Laura Conti: una pioniera dell’ambientalismo scientifico

Scritto da in data Maggio 13, 2021

A cura di Federica Paoli.

Da troppi anni sappiamo ormai che la storia delle donne è una storia di rimozioni e cancellazioni, di oblii. Ogni volta però non smette di stupirmi l’incrociare sulla mia strada di lettrice un libro che riporta alla luce, ricollocandola nello spazio pubblico, la vita di una donna che ha agito in modo rivoluzionario e significativo per sé e per gli altri e le altre e che, nonostante ciò, sembra essere stata dimenticata.

In queste settimane ho avuto il piacere di incrociare la mia strada con quella di Laura Conti, partigiana, medico, ambientalista, parlamentare, una donna con una visione del mondo complessa e sistemica, pronta a mettersi a disposizione degli altri e delle altre per curare e spiegare, senza abdicare di fronte alla complessità e alle difficoltà. Laura Conti era a Seveso, quando gli animali hanno iniziato a morire e i bambini ad ammalarsi nel 1976, è intervenuta nei dibattiti politici e ha contribuito a fondare quella che oggi si chiama Legambiente. Ma la sua voce oggi dov’è finita? Dopo la sua morte nel 1993 la traccia di ciò che ha detto e scritto è stata progressivamente lasciata sempre più sotto traccia.

Per fortuna, però, oggi due donne, due ricercatrici indipendenti, ne riportano alla luce il pensiero in modo irriverente e coinvolgente. Barbara Bonomi Romagnoli e Marina Turi hanno pubblicato per Fandango Libri “Laura non c’è. Dialoghi possibili con Laura Conti”.
Il presupposto narrativo spiazza chi si aspetta un saggio o una asettica ricostruzione del pensiero dell’autrice: Laura Conti ha raggiunto i cento anni, vive con Luba che l’aiuta e passa le giornate ad ascoltare e commentare, a cercare di comprendere e interpretare i cambiamenti del mondo di oggi. Utilizzando articoli, saggi, interventi pubblici e materiali di archivio le autrici restituiscono parola e corpo a Laura Conti, riconsegnandocela, grazie alla loro sensibilità e immaginazione, irriverente e testarda, acuta e determinata, implacabile e attenta.

“Laura non c’è” non ci riconsegna solo la memoria di una donna che ha agito e lottato, ma ci regala la possibilità di immaginare come e quanto i nostri pensieri possano lavorare nelle menti delle altre e degli altri, risvegliare le coscienze, emozionare, spingere al confronto. Da un’operazione quasi fantascientifica e senza dubbio non ortodossa, nasce un libro che emoziona e coinvolge, perché è intessuto di parole già dette e pensate, ma che tramandate e restituite allo spazio pubblico assumono una risonanza ancora più forte.

«Mi è stata tolta la parola, ma io ogni volta che posso me la riprendo».

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