4 aprile 2020 – Notiziario Orientale

Scritto da in data Aprile 4, 2020

  • Cina, lutto nazionale per i morti di coronavirus
  • Singapore, stretta su attività lavorative e sociali per combattere il Covid-19
  • La Thailandia sospende i voli, ma è a rischio l’economiaQuesto e altro nel Notiziario Orientale di Radio Bullets a cura di Serena Console

Cina

Oggi è giornata di lutto nazionale in Cina. Alle 10 di questa mattina sono stati osservati 3 minuti di silenzio e nell’aria sono risuonate sirene e clacson di auto per commemorare le vittime del coronavirus. Bandiere a mezz’asta in tutto il paese e nelle ambasciate cinesi in tutto il mondo per ricordare i pazienti ma anche i dottori e gli infermieri che hanno lottato contro il Covid-19. Il presidente Xi Jinping e i vertici di Partito comunista e governo, tutti con un fiore bianco sul petto, hanno tenuto una cerimonia alla Zhongnanhai, sede politica cinese a Pechino, sostando in raccoglimento davanti alla bandiera nazionale cinese a mezz’asta.


Giovedì, il governatore della provincia dello Hubei, epicentro del coronavirus, ha nominato 14 persone “martiri” caduti in prima linea lottando contro la pandemia: sono medici, infermieri, poliziotti e assistenti sociali che hanno perso la vita a causa del coronavirus. Tra questi 14 nomi, spuntano due che ormai ci sono familiari: il dottor Li Wenliang e l’infermiera Liu Fan, i primi che hanno lanciato l’allarme della diffusione di un virus sconosciuto ma che hanno ricevuto una dura reprimenda da parte del governo locale. In particolare, la morte del dottore Li, compianta dal web cinese, è diventata il simbolo del pasticciaccio commesso dalle autorità locali all’inizio della crisi. Oggi inoltre è anche la tradizionale Festa di Qingming (dedicata al culto degli antenati e dei defunti) che di solito vede milioni di famiglie recarsi al cimitero per commemorare i propri cari e curare le loro tombe, offrendo fiori e bruciando incensi. Ma le autorità cinesi, a causa del coronavirus, quest’anno hanno fortemente scoraggiato e limitato i cittadini a recarsi al cimitero, chiedendo a loro di affidarsi ai lavoratori del cimitero per la pratica della cura della tomba e osservarla via streaming. (Sixth Tone, Xinhua)

Nuove misure di contenimento sociale sono attuate da Pechino. Il governo centrale ha consigliato ai diplomatici stranieri in Cina, attualmente al di fuori del paese, di non tornare fino al 15 maggio. Come abbiamo riportato la settimana scorsa nel Notiziario Orientale, la Cina ha imposto il divieto a tutti gli stranieri di fare ingresso nel paese. Il divieto riguarda anche chi ha il permesso di soggiorno, ma non veniva applicato, fino a oggi, ai diplomatici, ai quali è generalmente garantita la libertà di movimento e altri privilegi ai sensi della Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche del 1961. (SCMP)

Singapore

A Singapore, dalla settimana prossima, saranno attuate misure più stringenti per contenere la diffusione del coronavirus. Ieri, il premier di Singapore Lee Hsien Loong ha annunciato che da martedì e mercoledì prossimo tutte le scuole e i luoghi di lavoro, fatta eccezione per i servizi essenziali, saranno chiusi per un mese. Si passerà alla modalità dello smart working e e-learning. Chiuderanno fino al 4 maggio anche tutti i parchi, i musei, ma anche i centri sportivi come piscine e palestre. Già dal 24 marzo il governo aveva imposto la chiusura di cinema e bar. La stretta sulle attività lavorative e sociali è arrivata dopo l’aumento dei contagi nella città-stato.

Il Primo Ministro Lee ha anche affermato che il governo non scoraggerà più le persone a indossare le mascherine e da domani il governo distribuirà i dispositive protettivi a tutte le famiglie. In precedenza, il governo incoraggiava solo coloro che non stavano bene a indossare mascherine (Straits Times).

Corea del Nord

In Corea del Nord circa 500 persone in tutto il paese sono in quarantena per il coronavirus, secondo quanto riferito dai media statali ieri. Un brusco calo rispetto a quello annunciato la settimana scorsa, che contava circa 2.280 persone in quarantena. La Corea del Nord continua ad insistere sul fatto il Paese comunista è libero dal virus, nonostante abbia adottate varie misure antivirus, tra cui la chiusura del confine e l’isolamento di migliaia di persone, inclusi i diplomatici stranieri. Secondo numerosi esperti, la Corea del Nord è particolarmente vulnerabile al virus a causa del suo debole sistema sanitario, mentre alcuni disertori accusano Pyongyang di nascondere un focolaio. I media statali nordcoreani esortano costantemente i cittadini a obbedire alle direttive sulla salute. Le immagini pubblicate nelle settimane precedenti hanno mostrato l’uso della mascherina da parte della popolazione, con l’eccezione del leader Kim, che non è mai stato visto indossarne una. A febbraio, il ministero degli Esteri russo ha dichiarato di aver fornito a Pyongyang 1.500 kit di test diagnostici per il coronavirus. Allo stesso tempo, le Nazioni Unite hanno concesso esenzioni alle sanzioni ai gruppi di soccorso tra cui Medici senza frontiere e Unicef su dispositivi come kit diagnostici, maschere per il viso, dispositivi di protezione e disinfettanti (Yonhap)

 

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