’ex consigliere presidenziale è stato imprigionato per sette anni nel 2009 per aver sostenuto il green movement iraniano.

Durante i cinque giorni di registrazione, 592 uomini e donne si sono iscritti alle elezioni presidenziali di giugno. Sabato, il Consiglio dei guardiani avvia il processo di valutazione dei candidati e il 25 maggio il portavoce del Consiglio annuncerà i nomi dei candidati qualificati.

Nigeria

Il leader nigeriano di Boko Haram Abubakar Shekau è stato gravemente ferito, dopo aver tentato di uccidersi per evitare la cattura, durante gli scontri con i jihadisti alleati dello Stato Islamico nel nord del paese: lo hanno riferito giovedì due fonti dell’intelligence.

La fazione di Boko Haram di Shekau e i combattenti della provincia dell’Africa occidentale dello Stato Islamico hanno combattuto nello stato nord-orientale del Borno, dove i militanti dell’ISWAP sono diventati la forza dominante nell’insurrezione jihadista della Nigeria che dura da più di dieci anni. «Per evitare la cattura, Shekau si è sparato al petto e il proiettile gli ha perforato la spalla», ha detto la fonte, aggiungendo: «Era gravemente ferito». Alcuni dei suoi uomini sono riusciti a fuggire con lui verso una destinazione sconosciuta, ha aggiunto la fonte.

Una seconda fonte dell’intelligence ha detto che Shekau è stato gravemente ferito dopo aver fatto esplodere esplosivi nella casa in cui era rintanato con i suoi uomini. «Stiamo indagando», ha dichiarato a AFP il portavoce dell’esercito nigeriano Mohammed Yerima. La grave ferita o la morte di Shekau sarebbe un duro colpo per la sua fazione di Boko Haram, che è già stata indebolita da attacchi aerei militari sulle sue basi e da defezioni tra i suoi uomini. Più di 40.000 persone sono state uccise e oltre due milioni sono state sfollate dalle loro case a causa del conflitto nel nord-est della Nigeria, e i combattimenti si sono estesi in parti dei vicini Ciad, Camerun e Niger.

Spagna

La Guardia Civil spagnola ha recuperato un cadavere rinvenuto mentre galleggiava in mare presso l’enclave nordafricana di Ceuta, a pochi metri dalla riva della spiaggia del Tarajal. Lo riportano la agenzia di stampa Efe e la televisione pubblica spagnola Rtve. Si tratta della seconda persona ritrovata senza vita da quando è iniziata la crisi dei migranti al confine con il Marocco, nella notte tra domenica e lunedì. Non è ancora stata identificata.

Grecia

Centinaia di persone sono state evacuate in Grecia durante il primo grande incendio boschivo della stagione che, alimentato da forti venti, si è sviluppato su una catena montuosa affacciata sul Golfo di Corinto. Non sono state segnalate vittime, ma 17 villaggi e frazioni e due monasteri sono stati evacuati, hanno riferito i vigili del fuoco. Secondo il ministro, quasi 20 km quadrati di pinete sono già stati devastati dalle fiamme.

Albania

Gli Stati Uniti hanno imposto il divieto di ingresso nel loro territorio all’ex premier a capo di Stato albanese Sali Berisha e alla sua famiglia (la consorte e i suoi due figli), perché «coinvolto in atti di corruzione che hanno minato la democrazia in Albania». La decisione è stata firmata dal segretario di Stato Usa Anthony Blinken, nei cui confronti Berisha ha annunciato che «sporgerà querela per calunnia».

L’ex premier albanese di centrodestra, alla guida del paese per otto anni fino al 2013, ancora attivo in politica come membro del parlamento e con grande influenza nel Partito Democratico (principale forza di opposizione di cui è stato il leader storico), ha detto di aver «scelto la Francia come un paese neutrale», dove ha assunto «l’avvocato Battonier Jean Yves Leborgne per rivolgersi al Tribunale correzionale di Parigi». Berisha viene accusato dagli Usa di essere coinvolto «in abusi sui fondi pubblici e interventi nei processi pubblici, sfruttando il proprio potere per trarre profitti personali e arricchire i suoi alleati politici e i membri della propria famiglia, a danno della fiducia del pubblico nei confronti delle istituzioni albanesi».

Regno Unito

«Stiamo lavorando strettamente con i nostri colleghi italiani per concludere prima della fine dell’anno un accordo di cooperazione bilaterale, tra il Regno Unito e l’Italia», ha detto l’ambasciatrice britannica in Italia, Jill Morris, durante l’audizione alla commissione Esteri della Camera. Morris ha poi aggiunto che «non ci saranno più casi del genere» in riferimento al gruppo di europei, compresi italiani, trattenuti nei centri per l’immigrazione e poi rimpatriati dopo aver tentato di entrare nel Regno Unito per lavoro senza il visto necessario.

Canada

Un tribunale canadese giovedì ha stabilito che l’abbattimento del volo PS752 della Ukraine International Airlines avvenuto l’8 gennaio 2020 è stato deliberato e un «atto di terrorismo», aprendo la strada a un possibile risarcimento per le famiglie delle vittime. Il disastro vide la morte di tutte le persone a bordo, 176 tra cui 85 canadesi. È stato aggiunto che gli attacchi erano «la rappresaglia dell’Iran» per l’uccisione da parte degli Stati Uniti di Qasem Soleimani, comandante della Forza Qods del Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica, vicino all’aeroporto di Baghdad in Iraq, avvenuto pochi giorni prima.

Stati Uniti

«I’m scared!.. I’m scared!», ho paura. Sono le ultime parole di Ronald Greene, un afroamericano di 49 anni, mentre un gruppo di poliziotti lo prende a calci, pugni, lo trascina sanguinante per terra continuando a colpirlo con un taser. Di lì a poco l’uomo, che era disarmato, muore. È accaduto in Louisiana, lo stato del sud degli Usa con una triste storia di linciaggi alle spalle. Le immagini shock risalgono al 2019, riprese dalla body cam di uno dei poliziotti dopo un inseguimento ad alta velocità. Per due anni le autorità si sono rifiutate di renderle pubbliche, le ha ora ottenute Associated Press.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha firmato un disegno di legge per affrontare l’improvviso aumento dei crimini ispirati dall’odio contro gli asiatici-americani all’indomani della pandemia Covid-19, e ha espresso la speranza che tali crimini vengano ora conteggiati e segnalati in modo più accurato, in modo che possano essere risolti.
«Fornirà risorse per creare unità specializzate per i crimini d’odio che aiuteranno anche gli stati a creare linee dirette a livello statale e locale che saranno accessibili a persone con scarsa conoscenza dell’inglese. E fornisce risorse per la formazione delle forze dell’ordine statali e locali per identificare, indagare e denunciare questi crimini atroci», ha detto Biden dopo aver firmato la legislazione, diventata legge dopo il suo assenso. All’inizio di questa settimana, la Camera dei Rappresentanti ha approvato la versione licenziata dal Senato del Covid-19 Hate Crimes Act con uno schiacciante voto bipartisan. Questo disegno di legge è stato presentato dalla Senatrice Mazie Hirono e dalla Rappresentante Grace Meng alla Camera, e incorpora il Jabara-Heyer NO HATE Act.

El Salvador

Le autorità hanno dichiarato giovedì che stanno scavando le tombe, scoperte nella casa di un ex agente di polizia, contenenti fino a 40 corpi, la maggior parte dei quali ritenuti di donne. L’esumazione di tutti i corpi potrebbe richiedere un altro mese, hanno detto le autorità. I resti di almeno 24 persone sono stati recuperati finora presso la casa nel comune di Chalchuapa, a circa 78 km a nord-ovest della capitale, San Salvador. Almeno 10 persone sono accusate, ha detto l’ufficio del procuratore generale, tra cui l’ex agente di polizia, Hugo Ernesto Osorio Chavez, la cui casa si trova sullo stesso sito delle tombe. Decine di persone temono che i loro parenti scomparsi possano essere tra i corpi riuniti fuori dalla casa giovedì, mentre i tecnici della scientifica, vestiti con abiti bianchi, stanno rimuovendo gli scheletri da terra.
La scoperta della fossa comune ha portato al centro la questione dei femminicidi nel paese centroamericano di 6,7 milioni di abitanti, che l’anno scorso ha registrato 70 uccisioni di donne. Ce n’erano 111 nel 2019, come mostrano i dati della polizia. Finora, le autorità hanno perseguito nove casi di femminicidio aggravato e altri cinque casi di omicidio aggravato in relazione al caso. «L’asse centrale delle indagini è la violenza sessuale», ha detto alla stampa, all’inizio di questa settimana, la procuratrice Graciela Sagastume.
La violenza contro le donne in America Latina è peggiorata durante la pandemia di coronavirus, secondo i gruppi di aiuto. Separatamente, in Messico, un uomo di 72 anni è stato arrestato questa settimana come sospetto serial killer di donne, hanno riferito i media locali. I resti di diverse persone sono stati trovati nella sua casa nello Stato del Messico durante un’indagine sulla morte di una donna di 36 anni.

Guatemala

Almeno sette detenuti sono stati uccisi, la maggior parte dei quali decapitati, in scontri tra bande rivali in una prigione nel Guatemala occidentale, secondo i funzionari. Centinaia di poliziotti sono stati schierati per ristabilire l’ordine nella prigione di Cantel, che ospita detenuti sia della banda Mara Salvatrucha che dei loro nemici giurati, il Barrio 18, a seguito delle violenze di mercoledì.

Colombia

I blocchi stradali collegati a settimane di proteste antigovernative in Colombia, che hanno causato carenza di cibo e benzina e ostacolato le esportazioni, sono ancora in atto in tutto il paese nonostante un recente ordine presidenziale per eliminarli. I blocchi sono stati organizzati da manifestanti locali che chiedono riforme politiche, camionisti in sciopero e altri. Il governo dice che impedire alle persone la libertà di movimento è un crimine. Il presidente Ivan Duque all’inizio di questa settimana ha ordinato alle forze di sicurezza di spostare i blocchi, ma la polizia nazionale ha detto che a mezzogiorno c’erano 62 proteste in corso e ancora 43 blocchi eretti in 17 delle 32 province della Colombia. Le più colpite sono le strade nelle province sud-occidentali di Huila, Valle del Cauca e Cauca.
Le manifestazioni, a volte letali, erano state originariamente indette alla fine di aprile contro un piano, ora annullato, per aumentare le tasse, ma si sono ampliate per includere richieste come la fine della violenza della polizia, opportunità per i giovani e un reddito di base. In risposta alle proteste, i legislatori hanno accantonato una riforma sanitaria a cui si opponevano molti manifestanti nelle strade. Ci sono stati almeno 2.084 blocchi dall’inizio delle proteste, come mostra un documento del ministero della Difesa condiviso con Reuters, così come 1.781 marce e 4.223 manifestazioni.

Brasile

Greenpeace ha chiesto le dimissioni del ministro dell’Ambiente brasiliano, Ricardo Salles, dopo che i suoi locali sono stati perquisiti nell’ambito di indagini su un presunto schema di contrabbando di legname dall’Amazzonia. «È necessario che il ministro Salles venga immediatamente rimosso dall’incarico, anche se questo non è sufficiente per superare tutti i problemi creati dalla politica anti-ambientale del governo», ha detto Tais Bannwart, portavoce di Greenpeace.

Myanmar

Due funzionari dell’ambasciata del Myanmar a Tokyo sono diventati gli ultimi diplomatici fatti fuori dalla giunta, dopo aver protestato contro il colpo di Stato militare nel loro paese, secondo quanto riferito giovedì dall’agenzia di stampa giapponese Kyodo. L’amministratore Aung Soe Moe e un collega giovane sono stati licenziati dopo aver scioperato, ha detto l’agenzia. Citando un documento trapelato, Kyodo ha detto che circa 100 diplomatici del Myanmar in tutto il mondo sono stati licenziati dopo essersi opposti al colpo di Stato. A febbraio l’esercito del Myanmar ha estromesso la leader civile Aung San Suu Kyi, innescando una massiccia rivolta che le autorità hanno cercato di reprimere con la forza.

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