Un hamburger davvero dannoso

Scritto da in data Ottobre 9, 2019

L’immagine di un uomo che picchia una donna, sia pure come fumetto, è ammissibile in una pubblicità? La risposta immediata dovrebbe essere “no”, eppure i “creativi” che curano le campagne di una nota marca alimentare in Belgio hanno ritenuto che fosse molto divertente e l’hanno utilizzata. Solo dopo le proteste arrivate sulla loro pagina facebook hanno emesso un comunicato – ma solo nella versione fiamminga – in cui tentano ancora di fare gli spiritosi, di trattare il tutto come un gioco.

Il fumetto rappresenta un uomo che dà un cazzotto rabbioso a una donna perché gli ha portato un falso Bicky Burger, ma la società sostiene di non voler “assolutamente promuovere la violenza contro le donne”. In risposta alle critiche viene detto che “non era l’intenzione del post (…) Il principio è che la vendita di falsi Bicky’s non va fatta! Siate realisti, preservate la pace e non picchiate nessuno! Vogliamo la pace nel mondo e il vero Bicky è al potere”.

Il tono volutamente strampalato di questo comunicato dovrebbe servire a togliere qualsiasi impressione di serietà nella pubblicità incriminata ma ottiene l’effetto opposto: non solo una banalizzazione della violenza alle donne, ma anche la sua accettazione come elemento di cui ridere.

Non ride però Nawal Ben Hamou, segretaria di Stato della regione Bruxelles incaricata dell’uguaglianza di genere, che ha deciso di rivolgersi al Giurì dell’etica pubblicitaria e definisce la campagna “nauseabonda e totalmente irresponsabile”. Analoga decisione sarà presa dalla sua omologa wallone, Christie Morreale.

La pubblicità per il momento è scomparsa dalle pagine social dell’azienda. Il danno rimane.

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