Coronavirus, ucraini bloccati al confine polacco-ucraino
Scritto da Julia Kalashnyk in data Marzo 17, 2020
Coronavirus: Polonia e Ucraina chiudono i confini, voli cancellati, soppressi treni e autobus internazionali. Centinaia di ucraini bloccati al confine terrestre polacco-ucraino prima di ritorno a casa.
Reportage da Korczowa, la frontiera polacco-ucraina di Julia Kalashnyk per Radio Bullets
Video e foto in evidenza: Julia Kalashnyk
Viaggiare ai tempi di coronavirus
Dopo la decisione della Polonia di chiudere i confini il 15 marzo per emergenza coronavirus, centinaia di cittadini ucraini – tra cui turisti e coloro che lavorano nel Paese – sono rimasti senza alcuna possibilità di tornare a casa. Voli, treni e bus cancellati, biglietti dei pochi autobus internazionali rimasti venduti in un attimo: il taglio del trasporto ha creato enormi problemi a tanti cittadini di uno dei paesi post-sovietici.
Ad aumentare il panico è la decisione del governo ucraino di chiudere i propri confini dal 17 marzo, seguita di continue comunicazioni ai propri cittadini di tornare a casa il più presto possibile.
Varcare il confine a piedi
Non avendo alcuna possibilità di tornare a casa, in centinaia si sono avviati verso il confine terrestre polacco-ucraino per provare ad attraversarlo in qualche modo.
Ad aggravare la situazione è la chiusura del passaggio pedonale Shegini – Medyka, dove solitamente ad attendere la gente dall’altra parte del confine ci sono piccoli pulmini. Non è rimasto altro che tentare sorti al punto più vicino, quello di Korczowa – Krakovetz’, anche se non predisposto a quello scopo ed è aperto solo ed esclusivamente al passaggio di autoveicoli.
A organizzare il trasporto fino al confine da Przemyśl, città polacca più vicina alla dogana, sono i taxi e gli autisti polacchi più intraprendenti, aumentando i prezzi oltre il doppio del costo della corsa normale: un viaggio così viene costare 40 złoty al posto di 20.
Korczowa – Krakovetz
Al confine la polizia di frontiera polacca per assicurare l’ordine coordina i flussi di ucraini rimasti a piedi, chiedendo a centinaia di macchine, tir e autobus che aspettano di oltrepassare la frontiera, in fila da parecchie ore, di portare oltre il confine i propri connazionali.
In tanti vanno tra le file di macchine a cercare il passaggio anche senza l’aiuto della guardia frontiera. Più fortunati lo trovano subito, altri devono girare e attendere per lunghe ore proprio perché le code chilometriche si muovono lentamente.
Il tempo medio d’attesa tra trovare il passaggio e attraversare il confine solitamente impegna da 10 a 12 ore. Sugli autobus, quelli pochi rimasti prima dell’ordinanza di fermare anche i trasporti, l’unica possibilità è quella probabilmente di stare in piedi per lunghe ore, aspettando di poter varcare il confine. Poche mascherine, distanza minima tra viaggiatori è meno di 15 centimetri, qualcuno si sente male.
Un governo assente
Pero a indignare di più gli ucraini non sono le condizioni difficili, bensì la mancanza dell’aiuto da parte delle autorità governative. Il consolato ucraino non ha saputo fornire aiuto, limitandosi con un “provate a trovare un passaggio al confine”, ci racconta un turista da Kyiv a cui è stato cancellato il volo.
Il governo dell’Ucraina promette di organizzare un volo dopo il 17 marzo e a portare a casa coloro che non sono riusciti a tornare da sé, pero, a quanto sembra, in tanti non sono disposti ad aspettare.
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