14 maggio 2021 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Maggio 14, 2021
Ascolta il podcast
- Israele e Palestina: un conflitto il cui prezzo pagano i civili (copertina).
- Stati Uniti: rinviato il processo dei tre ex agenti di polizia coinvolti nell’omicidio di George Floyd.
- Brasile: militari rinviati a giudizio per omofobia.
- Il Myanmar libera il giornalista giapponese detenuto, ritirate le accuse contro di lui.
- Arabia Saudita: liberato il magnate dell’edilizia Bakr Bin Laden.
- Il Venezuela fissa la data per le elezioni regionali, l’opposizione pesa la sua partecipazione.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Israele e Palestina
- Bashar Ahmed Ibrahim Samoor, 17, Khan Younis
- Yazn Sultan Mohammed el-Masry, 2, Beit Hanoun
- Ibrahim Yunis Atallah al-Masry, 11, Beit Hanoun
- Yehya Mazan Shahada Khalifa, 14, Gaza
- Lina Eyad Fathi Shreer, 16, Gaza
- Mustafa Mohammed Mahmoud Abeed, 17, Jabalia
- Ibrahim Abdallah Mohammed Hassnain, 16, Beit Hanoun
- Mohammed Saber Ibrahim Sulaiman,16, Jabalia
- Hussein Munir Hussein Hamd, 11, Beit Hanoun
- Baraa Wassam Ahmed al-Gharabli, 6, Gaza
- Rahf Mohammed Atallah al-Masri, 10, Beit Hanoun
- Marwaan Yusef Atallah al-Masry, 7, Beit Hanoun
- Hamza Mahmoud Yaseen Ali, 12, Gaza
- Hala Hussein, Raafat al-Reifi, 14, Gaza
- Zeid Mohammed Awda al-Talabani, 5, Gaza
- Ammar Teiseer Mohammed Al-Amoor, 11, Khan Yunis
- Hamada Atiya Abed al-Amoor, 13, Khan Yunis
Sono solo i primi 17 dei 31 minori di Gaza uccisi dai bombardamenti israeliani in un confronto che non si placa da quattro giorni con attacchi transfrontalieri da entrambe le parti e che il premier israeliano Netanyahu ha sottolineato andrà avanti per tutto il tempo necessario e che Hamas pagherà un prezzo molto alto. Intanto ha pagato una famiglia intera, tra cui una donna incinta recuperata nella zona di Sheik Zayed, il papà e altri quattro figli. Le vittime palestinesi sono salite a 113, 7 quelle israeliane tra le quali 2 minori. Le truppe israeliane hanno circondato la Striscia dalla quale sono partiti centinaia di razzi lanciati a caso verso il territorio israeliano, in risposta i missili israeliani hanno colpito postazioni di Hamas e dirigenti dell’organizzazione. Oggi si terrà un’altra riunione del Consiglio di sicurezza sulla questione nel tentativo di trovare una soluzione temporanea alla violenza ma non sarà facile perché gli americani si oppongono a tutto in difesa di Israele. Come se non bastasse tre razzi sono stati lanciati ieri sera dal sud del Libano, tutti finiti nel Mar Mediterraneo.
Dopo una giornata di violenze a Gerusalemme, lunedì scorso, che ha provocato il ferimento di oltre 700 palestinesi dopo che la polizia israeliana ha preso d’assalto la moschea di al-Aqsa, la situazione già tesa è esplosa. I gruppi armati a Gaza hanno lanciato oltre 1.750 razzi e Israele ha colpito quasi 1.000 obiettivi a Gaza. Funzionari palestinesi dicono che almeno 500 unità abitative sono state danneggiate e distrutte e i commercianti vicino ai siti di esplosione stanno contando le loro perdite. Secondo Associated Press, una delegazione di alti funzionari della sicurezza egiziana si trova a Tel Aviv nel tentativo di mediare un allentamento del conflitto, dopo essersi recata a Gaza per incontrare la leadership di Hamas. Non si è parlato di un cessate il fuoco quando il portavoce di Hamas Abu Ubaida si è rivolto al pubblico. Minacciare Gerusalemme e la moschea di al-Aqsa significa che «la decisione di colpire Tel Aviv, Gerusalemme, Dimona, Ashkelon e Be’er Sheva è più facile per noi che bere acqua».
Ha ribadito che i gruppi chiedono a Israele di astenersi dall’attaccare i fedeli musulmani alla moschea di al-Aqsa e di ritirare le forze di sicurezza dalla zona di Gerusalemme Est, di Sheikh Jarrah, dove le famiglie palestinesi devono affrontare lo sfratto in quello che vedono come un tentativo di annessione delle loro terre ma che Israele vede legittimo.
In Israele, il primo ministro Benjamin Netanyahu ha promesso di ristabilire l’ordine dopo che gli scoppi di violenza intercomunitaria nelle città miste arabe e israeliane hanno visto bande itineranti e folle che lanciavano pietre.
«Niente giustifica il linciaggio degli arabi da parte degli ebrei e niente giustifica il linciaggio degli ebrei da parte degli arabi», ha detto il primo ministro dopo che dozzine di israeliani ultranazionalisti di estrema destra hanno trascinato un uomo che credevano fosse arabo dalla sua macchina e lo hanno picchiato per strada finché martedì sera è rimasto incosciente. A migliaia di chilometri dai razzi e dalle bombe, gli ambasciatori di Israele e Palestina hanno condotto le loro schermaglie diplomatiche alle Nazioni Unite. Entrambi hanno inviato lettere ampiamente condivise condannando le azioni dell’altra parte, mentre i diplomatici convocano il terzo incontro di emergenza sulla crisi nella speranza di ottenere una dichiarazione ufficiale del Consiglio di sicurezza dell’ONU senza un altro veto degli Stati Uniti, con Biden che ha detto che i bombardamenti israeliani a Gaza non sono una reazione sproporzionata.
Arabia Saudita
L’Arabia Saudita ha rilasciato il magnate dell’edilizia Bakr bin Laden, 70 anni, più di tre anni dopo il suo arresto come parte di un’epurazione dell’élite del regno che ha ribaltato il suo vasto impero economico: lo rivelano due persone vicine alla sua famiglia.
L’ex presidente del Binladin Group, la più grande società di costruzioni dell’Arabia Saudita, si è riunito la scorsa settimana con la sua famiglia nella città di Jeddah, sul Mar Rosso, dopo essere stato liberato da un luogo di detenzione segreto, hanno riferito fonti a AFP.
Non è chiaro se il rilascio di Bakr, fratellastro del defunto leader di al-Qaida Osama bin Laden, che una volta era considerato un importante intermediario di potere nel regno, sia provvisorio poiché i suoi movimenti sono ancora limitati, ha detto una delle fonti. La famiglia Bin Laden, detta anche i Rockefeller dell’Arabia Saudita per i loro tentacolari progetti infrastrutturali, ha raccolto enormi ricchezze per decenni grazie alla sua vicinanza alla famiglia reale Al Saud.
Ma le loro fortune sono precipitate nel novembre 2017 quando membri della famiglia reale, ministri del governo e magnati degli affari sono stati coinvolti in un’improvvisa ondata di arresti orchestrati dal principe ereditario Mohammed bin Salman, sotto la bandiera di una campagna anti-corruzione.
Middle East Eye rivelò all’epoca che alcuni dei detenuti erano stati picchiati e torturati così duramente durante il loro arresto e i successivi interrogatori che sono state necessarie cure ospedaliere. L’epurazione contro altri membri della famiglia reale non aveva precedenti nella storia moderna del regno. Bakr e altri due fratelli, Saad e Saleh, erano tra quelli che furono per mesi nell’hotel Ritz-Carlton di Riyadh, poi ampiamente soprannominato “prigione a cinque stelle”. La repressione ha scosso gli investitori privati, proprio come il regno ha cercato di attirare capitali per diversificare l’economia.
La maggior parte dei detenuti, compresi Saad e Saleh, sono stati successivamente rilasciati dopo “accordi” finanziari non chiari con il governo. Ma a entrambi i fratelli è stato vietato di viaggiare all’estero e inizialmente sono stati costretti a indossare braccialetti elettronici alla caviglia per tenere traccia dei loro movimenti.
Somalia
La missione dell’Unione Africana (UA) in Somalia, Amisom, continuerà a operare fino al 31 dicembre, a elezioni fatte e dopo che la situazione della sicurezza si sarà stabilizzata. La decisione della proroga di Amisom, riferisce la Bbc, è stata presa in una riunione tenuta dai 15 membri che compongono il Consiglio per la pace e la sicurezza dell’Unione Africana: Kenya, Gibuti, Etiopia, Egitto, Nigeria, Algeria, Benin, Burundi, Camerun, Ciad, Ghana, Lesotho, Malawi, Mozambico e Senegal. Questa risoluzione è una buona notizia per la Somalia, che dal 2007 fa affidamento sui soldati di Amisom, e sarà trasmessa al Consiglio di sicurezza dell’Onu, che pure supporta la missione nel paese del Corno d’Africa, per l’approvazione in questo mese. Amisom ha conosciuto ogni anno una proroga del proprio mandato per la protezione di importanti strutture, il sostegno alle forze governative e la lotta contro l’organizzazione jihadista al-Shabaab.
Coronavirus: Stati Uniti, le persone vaccinate possono stare senza mascherina e ridurre le distanze.
Russia
L’agenzia spaziale russa Roscosmos ha annunciato che invierà l’attrice Yulia Peressild e il regista Klim Chipenko a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (Iss) per realizzare il primo film girato nello spazio. «La partenza della spedizione è prevista per il 5 ottobre 2021 dal cosmodromo di Baikonur a bordo della navicella Soyuz MS-19», secondo quanto comunicato da Roscosmos.
Stati Uniti
Joe Biden ha firmato un ordine esecutivo per rafforzare le capacità federali nella cyber sicurezza e incoraggiare il miglioramento degli standard di sicurezza digitale nel settore privato, che è stato colpito da una raffica di hackeraggi. Una mossa che segue l’attacco digitale al Colonial Pipeline, il più grande oleodotto Usa, da parte di hacker russi. Il decreto presidenziale stabilisce una serie di iniziative volte a dotare le agenzie federali di migliori strumenti di cyber sicurezza. Il provvedimento richiede inoltre alle società di software che vendono i loro prodotti al governo di mantenere certi standard di sicurezza e di riferire se sono stati colpiti da hacker.
Il processo contro Thomas Lane, J. Alexander Kueng e Tou Thao sarà rinviato a marzo del 2022, ha stabilito un giudice giovedì. Gli ex agenti di polizia di Minneapolis, che stanno anche affrontando accuse federali per l’omicidio di George Floyd, sono anche indagati dallo Stato per favoreggiamento. Il processo per gli ex agenti doveva iniziare il 23 agosto. Ma il giudice della contea di Hennepin Peter Cahill lo ha rinviato al 7 marzo, citando le accuse federali contro i tre annunciate la scorsa settimana. Il giudice ha anche affermato di voler mettere una distanza tra il processo di stato e la massiccia pubblicità che ha circondato il processo per omicidio di Derek Chauvin, che Cahill ha pure supervisionato. Nelle accuse federali, Kueng e Thao sono accusati di non essere intervenuti per impedire a Chauvin di premere il ginocchio sul collo di Floyd per più di nove minuti sull’asfalto, l’anno scorso. Insieme a Lane, gli ex agenti sono anche accusati di aver mostrato “deliberata indifferenza” alla sofferenza di Floyd, non avendo fornito cure mediche. Kueng, 27 anni, e Lane, 38 anni, sono stati i primi ufficiali a rispondere al negozio Cup Foods nel sud di Minneapolis dopo che un cliente − in seguito identificato come Floyd − aveva presumibilmente utilizzato una banconota da $ 20 contraffatta per effettuare un acquisto. Thao, 35 anni, è poi arrivato con Chauvin. Una giuria ha dichiarato Chauvin colpevole di omicidio e omicidio colposo il mese scorso. Riceverà la sentenza il 25 giugno.
Messico
Un candidato sindaco in una città del Messico settentrionale è stato ucciso giovedì, l’ultimo di una serie di attacchi che sono costati la vita a più di tre dozzine di persone in corsa per le elezioni. L’omicidio è avvenuto al confine settentrionale dello stato di Sonora. La vittima, Albel Murrieta, era anche un ex procuratore generale dello stato. L’ufficio del pubblico ministero non ha detto come è morto, ma un video lo ha mostrato sdraiato inerte su un marciapiede con il sangue sul viso e quello che sembrava essere un bossolo nelle vicinanze. Murrieta era il candidato sindaco del piccolo partito del Movimento dei cittadini della borgata di Ciudad Obregon, Sonora e delle zone circostanti. L’area è stata teatro di sanguinose battaglie tra diversi cartelli e bande alleate che cercavano di controllare la redditizia rotta del contrabbando verso il confine statunitense.
Secondo la società di consulenza Etellekt, 31 candidati sono stati uccisi tra settembre e aprile in Messico, diventando così la seconda elezione più violenta dal 2000, dietro solo alla campagna del 2018. La maggior parte dei candidati uccisi era in lizza per le candidature o per le cariche locali o statali.
Panama: terremoto 6.0. Terremoto di stessa potenza colpisce anche il nord est del Giappone, nessuna minaccia tsunami
Venezuela
Il presidente del Consiglio elettorale venezuelano Pedro Calzadilla ha dichiarato giovedì che il paese terrà le elezioni regionali e locali il 21 novembre, nonostante la richiesta dell’opposizione questa settimana che si voti anche per le elezioni presidenziali e parlamentari. Le elezioni del sindaco e del governatore saranno le prime supervisionate dal nuovo consiglio, nominato all’inizio di questo mese, che comprende tre membri legati al Partito socialista al governo del presidente Nicolas Maduro e due membri vicini all’opposizione. I forum precedenti erano stati composti esclusivamente da lealisti di Maduro.
La nomina del nuovo consiglio ha spinto alcuni politici dell’opposizione a sostenere la partecipazione alle elezioni, dopo aver boicottato le elezioni presidenziali e parlamentari negli ultimi anni sulla base del fatto che le condizioni non erano libere ed eque. Ma il leader dell’opposizione Juan Guaidó, riconosciuto dagli Stati Uniti e dalla maggior parte delle democrazie occidentali come legittimo presidente del Venezuela, ha detto questa settimana che il paese sudamericano dovrebbe tenere anche elezioni presidenziali e parlamentari, e ha proposto che gli Stati Uniti revochino progressivamente le sanzioni se Maduro fosse d’accordo. Guaidó e Washington etichettano Maduro un dittatore che ha truccato la sua rielezione del 2018 e abusa del suo potere per soffocare il dissenso. Maduro sostiene che l’opposizione sta cercando di cacciarlo con un colpo di stato e indica la decisione di boicottare le elezioni come prova della loro mancanza di impegno per la democrazia.
Brasile
In Brasile, undici persone, tra cui sei poliziotti militari e un vigile del fuoco, sono state rinviate a giudizio per il reato di omofobia contro due agenti che hanno pubblicato una foto sui social baciando i loro rispettivi compagni. La foto dei baci è stata scattata durante una cerimonia svoltasi a Brasilia nel gennaio 2020. La procura del Distretto Federale ha identificato e denunciato undici persone per «aver praticato, indotto o incitato alla discriminazione o al pregiudizio su razza, colore, etnia, religione, origine, condizione di persona anziana o disabile, sesso, orientamento sessuale o identità di genere». Poiché il reato è stato commesso attraverso i social, la pena varia da due a cinque anni di reclusione più una multa. La procura vuole anche che gli imputati paghino un risarcimento per danni morali alle quattro vittime.
Nepal
Due alpinisti, uno svizzero e uno statunitense, sono morti ieri sul monte Everest. Lo hanno annunciato oggi gli organizzatori della spedizione a cui partecipavano i due scalatori, la Seven Summit Treks. Sono le prime vittime di questa stagione in Nepal. L’alpinista svizzero «ha sofferto di sfinimento» dopo aver raggiunto la vetta (8.848,86 mt), ha detto lo sherpa Chhang Dawa. L’alpinista americano era arrivato al gradino di Hillary quando è stato colto da cecità da neve e sfinimento: è stato aiutato a ridiscendere ma è morto poco dopo al campo 4. I corpi delle due vittime sono ancora in quota, a causa del meteo sfavorevole che ne impedisce il recupero.
Myanmar
Un giornalista freelance giapponese arrestato dalle forze di sicurezza in Myanmar a metà aprile e accusato di aver diffuso “fake news” sarà rilasciato e le accuse contro di lui ritirate, secondo quanto riportato dalla TV di stato giovedì.
L’ufficio informazioni della giunta ha detto che Yuki Kitazumi, 45 anni, è stato arrestato e incriminato per aver sostenuto il movimento di disobbedienza civile anti-colpo di stato e proteste violente, e per non aver rispettato i regolamenti sui visti.
La decisione è stata presa «in considerazione delle relazioni cordiali tra Myanmar e Giappone fino a ora e in vista delle future relazioni bilaterali, e su richiesta dell’inviato speciale del governo giapponese per la riconciliazione nazionale del Myanmar». Kitazumi avrebbe potuto affrontare una pena detentiva fino a tre anni se condannato ai sensi del codice penale modificato dopo il colpo di Stato militare del primo febbraio.
Il giornalista, che in precedenza aveva lavorato per il quotidiano economico Nikkei con sede a Tokyo, aveva coperto le proteste antigovernative e pubblicato online informazioni sui social media ritenute critiche nei confronti dei militari. Il segretario capo di gabinetto Katsunobu Kato, massimo portavoce del governo giapponese, il 20 aprile, durante un regolare briefing, aveva chiesto che le forze di sicurezza in Myanmar liberassero Kitazumi. L’esercito ha intensificato la repressione della stampa e, secondo i media di Internet “Reporting ASEAN”, 80 giornalisti sono stati arrestati.
Cina
Dal 2014 a oggi la Cina ha messo in carcere almeno 630 imam e altre figure religiose musulmane nella regione dello Xinjiang, dove abita la minoranza uigura. Lo denuncia una ricerca dell’Uyghur Human Rights Project di cui la Bbc ha preso visione. Molti dei religiosi uiguri arrestati da Pechino sono stati accusati di «propaganda estremista», «chiamata a raccolta di folla per disturbare l’ordine sociale» e «incitamento al separatismo». Secondo le testimonianze dei familiari dei religiosi, le loro vere “colpe” sono la predicazione o la convocazione di gruppi di preghiera o semplicemente “essere imam”. L’Uyghur Human Rights Project ha monitorato la sorte di 1.046 religiosi musulmani − la stragrande maggioranza dei quali uiguri − grazie a documenti del tribunale, testimonianze delle famiglie e resoconti dei media. Tutti sono stati arrestati, ma solo di 630 si è avuto riscontro. Di questi, sottolinea la ricerca, la metà, circa 304, è stata messa in carcere e non nei cosiddetti “campi di rieducazione” che vengono spesso citati quando si parla delle politiche della Cina nello Xinjiang.
Taiwan
Taiwan ha dovuto avviare un blackout elettrico a rotazione nell’isola a causa di un blocco alla centrale elettrica a carbone di Hsinta, la più grande dell’isola, situata a Kaohsiung, città portuale nel sud. In un avviso, il governo ha detto di non poter assicurare abbastanza capacità energetica nella sua rete di distribuzione.
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