Gaza, aiuti fermi alle frontiere
Scritto da Radio Bullets in data Gennaio 19, 2024
Regole confuse e arbitrarie sul tipo di aiuti che possono entrare a Gaza “fanno sì che migliaia di articoli essenziali vengano fermati ai valichi di frontiera e impediscano di raggiungere chi ne ha disperatamente bisogno”. Lo denuncia oggi ActionAid.
Tra gli articoli respinti durante le ispezioni ci sono le bombole di ossigeno e gli anestetici per gli ospedali, vitali per i feriti dei bombardamenti aerei come quei 10 bambini e bambine che in media ogni giorno devono subire l’amputazione di una o entrambe le gambe.
Secondo quanto è stato riferito ad ActionAid, l’ingresso di frutta con nocciolo viene rifiutato con la spiegazione che potrebbero essere usate come proiettili o per piantare alberi e lo stesso vale per i pali per le tende, fondamentali per fornire un riparo all’1,9 milioni di sfollati di Gaza.
All’interno della Striscia
Anche chi cerca di distribuire gli aiuti consegnati all’interno di Gaza si trova di fronte a sfide enormi. Non solo manca il carburante per il trasporto, ma molte strade sono state distrutte dai bombardamenti aerei, mentre altre, a causa dell’intenso sovraffollamento, ospitano tendopoli allestite dagli sfollati, rendendole impossibili da utilizzare.
I frequenti blackout delle comunicazioni – come quello che Gaza sta vivendo dal 12 gennaio, il più lungo finora – hanno reso ancora più difficile il coordinamento delle operazioni. Gli operatori umanitari all’interno di Gaza, compresi i membri del nostro staff, sono completamente esausti e sottoposti a un’immensa pressione per gestire la distribuzione degli aiuti, e devono essi stessi affrontare la fame, le perdite e i traumi come il resto della popolazione.
Prima del 7 ottobre, entravano a Gaza ogni giorno una media di 500 camion che trasportavano aiuti umanitari e altre forniture, ma ora le autorità israeliane stanno limitando il numero degli accessi consentiti. Mercoledì sono entrati a Gaza solo 98 camion in totale. Il valico di Kerem Shalom – uno dei principali punti di transito per le merci a Gaza, che ha la capacità di far transitare fino a 1.000 camion al giorno – è stato aperto a dicembre, ma da allora solo il 22% dei camion che trasportano aiuti a Gaza sono passati da questo punto, secondo l’UNOCHA.
Gli aiuti
Una risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, approvata a dicembre, che chiedeva di aumentare gli aiuti a Gaza, prevedeva anche un meccanismo delle Nazioni Unite per monitorare gli aiuti che entravano nel territorio, ma questo non è ancora stato attuato. Chiediamo che qualsiasi processo di screening sia neutrale, trasparente e rapido, per garantire che le forniture critiche tanto necessarie possano entrare nel territorio, e che le restrizioni sul numero di camion autorizzati ad entrare siano riportate, come minimo, ai livelli precedenti al 7 ottobre.
“È incredibilmente frustrante che venga impedito l’ingresso a Gaza di aiuti cruciali, quando sappiamo che le necessità sono salite a un livello impressionante. Ci troviamo ora di fronte a una situazione paradossale, in cui solo pochi chilometri separano magazzini che pullulano di prodotti rifiutati ma vitali, come cibo e forniture mediche, e persone disperate che muoiono di fame e di dolore. Devono esserci maggiore chiarezza, trasparenza e coerenza su quali articoli sono consentiti”, dice Riham Jafari, Coordinatrice Advocacy e Comunicazione di ActionAid Palestina.
“Il dovere di tutte le parti in conflitto di garantire il passaggio rapido e senza ostacoli degli aiuti umanitari per i civili è sancito dal diritto umanitario. Attualmente il processo di ispezione è troppo lento e il numero di camion autorizzati all’ingresso è troppo basso. Tuttavia, anche permettere l’ingresso di più aiuti a Gaza non servirà a fermare le decine di morti e feriti causati dagli attacchi aerei, ed è per questo che continueremo a chiedere un cessate il fuoco immediato e permanente. I problemi di distribuzione degli aiuti continueranno fino a quando le bombe non smetteranno di cadere e sarà sicuro e praticamente fattibile raggiungere le persone bisognose su larga scala”.
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