I soldi dei talebani

Scritto da in data Gennaio 16, 2022

Il 14 agosto 2021 i talebani, nel pieno del ritiro delle truppe americane e dei loro alleati, hanno preso il potere in Afghanistan e ora, almeno in teoria, gestiscono e sono responsabili del paese. Prima del loro arrivo la “terra degli aquiloni e dei melograni” era una repubblica islamica e gli Stati Uniti finanziavano gran parte del governo. Quando i talebani ne hanno preso il controllo lo hanno trasformato in un Emirato Islamico e tutti gli aiuti, sia dagli Stati Uniti che da altri paesi, e il lavoro delle Ong − tranne alcune − è stato sospeso. Per l’Onu è stato uno “shock fiscale” senza precedenti.
Per questioni umanitarie alcune sanzioni saranno revocate, ma rappresenta una parte molto piccola delle entrate complessive di cui i talebani hanno estremo bisogno per gestire il paese.

I talebani, dove troveranno i soldi?

Essenzialmente i talebani hanno quattro modi per generare reddito. Il primo modo per fare soldi è rappresentato dalle donazioni di altri paesi come Pakistan e Russia: il primo non solo è un alleato ma rappresenta il terreno di fondazione dei talebani, mentre il secondo ha un interesse geopolitico nella regione. Ci sono anche donatori privati e, secondo gli esperti, potrebbero arrivare a tirare su 500 milioni di dollari all’anno, che secondo il primo bilancio pubblicato dai talebani giovedì, come si legge su Reuters, coprirebbe solo il necessario per i primi 4 mesi del 2022. I legami con i donatori privati non sono nati oggi: la CIA ha stimato − in un rapporto riservato che è trapelato − come i leader talebani e il loro gruppo abbiano ricevuto 106 milioni di dollari nel 2008 da donatori al di fuori del paese. Secondo un funzionario statunitense dell’antiterrorismo, i maggiori sostenitori privati vengono dall’Arabia Saudita, dal Pakistan, dall’Iran e da alcune nazioni del Golfo Persico.

Nel budget approvato non si fa menzione degli aiuti stranieri. L’assistenza internazionale rappresentava il 40% del prodotto interno lordo dell’Afghanistan e l’80% del suo budget, quando il governo era sostenuto dagli Stati Uniti. «Per la prima volta negli ultimi 20 anni è stato approvato un budget che non dipende dagli aiuti stranieri e per noi è un grande riconoscimento», ha detto il ministro dell’Economia Ahmad Wali Haqmal. Il budget di 508 milioni di dollari (53,9 miliardi di afghani) coprirebbe il primo quadrimestre del 2022, come già accennato, e servirà soprattutto a finanziare le istituzioni pubbliche. Haqmal ha detto che gli impiegati pubblici che non ricevono lo stipendio da mesi, lo avranno entro la fine di gennaio. Le donne che prima lavoravano nell’amministrazione saranno pagate, ma non torneranno al loro lavoro. Circa 4,7 milioni di afghani saranno spesi per lo sviluppo di progetti, tra cui infrastrutture e trasporti. Il primo budget annuale verrà annunciato a marzo, cambiando l’anno fiscale per farlo coincidere con il calendario solare che usano gli afghani.

Il secondo modo per racimolare soldi per i talebani è l’estrazione delle risorse minerarie. Date le guerre decennali, molte delle risorse naturali del paese (tra cui il prezioso litio) non sono state sfruttate al massimo del loro potenziale. L’industria mineraria, secondo i funzionari afghani, vale circa un miliardo di dollari a cui si può aggiungere, cosa che già fanno, la regolare estorsione o la presa di controllo delle operazioni minerarie legali e illegali, spesso avendo a che fare con la Cina che ha già messo le mani su molti giacimenti.

Terzo e altro modo per fare soldi è rappresentato dal traffico illegale di droga, in particolare di oppio o, nella sua forma raffinata, dell’eroina che ormai da qualche hanno si produce anche in Afghanistan che ne è il più grande esportatore al mondo. Si stima che le tasse sull’oppio costituiscano circa il 60% delle entrate dei talebani (tra i 100 e i 400 milioni all’anno). È anche il secondo esportatore di hashish dopo il Marocco.

L’ultimo modo per guadagnare è l’imposizione di tasse. A partire dai commercianti e, come è accaduto in passato, ai progetti di sviluppo come scuole o ospedali finanziati dall’Occidente.

Quanto guadagnano i talebani?

Purtroppo, visto che la maggior parte dei modi in cui raccolgono i soldi sono illegali o in qualche modo non ufficiali, è difficile dirlo: secondo alcune stime, il gruppo raccoglierebbe tra i 300 milioni di dollari e gli 1,59 miliardi all’anno. Ma la Banca Centrale di Kabul ha presto ricordato che per gestire uno stato come l’Afghanistan, con 36 milioni di persone, servono almeno tra gli 8 e i 10 miliardi l’anno.
I talebani, se non fossero talebani, avrebbero accesso a fondi che ora non possono toccare a causa delle sanzioni statunitensi. Per fare un esempio, il governo afghano precedente aveva circa 7 miliardi di dollari custoditi negli Stati Uniti e l’amministrazione Biden ne impedisce l’accesso.

E ora che succede?

Negli ultimi due decenni di guerra il paese è stato dipendente dagli aiuti esteri. L’interruzione ha portato a una crisi umanitaria, sociale ed economica velocissima e senza precedenti, con un’estrema carenza di cibo e soprattutto di soldi per comprarlo, anche perché i prezzi sono raddoppiati. Le Nazioni Unite hanno ripetuto più volte che quasi 23 milioni di persone, il 55% della popolazione, sta affrontando livelli estremi di fame, con quasi 9 milioni a rischio di carestia in questo momento, anche se i talebani lo negano. A fine dicembre hanno detto durante un’intervista a CNN che, sebbene il paese avesse problemi economici, era tutt’altro che una crisi.

«Nessuno morirà di fame perché non c’è carestia e le città sono piene di cibo», ha detto il portavoce talebano Zabiullah Mujahid. Ha anche aggiunto che qualsiasi affermazione che parli di “crisi” è falsa.
Tuttavia vale quello che vediamo: bambini malnutriti, gente che vende tutto, donne che non lavorano più, i paesi donatori e le organizzazioni no-profit che stanno cercando modi per aiutare gli afghani aggirando le sanzioni statunitensi e assicurandosi che non finanzino indirettamente i talebani, legittimando così il gruppo. Per esempio, questa settimana le Nazioni Unite ha chiesto ai donatori circa 4,4 miliardi di dollari in aiuti umanitari per l’Afghanistan, per quest’anno.

Tornando alle fonti di entrata, dalla presa in consegna del resto dell’Afghanistan all’inizio di quest’anno, molti dei valichi di frontiera all’interno dell’Afghanistan sono stati chiusi, il che significa che le entrate derivanti dal trasporto di merci e dai valichi di frontiera sono crollate. Il commercio illegale di oppio ed estrazione mineraria, invece, non è rallentata molto. D’altra parte, però, dopo la guerra attualmente Èla droga non è altro che la più grande industria dell’Afghanistan.

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