16 settembre – Notiziario dall’Est Europa e dal Caucaso

Scritto da in data Settembre 16, 2021

La rassegna di notizie dall’Est Europa: un breve focus sugli eventi settimanali

  • Ucraina: 4 soldati morti e 13 feriti a causa delle violazioni del cessate il fuoco da parte di separatisti sostenuti dalla Russia.
  • Bielorussia: sistemi missilistici antiaerei russi S-400 al confine con l’Ucraina.
  • OCCRP ha smesso di lavorare in Russia per proteggere giornalisti. 
  • Lituania: la Corte Europea ha ordinato di non respingere cinque rifugiati afghani.

Ucraina: la guerra nel Donbas

Nel Donbas, tra l’11 e il 12 settembre, a causa delle violazioni del cessate il fuoco da parte dei separatisti sostenuti dalla Russia, quattro soldati ucraini sono stati uccisi e tredici sono rimasti feriti. A riportare i dati è l’ufficio dell’Operazione delle Forze congiunte ucraine (OFC). 

Le forze illegali, che controllano una parte delle regioni di Luhansk e Donec’k nell’est ucraino, sparavano sulle postazioni ucraine usando sistemi di artiglieria di calibro 122 mm, vietati dagli accordi di Minsk: lo riporta sempre l’ufficio dell’Operazione delle Forze congiunte (OFC). 

I militanti hanno anche usato lanciagranate, armi leggere e mitragliatrici pesanti, mentre la parte ucraina ha risposto al fuoco, rileva il rapporto. I militari ucraini riferiscono, inoltre, che non ci sono state vittime tra la popolazione locale (si intende persone che vivono nel territorio controllato dall’Ucraina, ndr).  Secondo l’ultimo rapporto dell’Ocse ci sono state circa quattrocento violazioni del cessate il fuoco nell’arco dell’ultima settimana.

Precedentemente Kyiv ha affermato che almeno cinquantadue soldati ucraini sono stati uccisi dall’inizio dell’anno. I separatisti indicano di aver perso più di trenta soldati dall’inizio del 2021. 

L’Ucraina e l’Occidente accusano la Russia di sostenere militarmente i separatisti nel conflitto – – a seguito delle tante prove – – impiegando truppe regolari russe sin dall’inizio della guerra nel Donbas nel 2014. Guerra che continua fino a oggi e che, secondo la Missione di monitoraggio dei diritti umani delle Nazioni Unite in Ucraina, ha causato più di 13.000 vittime, tra civili e combattenti, a seguito della guerra sponsorizzata dalla Russia nella primavera del 2014.

Il Cremlino ha sempre respinto ufficialmente le accuse di essere coinvolto nel conflitto, definendolo «completamente intra-ucraino», nonostante tante testimonianze, indagini giornalistiche e prove raccolte da organizzazioni che lavorano sul campo.

Bielorussia: S-400 al confine con l’Ucraina

Lukashenko vuole posizionare i sistemi missilistici antiaerei russi S-400 al confine con l’Ucraina. Il presidente bielorusso, considerato illegittimo da molti stati, lo ha annunciato durante la visita al campo di addestramento nell’ambito delle esercitazioni militari Ovest-2021, stando a quanto riporta l’agenzia statale bielorussa BELTA. 

Lukashenko è intenzionato ad acquistare armi in Russia per una somma di oltre 1 miliardo di dollari USA, un fatto, tra l’atro, discusso durante il suo incontro con il presidente russo Vladimir Putin del 9 settembre a Mosca. 

«Grazie a Dio ora abbiamo completamente chiuso il perimetro in direzione ovest con i sistemi S-300. Ma, come sapete, si è anche aggiunta la direzione sud», ha commentato Lukashenko parlando del confine ucraino-bielorussso. 

«Abbiamo discusso di questo argomento con i generali bielorussi e russi. Cominciano a scaldarci da sud. E cos’altro accadrà… Dobbiamo prepararci – (abbiamo, ndr) − 1.200 km di confine con l’Ucraina. Pertanto, dovremo chiudere anche questo perimetro. E stavamo giusto parlando del fatto che l’S-400 sarà appropriato per noi», dice Lukashenko spiegando la sua decisione di acquistare i sistemi missilistici antiaerei russi. 

Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha detto che l’Ucraina riceverà lungo il suo confine settentrionale altri «mille chilometri di pericolo» se la Federazione Russa dovesse inghiottire la Bielorussia in una forma o nell’altra, scrive Europeiska Pravda citando l’agenzia ucraina UNIAN. 

OCCRP smette di lavorare in Russia

Il progetto investigativo “The Organized Crime and Corruption Reporting Project” (OCCRP) ha smesso di lavorare in Russia. 

Come ha spiegato l’organizzazione stessa, questa decisione è stata presa per proteggere i giornalisti, vista la campagna del Cremlino contro il giornalismo indipendente.

Il caporedattore del progetto Drew Sullivan ha sottolineato che ora lavorare in Russia «può fare più male che bene ai giornalisti locali».

«Ciò non significa che smetteremo di scrivere sulla corruzione su larga scala in questo paese. Capiamo solo che il governo, come al solito, punirà i propri cittadini per aver collaborato con noi», ha twittato il giornalista. 

OCCRP è una rete di media investigativi e giornalisti di tutto il mondo che si occupa di inchieste su criminalità e corruzione. Uno dei lavori internazionali più importanti di OCCRP è stata la pubblicazione del materiale dei Panama Papers.

Lituania: crisi migratoria 

La Corte Europea dei diritti umani ha ordinato alla Lituania di non respingere cinque rifugiati afghani bloccati al confine con la Bielorussia, poiché sono già nascosti nel paese baltico, scrive Euronews. 

Stando a questo affermato dal tribunale, i cinque afghani erano arrivati ​​in Bielorussia ad agosto e hanno ripetutamente tentato di raggiungere la Lituania. I rifugiati si erano rivolti alla Corte Europea, sostenendo di essersi nascosti in Lituania dal 5 settembre, fatto negato dalla Guardia di frontiera lituana, che affermava che il gruppo non fosse entrato nel paese. 

Precedentemente, la Lituania con altri paesi baltici e la Polonia, hanno accusato Minsk di incoraggiare la migrazione illegale a scopi di destabilizzare l’Europa.

Immagine in evidenza: Julia Kalashnyk / Parata militare a Kyiv, 24 agosto 2021

Questo notiziario è stato aggiornato con alcuni chiarimenti.

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