Una questione di pelle

Scritto da in data Ottobre 23, 2019

 

Dalla comunicazione uomo-macchina alla gestione di dispositivi elettronici, è tutta una questione di pelle, soprattutto se artificiale e con inaspettate capacità tecnologiche. Due ricerche universitarie – una araba e una europea – si dedicano a creare funzionali imitazioni del nostro più esteso organo.
Raffaella Quadri per Radio Bullets. Musica: “I’ve got you under my skin” di Frank Sinatra.
Photo credits: Almansouri et al.

C’è chi ne fa una questione di appartenenza, chi la tratta come un’opera d’arte, chi la cura e la imbelletta, e c’è persino chi, purtroppo, vi costruisce strampalate e pericolose ideologie.
Eppure costituisce per tutti noi il mezzo con cui percepiamo il mondo e con il quale comunichiamo in modo non verbale. È il nostro organo più esteso: la pelle.

La pelle magnetica biocompatibile

Al di là di quella che il fato ha destinato a ognuno di noi, sono le capacità della pelle di adattarsi alle forme e di creare interazioni tattili che interessano gli esperti di tecnologia. Come i ricercatori della King Abdullah University of Science and Technology (Kaust), in Arabia Saudita, che hanno creato un dispositivo di magnetoelettronica flessibile, ovvero una pelle artificiale magnetica che si può indossare e che permette di ottenere una percezione tattile naturale. Una pelle tech biocompatibile che possiede funzionalità inaspettate, come il rilevamento wireless e la possibilità di avere interazioni senza contatto, fornendo funzioni anche di controllo remoto.
Grazie a una serie di sensori magnetici, permette di realizzare un sistema magnetico indossabile completo, in pratica riesce a trasferire le proprie capacità magnetiche alla superficie a cui viene applicata. In questo modo, come spiegano i ricercatori nell’articolo pubblicato sulla rivista “Advanced Materials Technologies”, è possibile ottenere, per esempio, un sistema di tracciamento oculare posizionando la pelle magnetica sulla palpebra o avere il controllo a distanza dei dispositivi come computer, interruttori, semplici macchinari – si pensi alle possibili applicazioni in domotica – applicando uno strato di pelle magnetica alle dita di una mano.
La sua forza risiede in come è strutturata: è costituita da uno stato sottile e facile da indossare, in quanto i vari componenti che le consentono di funzionare – come batterie, antenne, dispositivi elettronici, chip ecc. – sono collocati separatamente, in tessuti o accessori che si indossano, come vestiti od occhiali.

Domotica e monitoraggio remoto

La super pelle diventa così ideale per applicazioni in robotica, nella realtà virtuale e in quella aumentata, e nella realizzazione di dispositivi indossabili che permettano le interazioni uomo-macchina. Tra le idee degli studiosi, per esempio, vi è un suo utilizzo in dispositivi che possano semplificare la vita dei disabili o ancora che permettano di monitorare – anche a distanza – i parametri fisiologici di chi la indossa.
La pelle può essere fabbricata in qualsiasi forma e colore, e viene realizzata con una miscela costituita da una matrice di elastomero mischiata a una polvere magnetica.
Ora la ricerca deve continuare nella direzione dello sviluppo ulteriore delle proprietà indossabili e di resistenza della pelle artificiale.

Sensibile come la cute umana

Ed è sempre destinata alla realizzazione di apparecchi indossabili, computer, smartphone e robot con una capacità sensoriale simile a quella umana, Skin-On, la pelle artificiale ideata da un team di ricercatori anglo-francese; una ricerca congiunta tra l’Università di Bristol e la Sorbonne Université di Parigi.
In questo caso, volutamente, Skin-on ricrea la conformazione della cute umana, è formata da diversi strati: uno centrale, costituito da elettrodi e fili conduttivi, e due che lo racchiudono, uno strato inferiore e uno superiore in silicone, quest’ultimo con una superficie ruvida che ricorda la pelle umana.
L’obiettivo è aumentare le capacità dei dispositivi elettronici e robotici, rendendoli capaci di percepire e rilevare la presa della mano dell’utente, nonché di interagire traducendo in reazioni gli input tattili ricevuti: per esempio al solletico sulla membrana posta sullo smartphone, l’interfaccia risponderà con un emoticon che ride.
Nella ricerca sono state create e testate una cover per smartphone, un touchpad per computer e un cinturino per smart watch. E mentre le versioni di Skin-on sono due, una semplice e una ultrarealistica, il team lavora già a una resa estetica e tattile della pelle che sia il più realistica possibile.

In definitiva, tutti questi nuovi sviluppi ben presto cambieranno il modo di comunicare tra noi e i sistemi elettronici e computerizzati che ci circondano.

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