Ma tu che leggi: speciale 25 aprile

Scritto da in data Aprile 25, 2021

A cura di Federica Paoli.

Ci sono volumi di cui dovrebbe esserci una copia nella libreria di ogni casa, e che dovremmo tenere a portata di mano per aprirli una volta al giorno, certi e certe che tra quelle pagine è possibile sempre trovare un passaggio, uno stralcio, una frase in grado di toccarci e di risvegliare le nostre coscienze.

Il libro che tutte e tutti dovremmo possedere è “Lettere di condannati a morte della Resistenza europea”. Edito da Einaudi nel 1954 a cura di Piero Malvezzi e Giovanni Pirelli, più che un libro è un “monumento”, come scrive Thomas Mann nella sua prefazione. Una testimonianza storica e di vita formata da un prezioso mosaico di parole, ricordi, saluti, ultime volontà, coraggio.

Le voci e le storie dei condannati a morte di diciotto paesi attraversati e sconvolti dalla guerra e dal terrore ci vengono restituite nella loro potenza e dignità, ricordandoci non tanto da dove veniamo ma “da chi” veniamo. Veniamo dal sacrificio e dall’amore di chi, pur consapevole di non essere altro che “una piccola cosa” e che il proprio nome “sarà presto dimenticato”, è convinto che l’idea, la vita e l’ispirazione che lo hanno pervaso continueranno a vivere restituendo un senso all’insensatezza della guerra.

Si tratta di testimonianze dall’altissimo valore personale e politico, che proprio nella profonda e reale fusione di questi due piani, generano una commozione e una partecipazione straordinarie in chi legge. Scrive ancora Thomas Mann nella prefazione: «ammiriamo la poesia perché sa parlare proprio come la vita, ma siamo doppiamente commossi dalla vita, che parla, senza saperlo, proprio come la poesia»; queste pagine ne sono la prova perché, frutto del sacrificio e dell’amore per la libertà, ci restituiscono a ogni riga la preziosità e il valore dell’esistenza di chi si è votato a difenderla, e lo fanno attraverso l’intima potenza dell’ultimo saluto alle persone che hanno amato.

In copertina: Foto di Ralf Kunze da Pixabay

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