Ucraina: 16 febbraio, giorno dell’invasione o dell’Unità?
Scritto da Julia Kalashnyk in data Febbraio 15, 2022
KHARKIV − L’Ucraina ha dichiarato il 16 febbraio “Giorno dell’Unità”: domani è il giorno in cui si crede che la Russia potrebbe invadere il paese. E intanto Mosca ha ritirato alcune truppe dal confine, anche se le esercitazioni stanno continuando e il parlamento russo ha votato per riconoscere i territori occupati dalla Russia nel Donbass come “stati indipendenti”.
Il giorno dell’Unità
Il mondo intero ha gli occhi puntati sull’Ucraina, ovvero sulla giornata di domani nella quale, secondo alcuni tra i media occidentali e quelli politici, i russi potrebbero invadere. Martedì 15 febbraio il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha invitato i propri connazionali a sventolare le bandiere e cantare l’inno nazionale, domani.
«Ci dicono che il 16 febbraio sarà il giorno dell’attacco, lo renderemo un giorno dell’unità», ha detto Zelensky in un discorso alla nazione. E alcuni funzionari del governo hanno sottolineato che questa è la risposta dello scettico presidente ai resoconti dei media stranieri. Intanto continua la fuga dall’Ucraina.
La fuga dall’Ucraina
Dopo i vari esponenti della comunità internazionale, anche oligarchi e uomini d’affari ucraini stanno lasciando il paese con voli charter. I media locali scrivono che circa venti tra charter e aerei privati sono decollati da Kiev solo nella giornata di domenica, e ieri anche ventitré parlamentari ucraini hanno lasciato il paese. Tra i fuggiaschi ci sono per lo più deputati del partito filo-russo “Piattaforma di Opposizione”, “Per la Vita” e di quello di Zelensky, il “Servo del Popolo”. Stando alle fonti di Ukrainska Pravda, la dirigenza della fazione del Presidente ha chiesto a tutti i suoi deputati di tornare in Ucraina.
Avanti e indietro
Zelensky ha fatto appello ai deputati e agli oligarchi e ha chiesto loro di tornare in Ucraina entro ventiquattro ore in «questo momento considerato cruciale per il paese». Dall’altra parte del confine c’è un lieve segno di de-escalation. Alcune truppe russe al confine ucraino stanno tornando alle loro basi dopo aver completato le esercitazioni. Lo ha comunicato oggi il ministero della Difesa russo. Un portavoce del ministero ha affermato che mentre le esercitazioni su larga scala in tutto il paese continuano, alcune unità dei distretti militari meridionali e occidentali hanno completato le esercitazioni e hanno iniziato a tornare alle rispettive basi, riporta Reuters.
L’Ucraina per il momento resta scettica. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha riferito all’agenzia locale Interfax che Kyiv «crederà nella riduzione dell’escalation solo dopo aver visto con i propri occhi il ritiro della Russia». Intanto nella giornata del 15 febbraio il parlamento russo ha votato per chiedere al presidente Vladimir Putin di riconoscere i territori occupati dalla Russia nel Donbass come “stati indipendenti”. In tutto il disegno di legge, presentato dal Partito Comunista russo, ha raccolto 351 voti a favore su 450.
Foto in evidenza: Giorgio Dirindin, le forze della Difesa Territoriale, Kyiv, gennaio 2022
Ti potrebbe interessare anche:
- Kharkiv, una città al confine tra guerra e normalità
- Guerra in Ucraina, si combatte a Kharkiv
- Ucraina, parla una madre surrogata
- Russia: Il dissidente detenuto Navalny in sciopero della fame
- Ucraina, l’attesa della guerra a Kharkiv: “Basta panico”
- Afghanistan: i talebani segnano i primi sei mesi al potere, mentre le donne spostano la protesta online
- Dimensione H2
- Ucraina: Il fronte della lingua
- Ucraina: i separatisti sparano contro un villaggio nel Donbas
- Guerra in Ucraina, le Nazioni Unite possono decidere di attaccare la Russia?
E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta recandosi sul posto, potete darci una mano cliccando su Sostienici