22 marzo 2022 – Notiziario in genere

Scritto da in data Marzo 22, 2022

Ucraina: i difficili percorsi delle donne trans che scappano dalla guerra: ne abbiamo parlato con Mattia Tundo, fotografo freelance che sta lavorando in Moldavia. Paesi Baschi: a Bilbao tredici donne impiegate nelle pulizie del museo Guggenheim ottengono un aumento salariale dopo uno sciopero di nove mesi. Palestina: donne pioniere nell’utilizzo di pannelli solari nel Centro per le donne del campo di Askar.

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Ucraina

Foto di Алесь Усцінаў

Per le donne trans scappare dalla guerra è particolarmente difficile, perché spesso i documenti non riportano l’identità di genere che si vive e uscire dal paese è formalmente impedito agli uomini tra i 18 e i 60 anni, obbligati alla coscrizione. Tuttavia, alcune donne trans sono riuscite a passare il confine. Ce lo racconta Mattia Tundo, fotografo freelance che collabora con NurPhoto, che sta seguendo le storie di alcune di loro insieme al collega Matteo Placucci, che da anni si occupa di migrazioni e problematiche sociali. In Moldavia il 6 marzo, hanno trovato una sistemazione a Chisinau, la capitale, e da lì si sono spostati ai quattro angoli del paese per coprire tutti i checkpoint principali e le strutture dove transitano le persone rifugiate: Otaci, Palanca, Straseni, Moldexpo e quant’altro. Le donne trans sono costrette ad attraversare il confine illegalmente, nel freddo della notte est-europea, varcando un confine che le possa portare oltre la Moldavia stessa, in paesi in cui finalmente possano vivere la propria vita.

Paesi Baschi

Erano in sciopero dall’11 giugno e sono riuscite a guadagnare un aumento di stipendio del 20%. Così vincono le tredici impiegate di Ferrovial, agenzia che gestisce le pulizie nel museo Guggenheim di Bilbao. Non solo il 20% in più, ma anche il full time per tutte e 15 mensilità. Una bella vittoria dopo uno sciopero a oltranza, che le ha portate ieri a una conferenza stampa festosa di fronte alla pinacoteca. Le lavoratrici torneranno al lavoro domani, mercoledì 23 marzo, dopo una lotta appagante ma decisamente dura.

Palestina

Nel Centro delle donne di Askar, nato nel 1967, dopo ben due anni saranno installati i pannelli solari, in una storia di successo sul piano del genere e della sostenibilità. Oltre a coprire le proprie esigenze, il centro potrà fornire energia a insediamenti attualmente indebitati. Le attività del centro sono per altro numerose: un asilo per 95 bambini e bambine, un salone di bellezza, stanze per la formazione, aiuti alle persone con disabilità. Il centro è infatti volto soprattutto ad aiutare la possibilità di formazione e lavoro per le donne del campo. Senza l’aiuto dell’UNRWA l’installazione dei pannelli solari non sarebbe stata possibile ma le donne di Askar, che hanno seguito una formazione specifica al riguardo, sono molto orgogliose di essere le prime in West Bank a utilizzare una tecnologia del genere, anche per le ripercussioni sulla sostenibilità che questa avrà pure al di fuori del centro.

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