Coronavirus, a Wuhan nessun nuovo contagiato

Scritto da in data Marzo 19, 2020

“Il mondo pagherà a caro prezzo il fatto che la Cina ha rallentato la condivisione delle informazioni sul virus”. A sferrare l’attacco è lui: il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Lui, che da giorni chiama il coronavirus “virus cinese” e assicura che no, assolutamente no, non è razzismo ma precisione.

Intanto a Wuhan, la città che il mondo ha imparato a conoscere come focolaio del Covid-19, nella Cina centrale, non si abbassa la guardia ma si registra quello che non può ce essere definito finalmente un primo successo nella lotta all’epidemia: non è stato registrato ieri nessun nuovo contagio.

Wuhan, i numeri

Otto sono le vittime morte nella provincia, secondi i dati diffusi dalla Commissione sanitaria provinciale dello Hubei e citati dall’agenzia cinese Xinhua. Ma nel capoluogo Wuhan il totale dei casi confermati rimane stabile a 50.005. 67.800 restano, anch’essi stabili, quelli in tutto lo Hubei. La Cina continentale ha così al momento azzerato l’incremento dei contagi a livello nazionale. In questo momento la minaccia di nuovi contagi sembra arrivare dall’esterno, con la registrazione di casi di persone contagiate in arrivo dall’estero, aumentati ieri di altri 34.

L’azzeramento era già stato registrato il giorno prima. E questo comincia a essere il timido segnale che il contenimento dei contagi stia funzionando lì, nell’epicentro della pandemia. È da più di una settimana che gli aumenti quotidiani nella provincia dell’Hubei sono stati a una sola cifra. E tutti provenienti da Wuhan. Fino a un mese fa, i nuovi contagi erano migliaia ogni giorno.

795 persone sono state poi dimesse ieri nell’Hubei: in ospedale restano 6.636 persone ricoverate. Quasi 2mila – 1.809 sono ancora in gravi condizioni, 465 sono i pazienti in stato critico.

Crollo delle emissioni di diossido di azoto

Secondo quanto mostrano le immagini del satellite Sentinel 5P, del programma europeo Copernicus, gestito da Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea (Esa), al 20 dicembre 2019 al 16 marzo in Cina sono crollate le emissioni di diossido di azoto al punto da essere chiaramente rilevabili dai satelliti, in conseguenza del blocco totale imposto a causa dell’epidemia di coronavirus. Dalle immagini è possibile rilevare anche la risalita del gas inquinante in seguito alla ripresa di alcune attività avvenuta all’inizio di marzo.

Le scuse al medico eroe

Arrivano alla fine le scuse della polizia di Wuhan a Li Wenliang, il medico definito da più parti “eroe” che per primo lanciò l’allarme sul covid-19. E poi morto proprio dopo aver contratto il virus. La polizia si scusa in una nota per averlo accusato di “diffusione di false informazioni su internet”. Sul caso, dice la polizia, “ci furono applicazione errata della legge e procedure irregolari”. Scuse che giungono dopo che la National Supervisory Commission aveva appurato che “l’azione della polizia non fu appropriata”.

In copertina Wuhan/Free Photos

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