6 agosto 2019 – Notiziario
Scritto da Radio Bullets in data Agosto 6, 2019
Brasile: Leader di una gang tenta di evadere di prigione vestito come la figlia (in copertina). Venezuela: Gli Stati Uniti impongono l’embargo economico totale. India: scommette la moglie al gioco e la fa violentare. Yemen: costano troppo le pecore da sacrificare per la festa dell’Eid el Fitr. Turkmenistan: il presidente non è morto, solo in vacanza. Nuova Zelanda pronta a modernizzare la legge sull’aborto, una pratica medica che non deve criminalizzare. Raddoppia in 15 anni, il numero degli attivisti ambientali uccisi. Questo e molto altro nel webnotiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Brasile
Il leader di una gang brasiliana ha tentato di evadere da una prigione di Rio de Janeiro travestito come la figlia adolescente. Clauvino da Silva si è vestito con gli abiti della figlia in visita e ha indossato persino una parrucca e una maschera di silicone mentre tentava di fuggire dalla prigione di Gericino. La sua fuga è stata sventata quando le guardie sono diventate sospettose dal suo comportamento nervoso e strano. Il suo piano prevedeva di lasciare la figlia di 19 anni in prigione.
https://www.youtube.com/watch?v=NDdh2pKetPU&feature=youtu.be
Venezuela
Il presidente americano Trump ha ordinato il blocco degli asset del governo venezuelano negli Stati Uniti. Un embargo economico totale. Firmato un ordine di congelamento che vieta transazioni con l’esecutivo salvo esplicite eccezioni. Ora il Venezuela fa il paio con La corea del nord, Iran, Siria e Cuba e che lo pone nello stesso tipo isolamento economico.
Iran
Sono stati giustiziati due attivisti Ahwazi nella prigione di Fajer nella città di Dazful dopo mesi di torture che li ha costretti a firmare false confessioni. alle famiglie dei due uomini, il 38 enni Abudllah Karmollah Chab e il 32enne Ghassem Abdullah, è stata notificata l’esecuzione durante un breve telefonata che li ha informati che non avranno indietro i corpi dei loro cari. E non gli è stato neanche detto dove sono stati sepolti. Li hanno però avvisati di non fare nessuna cerimonia funebre per loro. Di solito i corpi vengono trattenuti per non esporre le torture al pubblico. E un eventuale funerale potrebbe finire in una protesta. Amnesty International ha chiesto numerose volte che non venissero uccisi, che fossero sottoposti ad un processo corretto. I due erano accusati, senza che siano mai state fornite prove di rappresentare una minaccia per la sicurezza nazionale, di corruzione sulla terra, di essere nemici di Dio e di avere legami con il movimento politico degli Ahwazi all’estero.
India
Revocata l’autonomia del Kashmir in parte indiana, cancellato il relativo articolo della Costituzione. Il 370. Timori di rivolte. Per molti kasmirini, l’articolo 370 era la principale giustificazione per far parte dell’India, revocandolo, il partito Bjp, ha cambiato irrevocabilmente le relazioni di Delhi con la regione.
E ancora India: Secondo News 18 e NDTV un uomo del distretto di Jaunpur ha scommesso sua moglie e lasciato che suo cugino e un suo amico la violentassero dopo aver finito i soldi. Si dice che gli uomini frequentino spesso la casa della coppia per giocare d’azzardo e bere. La donna si era rivolta a suo zio per chiedere aiuto. Tuttavia, suo marito l’ha trovata, si è scusato e l’ha portata a casa. Poi lei stessa ha raccontato che mentre stavano tornando a casa, suo marito si è fermato lungo la strada e ha lasciato che i due uomini la violentassero una seconda volta. La polizia inizialmente ha rifiutato di aprire un caso di stupro fino a quando non gli è stato ordinato di farlo dal tribunale locale.
Omicidi ambientali
Le uccisioni di difensori dell’ambiente sono raddoppiate negli ultimi 15 anni fino a raggiungere livelli solitamente associati alle zone di guerra, secondo uno studio che rivela come gli omicidi di attivisti siano concentrati in paesi con la peggiore corruzione e le leggi più deboli. Almeno 1.558 persone in 50 stati sono state uccise tra il 2002 e il 2017 mentre cercavano di proteggere la loro terra, l’acqua o la fauna selvatica locale, afferma l’analisi, che calcola il bilancio delle vittime è quasi la metà di quella delle truppe statunitensi uccise in Iraq e Afghanistan dal 2001.
Lo studio, pubblicato su Nature Sustainability, tenta di identificare i driver più importanti per gli omicidi dei difensori dell’ambiente e della terra.
Quasi tutte le uccisioni sono avvenute nei paesi con il punteggio più basso per corruzione, diritti fondamentali, poteri del governo, trasparenza e controllo legale. La maggior parte di questi erano nei paesi tropicali e subtropicali, in particolare in America centrale e meridionale. Solo il 10% degli omicidi di un difensore si traduce in una condanna, rispetto a una media del 43% per tutti gli omicidi globali, afferma lo studio. “Il bilancio è incredibile”, ha dichiarato Nathalie Butt, autrice principale e ricercatrice presso l’Università del Queensland. “Il conflitto sulle risorse è la questione, ma la corruzione è il problema”.
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