16 aprile 2020 – Notiziario

Scritto da in data Aprile 16, 2020

  • Passa la mezzanotte e scende il sipario sul governo israeliano.
  • Riappare il presidente del Nicaragua dopo più di un mese.
  • Coronavirus: Cina, scomparsi due blogger che raccontavano il virus. Il G20 sospende il debito dei paesi più poveri. Il consumo di musica online cresce del 15 per cento in Brasile. Ad Haiti pronti a riaprire l’industria tessile. Riaprono le scuole in Corea del Sud, ma restano vuote, si studia online. Colombia: ex combattenti confezionano mascherine. Iran: per il parlamento le vittime del virus sono il doppio di quanto dichiarato. Venezuela: misure più stringenti nel barrio di Catia

Questo e molto altro nel webnotiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Foto di copertina: Martin Sanchez on Unsplash

Due milioni di casi positivi al coronavirus, la metà in Europa. I morti sono 130 mila. L’Oms si rammarica per la decisione di Trump di tagliare i finanziamenti e il direttore Ghreyesus ha detto di sperare che continuino, spiegando che non lavorano solo per contenere e debellare il Covid-19 ma anche altre malattie pericolose nei paesi più poveri. Per l’Unione Europea è ingiustificabile la scelta americana di tagliare i fondi. Per Bill Gates la decisione di Trump è pericolosa. Intanto l’organizzazione raccoglie il 20 per cento dei due miliardi che servono per lavorare ad un vaccino entro l’anno. Il G20 sospende il pagamento del debito dei paesi più poveri, i pagamenti dal primo maggio ritarderanno fino alla fine dell’anno.

Yemen

La coalizione saudita ha bombardato 9 volte la capitale Sanaa e i dintorni colpendo postazioni, a detta loro, dei ribelli sciiti. La coalizione ha accusato gli Houthi di aver violato il cessate al fuoco, che però non hanno sottoscritto, 547 volte la scorsa settimana

Qatar

Un nuovo rapporto di Amnesty International denuncia l’espulsione di decine di lavoratori migranti dopo aver detto loro che sarebbero stati sottoposti a test per il coronavirus e invece, sono stati radunati e fatti partire. Il rapporto descrive in dettaglio il trattamento “disumano” di centinaia di uomini del Nepal arrestati dalla polizia del Qatar a marzo. Amnesty ha intervistato 20 uomini, i quali hanno affermato che la polizia aveva detto loro che sarebbero stati sottoposti a test per il virus e che sarebbero stati riportati nella loro sistemazione in seguito. Invece, sono stati portati nei centri di detenzione, tenuti in condizioni “spaventose” per diversi giorni e poi inviati in Nepal.

Libano

Una vignetta uscita sul quotidiano libanese Al Joumhouria ha paragonato i palestinesi alla pandemia del coronavirus. La vignetta pubblicata dal giornale ieri in occasione del 45 ° anniversario della guerra civile in Libano presenta il ritratto di un uomo il cui volto è coperto da una kefiah accanto a un’immagine del virus.

Il fumetto è stato interpretato da Hamas come il tentativo di ritenere i palestinesi responsabili della guerra civile libanese tra il 1975 e il 1990 e che ha provocato la morte di circa 120.000 persone. Hamas ha espresso indignazione ritenendo la vignetta “dannosa”, “razzista e non etica”.

Iran

Il bilancio delle vittime in Iran a causa della pandemia di coronavirus è probabilmente quasi il doppio delle cifre riportate ufficialmente, secondo un rapporto del parlamento. Funzionari sanitari iraniani non hanno rilasciato commenti sul rapporto, che rappresenta l’accusa di più alto livello all’interno del governo della Repubblica islamica in merito al fatto che le sue cifre siano discutibili, cosa sospettata da tempo da esperti internazionali. L’Iran ha aggiornato il bilancio delle vittime a 4.777, su 76.389 casi confermati del virus – rendendolo di gran lunga il peggior focolaio del Medio Oriente. Il rapporto, pubblicato martedì, arriva mentre il presidente iraniano Hassan Rouhani cerca di spingere per una lenta riapertura dell’economia del paese, che rimane oggetto  delle sanzioni statunitensi. Se le cifre date all’Organizzazione mondiale della sanità fossero sbagliate, aumenterebbe il timore di alcuni ad incoraggiare le persone a tornare al lavoro, potendo scatenare una seconda ondata di infezioni.

Siria: lockdown fino al due maggio, nel paese registrati 29 casi positivi e 2 decessi. Terremoto 4.7 al largo della costa, non si segnalano vittime o danni importanti

Israele

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente del parlamento Benny Gantz hanno mancato la scadenza di mezzanotte per formare un governo di unità, prolungando lo stallo politico del paese. L’Ala di destra Netanyahu e il centrista Gantz, ex capo dell’esercito israeliano, sono stati testa a testa in tre elezioni durante l’anno passato. Dopo le elezioni più recenti il mese scorso, entrambi gli uomini non hanno raggiunto la maggioranza e nessuno dei due ha saputo trovare una coalizione governativa praticabile. Con la pandemia di Covid-19 che ha provocato oltre 12.000 infezioni confermate in Israele, ci sono state continue e diffuse richieste di un’alleanza provvisoria di emergenza. Un accordo tra i due darebbe a Israele il primo governo stabile dal dicembre 2018. Ora il presidente Rivlin dovrebbe chiedere al parlamento, la Knesset, di nominare un candidato primo ministro, ma far sì che decida la Knesset, creerà quasi sicuramente più incertezze che porteranno a un’altra elezione.

Tunisia

Centinaia di tunisini  che lavorano in Libia sono bloccati da giorni al confine di Ras Jedir e chiedono di essere rimpatriati. Intanto il governatore di Medenine si sta organizzando, dicendo che prima di poterli far passare servono alloggi sicuri per la quarantena. “Non deluderemo nessuno, abbiamo rimpatriato persone da migliaia di km di distanza”, ha detto Habib Shawat. Dallo scoppio del coronavirus le autorità hanno già fatto entrare da Ras Jedir 1425 cittidini, 372 dei quali sono stati messi in quarantena obbligatoria. Ci sono ancora 5000 lavoratori in Libia, la maggior parte dei quali cercherà di rientrare nei prossimi giorni, ma le autorità li bloccano in attesa dei centri di quarantena. Il numero dei casi positivi in Tunisia ha raggiunto i 747 con 34 decessi.

La Danimarca è il primo paese europeo ad aprire le scuole, 2 metri di distanza tra i banchi e ricreazione a piccoli gruppo.
La Germania estende le linee guida sul distanziamento sociale ma acconsentirà la riapertura di alcuni negozi

Stati Uniti

Migliaia di persone hanno guidato, formando lunghe code verso la capitale del Michigan per protestare contro il rigoroso blocco del governatore per arginare il coronavirus. Indignati per le loro attività non essenziali chiuse, 15 mila mezzi guidati da furiosi residenti dello Stato sono saliti in macchina, con un tempo gelido e nevoso per protestare contro un ordine che hanno ritenuto ingiusto

La governatrice Gretchen Witmer, democratica, ha emesso l’ordine esecutivo la scorsa settimana sospendendo “attività che non sono necessarie per sostenere o proteggere la vita” – limitando gravemente le vendite, la ricreazione e persino i viaggi, citando la necessità di rallentare la diffusione del coronavirus. Finora negli Stati Uniti sono stati registrati più di 610 mila casi positivi e 26 mila morti. Il Michigan riporta 27 mila infezioni e 1768 morti, concentrati in modo particolare a Detroit e nelle tre contee circostanti. Il blocco nel Michigan è stato uno dei severi di tutti gli Stati Uniti.

In California invece, il governatore ha annunciato 125 milioni di dollari in aiuti per i migranti senza documenti.

Haiti

“Riaprirà l’industria tessile la prossima settimana”, ha detto il primo ministro Joseph Jouthe, suggerendo che la nazione ha superato il peggio del coronavirus. Il paese più povero dell’emisfero occidentale lotta normalmente per combattere gravi epidemie a causa della alta densità di popolazione, della mancanza di infrastrutture idriche e igieniche e con servizi sanitari inadeguati. Eppure finora Haiti ha registrato solo 41 casi e 3 morti, rispetto a 3160 casi e dei quasi 200 morti della vicina Repubblica Domenicana. Entrambi hanno 11 milioni di abitanti, ma Haiti riceve molti meno turisti e ha immediatamente dichiarato lo stato di emergenza dopo aver individuato i primi due casi un mese fa, chiudendo subito i confini, le scuole, i luoghi di culto e i parchi industriali. Vero anche che sono stati effettuati pochi test, solo 453, ha detto il ministero della Salute quindi l’incidenza del virus potrebbe anche essere più alta.

Nicaragua

Dopo più di un mese di assenza pubblica che avevano sollevato non poche domande sulla sua salute e sul suo ruolo politico, il presidente Danier Ortega è apparso ieri in una trasmissione in diretta televisiva. Ortega, un ex guerrigliero di sinistra di 74 anni con malattie croniche, non ha fornito alcuna spiegazione per la sua assenza di 33 giorni, ma ha affermato che il paese centroamericano sta affrontando l’epidemia di coronavirus in modo responsabile. “Non abbiamo smesso di funzionare, perché se le persone non lavorano, muoiono”, ha detto Ortega. “Siamo un paese di lavoratori, persone che non moriranno di fame”. “Abbiamo la capacità di assistere i pazienti con coronavirus”, ha detto Ortega. Esperti di sanità pubblica hanno messo in dubbio l’accuratezza delle cifre ufficiali, molto basse, e hanno esortato il governo a riferire quante persone sono state testate per il coronavirus. Il Nicaragua è uno dei pochi paesi che non ha misure di allontanamento sociale, non proibisce le riunioni di massa e non ha cancellato le classi scolastiche e universitarie come raccomandato dall’Organizzazione mondiale della sanità.

Venezuela

Il governo venezuelano sta adottando misure più severe in uno dei barrios più grandi di Caracas, Catia, per garantire che i residenti rispettino una quarantena di coronavirus, poiché molti poveri venezuelani continuano a uscire alla ricerca di cibo e acqua. Negli ultimi giorni, i consigli locali del Partito Socialista hanno rilasciato permessi a migliaia di famiglie che vivono nel quartiere Catia che consentono a un solo membro della famiglia di uscire alla volta e hanno dispiegato un’unità di polizia speciale per far rispettare la misura, hanno detto i leader della comunità e i residenti alla Reuters. Il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha imposto una quarantena nazionale il 17 marzo, pochi giorni dopo che le autorità hanno confermato il primo caso positivo al virus. A Catia, tuttavia, molti residenti hanno infranto l’ordine e hanno continuato a riunirsi nei mercati e nelle piazze pubbliche.

Colombia

 Mentre 4000 detenuti vengono rilasciati ai domiciliari per snellire le carceri e rallentare la diffusione del coronavirus, l’inviato delle Nazioni Unite per la Colombia ha dichiarato che ex combattenti stanno realizzando mascherine per rispondere alla nuova pandemia di coronavirus, ma il COVID-19 non ha fermato la violenza contro leader sociali, difensori dei diritti umani ed ex combattenti nonostante il lockdown. Carlos Ruiz Massieu ha dichiarato a una riunione video del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che tre leader sociali e tre ex combattenti sono stati uccisi nelle ultime settimane, portando il numero di ex combattenti uccisi da quando il governo ha firmato un accordo di pace con il principale gruppo ribelle della Colombia, le FARC, nel 2016 a 195. Ha esortato il governo “ad adottare tutte le misure necessarie per proteggere leader sociali, difensori dei diritti umani e gli ex combattenti”.

Brasile

Il consumo di musica è cresciuto del 15% in Brasile durante l’isolamento del virus che costringe le persone a rimanere a casa e ad usufruire dei servizi di streaming. Secondo media specializzati, Spotify (un’applicazione multi-piattaforma utilizzata per riprodurre musica in streaming), dal 13 marzo a domenica, le 200 canzoni più ascoltate al giorno in Brasile sono state riprodotte 953 milioni di volte sulla piattaforma. Nello stesso periodo dell’anno scorso, erano stati 831 milioni, con un incremento del 15 percento. Su YouTube (sito di condivisione video), i 100 brani più visti / ascoltati alla settimana in Brasile tra il 13 marzo e il 9 aprile sono stati 1,44 miliardi, con un incremento di 30 milioni. Il boom si concentra sulle canzone della hit parade, principalmente artisti del sertanejo (un genere musicale molto alla moda in questo in cui predomina il suono della viola). Nel 2019 (15 marzo-11 aprile), Marília Mendonça, l’artista più ascoltata del Brasile su YouTube, aveva 205 milioni di visualizzazioni. Quest’anno, in quarantena, il duo Henrique e Juliano è in testa alla classifica con 264 milioni e Mendonça è secondo con 224 milioni.

Restiamo in Brasile perché il segretario alla Salute del Brasile Wanderson de Oliveira ha rassegnato le dimissioni, mentre crescono le tensioni tra il ministro della Salute Henrique Mandetta e il presidente Bolsonaro sul miglioramento della crisi da coronavirus. Mandetta ha detto alla sua squadra che probabilmente questa settimana sarà licenziato.

Myanmar

Una trentina di musulmani Rohingya sono morti a bordo di un’imbarcazione che era stata recuperata ieri con a bordo 400 persone affamate. Avrebbero voluto raggiungere la Malesia, ma sono andati alla deriva per settimane, ha spiegato la Guardia Costiera del Bangladesh oggi: “Sono stati in mare per quasi due mesi, e stavano morendo di fame”

Corea del Sud

Il Partito Democratico della Corea del Sud di Moon Jae-in ha ottenuto la maggioranza dei seggi all’assemblea nazionale, nelle prime elezioni nazionali che si sono tenute da quando la pandemia di coronavirus ha colpito il mondo. Il partito di sinistra di Moon, salito al potere tre anni fa, dopo l’impeachment e il carcere della conservatrice Park Geun-hye, deve il suo successo in parte a forti misure per contrastare la diffusione del virus scoppiato in Corea a fine gennaio.

Restiamo in Corea, perché cinque settimane dopo il previsto, le scuole stanno ricominciando ad aprire ma le elezioni per tutte le scuole pubbliche saranno condotte virtualmente a partire dagli studenti più grandi. Il loro ritorno a scuola sarà il banco di prova per il resto del mondo. La Corea del Sud sta abituando gli studenti all’insegnamento online secondo un  programma complicato, basato sull’età. I bambini più grandi hanno iniziato le lezioni una settimana fa, e altri hanno iniziato oggi. I più piccoli riprenderanno il 20, mentre gli asili nido rimarranno fermi fino a non si sa quando. I coreani sono una popolazione istruita e la decisione di studiare online ha scatenato emozioni contrastanti, ma per ora sembra l’unica soluzione per un paese che ha risposto subito alla pandemia con misure immediate, e sembrando essersela cavata meglio di molti altri paesi.

Cina

Secondo l’Associated Press, la Cina non diede l’allarme per sei giorni: il presidente Xi Jinping diede l’allarme rischio epidemia il 20 gennaio quando c’erano già 3000 casi.

Mancano all’appello due blogger che furono tra i primi a raccontare del coronavirus, considerati whistleblower in un sistema con severi controlli sull’informazione, sono scomparsi a febbraio. Fang Bing aveva pubblicato video dagli ospedali sovraffollati di Wuhan tra cui video di sacche per cadaveri ammucchiate in un minibus, in attesa di essere portate alla camera mortuaria. Di Fang, venditore di abbigliamento tradizionale cinese dopo una settimana di lui non si sapeva più niente, nell’ultimo video diceva “Tutti i cittadini resistono, restituiscono il potere al popolo”

Chen Quishi invece è un giovane giunto a Wuhan perché voleva raccontare storie dei suoi abitanti. 34enne avvocato, divenuto video blogger, è stato ostinato e molto visibile a sfidare la narrazione di Stato. Considerato una voce per la sua generazione .

“Lasciare parlare le persone non può causare morti”, ha twittato il 29 gennaio. I suoi post e video di denuncia hanno ottenuto milioni di visualizzazioni e l’attenzione della polizia. In un video angosciato ha detto che la polizia aveva interrogato i suoi genitori. “Ho paura”, ha detto, “davanti ho virus, e dietro il potere della Cina”, e nonostante la commozione ha detto che avrebbe continuato fino a che sarebbe rimasto vivo.

Poi nessun post più. Pierre Haski, presidente di Reporter senza frontiere, ha affermato che entrambi gli uomini sono “nelle mani delle autorità cinesi”. Ci sono “pochissime” informazioni sulla loro scomparsa, riferisce a  Le Parisian . Haski ha aggiunto: “Le autorità potrebbero trattenerli fino a quando il tema della crisi sanitaria non diventerà meno caldo. In questo caso, si potrebbe immaginare che saranno rilasciati entro poche settimane, ma è improbabile. L’altro scenario più usuale, sarebbe quello di non sentir parlare di loro per un po’ poi scopriremo nel giro di sei mesi che sono stati accusati di sovversione “.

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