Kirghizistan, muore in carcere l’attivista Azimjon Askarov

Scritto da in data Luglio 25, 2020

L’attivista per i diritti umani Azimjon Askarov è morto a 69 anni in carcere in Kirghizistan. A renderlo noto è Human Rights Watch in una comunicazione ufficiale. Askarov, ricorda l’organizzazione, stava scontando una condanna all’ergastolo dopo un “arresto arbitrario”, la tortura e un processo in cui ha subito una condanna “politicamente motivata”. Per HRW le autorità kirghise sono “pienamente responsabili” della sua “morte senza senso”.

“La salute dell’attivista, da dieci anni in carcere e per il cui rilascio si erano susseguiti nel tempo numerosi appelli, l’ultimo a poche ore dalla morte, si era deteriorata significativamente in carcere e si era aggravata durante gli ultimi giorni, anche se la causa del decesso deve ancora essere stabilita ufficialmente”, dice HRW. “È essenziale che ci sia una indagine indipendente sulla sua incarcerazione ingiusta oltre che sulla negazione di cure adeguate e alla sua morte in detenzione”.

Askarov, ricorda Human Rights Watch, era direttore di Air, un’organizzazione per i diritti umani attiva nel sud dell’ex repubblica sovietica, specializzata nel documentare le condizioni delle carceri e gli abusi della polizia. “Nel giugno del 2010, dopo un’ondata di violenze inter-etniche nella sua città Bazar-Korgon, in cui aveva documentato abusi e saccheggi, era stato arrestato con l’accusa di aver ucciso un agente di polizia durante i disordini”.

Le autorità del Kirghizistan, dice Mihra Rittmann, ricercatrice di HRW per l’Asia centrale, “portano la piena responsabilità per la morte di Askarov. Hanno avuto ogni opportunità per mettere fine alla sua ingiusta detenzione, ma ogni volta hanno schivato i loro obblighi. Volevano che morisse in prigione e così è stato. Le nostre più sentite condoglianze vanno alla moglie di Askarov, che per 10 anni ha lottato per la libertà del marito, alla sua famiglia e ai suoi colleghi”, conclude Rittmann.

In copertina Azimjon Askarov/Wikipedia

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