Chiamami con il mio nome – Ep.4

Scritto da in data Maggio 13, 2021

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di Jessica Panizza.
Andria, 17 gennaio 2020.  Gianna, all’età di 49 anni, muore. Era una persona trans ma la famiglia scrive Giovanni sui manifesti. Gianna era Gianna, e Giovanni? Non si sa più neanche chi fosse. Ma a essere commemorato è lui.
Lilla, Francia, 17 dicembre 2020, Fouad, studentessa trans si suicida a 17 anni: pochi giorni prima era stata allontanata da scuola perché indossava una gonna. La preside, dopo la sua morte, utilizza pronomi al maschile per ricordarla.
«Capisco il desiderio di essere te stesso – le aveva detto, filmata da un cellulare a sua insaputa − ma dobbiamo accompagnarti al meglio, perché qui ci sono sensibilità diverse, secondo l’età e l’educazione».
Torniamo nel nostro paese. Tragedia a Caivano. Speronata e uccisa Maria Paola Gaglione: il fratello non accettava la sua relazione con un ragazzo trans, Ciro Migliore. Sui giornali? Si parla di lui al femminile. La repubblica scrive: «Il giovane ha seguito la sorella e la compagna per parecchi minuti, cercando con dei calci di farle cadere dallo scooter. Poi, in una curva, il mezzo con a bordo le due ragazze, colpito più bruscamente, ha perso aderenza finendo fuori strada. Maria Paola è morta sul colpo mentre l’amicache da un po’ si faceva chiamare Ciro, è stata più fortunata, perché caduta sul selciato. È stata poi ricoverata in ospedale». Al TG1 Ciro è stato chiamato addirittura Cira, con il suo nome di battesimo. Questo è fare misgendering. «Chiamare le persone trans con il nome che ormai hanno abbandonato (il loro dea naming) è violenza», ha scritto qualche tempo fa la giornalista Sam Riedel.
Partendo dall’analisi del racconto di alcuni fatti di cronaca, Jessica Panizza dà l’avvio a una riflessione sull’uso del linguaggio di genere in ambito giornalistico che continuerà anche nei prossimi episodi del podcast “Chiedilo a l*i. Dal linguaggio alla discriminazione è un attimo. A caccia di domande giuste sull’identità di genere”.
Nato all’interno del laboratorio di Lingua, linguistica e giornalismo tenuto da Angela Zurzolo presso la SSML San Domenico di Roma, al podcast hanno lavorato le studentesse under 21 del corso universitario in Traduzione e mediazione linguistica: Martina Zimpi, Jessica Panizza, Lucrezia Fasano, Alice Petri e Fabiola Perotti. 
Ad arricchire le loro riflessioni ci saranno: la sociolinguista Vera Gheno, che ha proposto l’uso dello schwa per rendere inclusivo il linguaggio; Alessandro Fusacchia, deputato che ha presentato un ddl per promuovere la parità di genere nei testi scolastici; Arianna Rogialli, consulente in materia di sessuologia ed educazione sessuale; le testimonianze di due giovani che hanno subito episodi di discriminazione; le voci di coloro che hanno partecipato al minisondaggio “Una società paritaria per un giorno”.

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