La borsetta di mammà

Scritto da in data Giugno 5, 2019

 

Contenitori da sempre di un intero – e assolutamente indispensabile – universo femminile, le borse sono un accessorio ricercato e personale. Qualunque dimensione, colore o materiale sfoggino poco importa, l’essenziale è che ci siano. E ora diventano persino supporto per la tecnologia. Ci spiegano come la casa di moda Louis Vuitton e l’azienda tecnologica Royole.
Raffaella Quadri per Radio Bullets. Musica: Tu vuò fà l’americano – Renato Carosone.

Vi siete mai chiesti cosa ci sia nella borsa di una donna? La risposta assume contorni diversi a seconda di chi la esprime: se l’interlocutore è femmina risponderà «lo stretto necessario», se è maschio dirà «il mondo». Per la cronaca sono vere entrambe, ma ora la questione è un’altra.
Vi siete mai chiesti cosa possa esserci, invece che dentro, sopra la borsa di una donna? La risposta a questa domanda varia in funzione del progresso tecnologico: da oggi sulla borsa di una donna potrete trovare niente di meno che un display flessibile a sensori.

Tutto nasce dalla collaborazione tra due aziende ben conosciute ognuna nel proprio settore: la Maison di moda Louis Vuitton e l’azienda tecnologica Royole Corporation.
Dal loro reciproco contributo sono nati i primi prototipi di borse dotate di display flessibile incorporato.Un prolungamento in chiave “modaiola” dell’uso sempre più frequente della cosiddetta tecnologia indossabile, in cui Royole, azienda nata solo nel 2012 e divenuta ormai una realtà internazionale, è una dei maggiori esperti al mondo.
È nata così, quindi, dopo più di due anni di lavoro, la linea di borse “Canvas of the Future”, “Tela del futuro”, che ha debuttato all’inizio di maggio a New York, in occasione della sfilata “Louis Vuitton Cruise Collection 2020”.
La nuova gamma comprende tre borse in pelle simbolo della casa di moda dotati appunto di display flessibili brevettati e sensori flessibili, che sono inseriti nella struttura della borsa e sui quali si possono mostrare immagini e video. Utilizzando l’interfaccia del touchscreen è possibile controllare gli schermi e personalizzarli, rendendo così la borsa un accessorio unico e veramente proprio.

Un nuovo tipo di applicazione della sofisticata tecnologia flessibile, che sta cambiando l’elettronica di nuova generazione, da quella di consumo alla indossabile, fino all’IoT (Internet of things).Un mercato che, come è stato calcolato da Royole, entro i prossimi sette anni arriverà a valere 330 milioni di dollari e che crescerà proprio grazie alle potenzialità dei display flessibili che, oltre a potersi piegare, sono anche estremamente leggeri, infrangibili e a basso consumo energetico.
Royole ci sta lavorando da tempo. Già nel 2014 dalle menti dei suoi ingegneri nascevano tra i primi schemi Amoled (active matrix organic light emitting diode – diodo organico a emissione di luce a matrice attiva) ultrasottili – solo 0,01 mm di spessore –, flessibili – con un raggio di curvatura di 1 mm – e dotati di sensori anch’essi flessibili. E ancora nel 2018 l’azienda lanciava FlexPai, il dispositivo mobile con schermo pieghevole in grado di renderlo smartphone e tablet insieme, e di cui abbiamo parlato anche in una puntata di Technomondo.
Un lavoro intenso che ha portato l’azienda a depositare fino ad oggi più di 2mila brevetti.


Cosa accadrà quindi nei prossimi anni alle borsette? Presumibilmente nulla. Continueranno a contenere «solo lo stretto necessario» per le donne e «un inspiegabile mondo» per gli uomini, ma ora saranno anche super tech… persino la borsetta di mammà con con “e solde p’ e’ Ccamel”.

Questa settimana, sempre su Radio Bullets, non perdetevi:
“Induced labor” per la rubrica Geocinema di Mariangela Matonte
il notiziario dei nostri piccoli giornalisti nella rubrica Minori Report
“Le notizie dall’est Europa” di Julia Kalashnyk negli Approfondimenti
e le nuove avventure lungo la transiberiana di Eleonora Viganò con la rubrica Vieni via con me.
Senza dimenticare, come sempre, l’appuntamento quotidiano con i nostri notiziari.

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