25 luglio 2020 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Luglio 25, 2020
- La Corte suprema israeliana sentenzia che i detenuti palestinesi non hanno diritto al distanziamento sociale per il coronavirus (in copertina).
- Iraq: liberata l’esperta di arte tedesca rapita. Stati Uniti, Trump permette ai contractors della Difesa di vendere droni armati agli eserciti stranieri.
- Un tweet del ministro degli Esteri etiope fa infuriare l’Egitto.
- Nigeria: uccisi 4 operatori umanitari che erano stati rapiti.
- Messico: aumenta il numero di donne in cerca di aiuto dalla violenza durante il lockdown.
- Perù: il video di una moglie che supplica il presidente di far curare suo marito, positivo al virus, commuove il web.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Iran
L’Iran ha protestato alle Nazioni Unite contro le “flagranti violazioni” del diritto internazionale, dopo che jet da combattimento degli Stati Uniti hanno scatenato il panico su un aereo passeggeri iraniano che sorvolava la Siria. Una trasmissione televisiva statale iraniana ha trasmesso filmati dell’incidente di giovedì, con i passeggeri che urlavano mentre il pilota di un aereo di Mahan Air, su un volo da Teheran a Beirut, ha dovuto improvvisamente cambiare quota per evitare la collisione con un aereo da caccia americano. Ieri, il ministro degli Esteri iraniano ha affermato che la protesta è stata presentata all’Organizzazione internazionale dell’aviazione civile – un’agenzia delle Nazioni Unite – e all’ambasciata svizzera a Teheran, che gestisce gli interessi degli Stati Uniti in Iran da quando i legami sono stati tagliati all’indomani della rivoluzione islamica del 1979.
U.S. illegally occupies territory of another State and then harasses a scheduled civil airliner—endangering innocent civilian passengers—ostensibly to protect its occupation forces.
Audacity to compound lawlessness upon lawlessness
These outlaws must be stopped before disaster.
— Javad Zarif (@JZarif) July 24, 2020
Iraq
Non sono stati forniti molti dettagli, ma il portavoce dell’esercito Yahya Rasool ha detto che Hella Mewis, operatrice umanitaria esperta d’arte che da 10 anni vive a Baghdad, rapita all’inizio della settimana, è stata liberata dalle forze di sicurezza.
Intanto quattro razzi sono esplosi nella base militare di Basmaya, a sud est di Baghdad: non ci sono state vittime.
Turchia
Alla presenza di migliaia di persone, si è tenuta ieri la prima preghiera musulmana a Santa Sofia, 86 anni dopo la riconversione, un paio di settimane fa da museo a moschea. Fin dal mattino presto sono arrivati i fedeli per la preghiera del venerdì: zona chiusa al traffico, imponenti misure di sicurezza con 20.000 agenti e 700 operatori sanitari. Predisposto il distanziamento da coronavirus, non sempre però rispettato.
Israele e Palestina
La Corte suprema israeliana ha stabilito che i prigionieri palestinesi non hanno alcun diritto alla distanza sociale contro il coronavirus. In una sentenza di giovedì, il tribunale di Israele ha respinto una petizione, presentata dal centro legale di Adalah per i diritti delle minoranze, che ha invitato Israele ad attuare le linee guida di protezione Covid-19 per i detenuti nella prigione di Gilboa, una struttura nel nord di Israele che ospita circa 450 palestinesi classificati da Israele come “prigionieri di sicurezza”. I giudici della Corte Suprema hanno accettato l’argomento promosso dalle autorità statali israeliane, secondo cui i palestinesi detenuti in prigione non erano diversi dai familiari o dai coinquilini che vivono nella stessa casa. L’avvocata di Adalah, Myssana Morany, in una dichiarazione rilasciata a seguito della sentenza, ha denunciato la corte per aver accettato “la finzione lanciata dalle autorità israeliane, secondo cui le politiche di allontanamento sociale di Covid-19 – essenziali per tutti gli altri – non sono rilevanti per i ‘prigionieri di sicurezza’ palestinesi tenuti dietro le sbarre”. Ad aprile, un gruppo di esperti delle Nazioni Unite per i diritti umani aveva invitato Israele “a non discriminare” migliaia di prigionieri palestinesi che affrontano un’esposizione ad alto rischio al coronavirus, chiedendo al paese di liberare i più vulnerabili tra loro. Nelle carceri israeliane ci sono oltre 4.520 prigionieri palestinesi, tra cui 183 minori, 43 donne e 700 detenuti con condizioni mediche preesistenti, hanno aggiunto gli esperti delle Nazioni Unite. Nella dichiarazione, le Nazioni Unite hanno affermato che Israele ha rilasciato centinaia di prigionieri israeliani a causa della pandemia, ma ha rifiutato di rilasciare anche un solo detenuto palestinese. Nella sola prigione di Gilboa, almeno 30 guardie carcerarie e sette detenuti hanno contratto il coronavirus, mentre 489 guardie e 58 prigionieri sono attualmente in quarantena, secondo le informazioni fornite alla corte dai rappresentanti dello stato israeliano. Almeno uno dei pazienti con coronavirus sta combattendo anche contro il cancro.
L’esercito israeliano ha dichiarato venerdì che i suoi elicotteri hanno colpito obiettivi dell’esercito siriano in risposta ai colpi di mortaio sparati contro le alture del Golan. “Sono stati colpiti numerosi obiettivi, inclusi posti di osservazione e sistemi di raccolta di informazioni di intelligence situati nelle basi SAF”, hanno detto i militari in una nota, riferendosi alle forze armate siriane. L’agenzia di stampa statale siriana SANA ha citato una fonte militare dicendo che gli elicotteri israeliani hanno preso di mira tre avamposti nella zona meridionale di Quneitra, in Siria, con missili anticarro, causando due feriti e alcuni incendi boschivi.
Egitto
Il ministro degli Esteri dell’Etiopia ha indignato gli egiziani con un tweet ritenuto arrogante, in cui ha scritto “Il Nilo è il nostro”, una settimana dopo che erano stati compiuti notevoli passi avanti nel controverso progetto della Grande diga etiope. Il tweet di Gedu Andargachew dice: “Congratulazioni! Il fiume Nilo è diventato un lago, non affluirà più nel fiume. L’Etiopia avrà tutto lo sviluppo che desidera. In effetti il Nilo è nostro!”. Immediata anche la reazione americana che sta considerando sanzioni contro l’Etiopia che rifiuta di firmare un accordo finale con il Sudan e l’Egitto sullo status del Nilo, che è fondamentale per l’approvvigionamento idrico di questi ultimi.
Nigeria
I militanti islamisti nel nord-est della Nigeria hanno giustiziato quattro operatori e una guardia di sicurezza privata, secondo un video visionato dalla Reuters. International Rescue Committee e Action Against Hunger, hanno confermato l’uccisione dei loro colleghi. Il mese scorso, i militanti avevano pubblicato un video in cui gli ostaggi si erano identificati. L’esecuzione sottolinea il crescente rischio per gli operatori umanitari nel nord-est della Nigeria, dove un conflitto decennale con Boko Haram e l’alleato regionale dello Stato islamico, ha alimentato una delle peggiori crisi umanitarie del mondo. “Tu che lavori per organizzazioni infedeli, stai lavorando per consegnare il loro mandato ma a loro non importa della tua situazione difficile”, ha detto un uomo che indossa un passamontagna nel video, con i cinque prigionieri che indossano le bende rosse e sono inginocchiate in riga davanti di lui. “Questo è il motivo per cui ogni volta che vi rapiamo, quelle organizzazioni non mostrano alcuna forma di preoccupazione”, dice. Quando l’uomo finisce il suo discorso, lui e altri quattro uomini in passamontagna e divise militari spararano ai prigionieri.
Ungheria
Migliaia di ungheresi hanno marciato venerdì verso l’ufficio del Primo Ministro, Viktor Orban, in segno di protesta per gli attacchi del governo contro le libertà dei media, mentre la rabbia è esplosa dopo il licenziamento del caporedattore del principale sito di notizie indipendenti del paese. All’inizio della giornata, tre redattori di Index.hu e più di 80 giornalisti – quasi tutto il suo staff – si sono dimessi per quello che hanno definito un “tentativo aperto di esercitare pressione” sul sito, dopo che il suo proprietario ha rifiutato di ridare il posto a Szabolcs Dull. Il licenziamento ha aumentato la preoccupazione che il governo nazionalista di Orban, al potere da oltre un decennio, intensifichi gli sforzi per mettere la museruola alle voci critiche.
Bulgaria
Il parlamento bulgaro ha nominato Kiril Ananiev nuovo ministro delle finanze nel gabinetto del Primo Ministro, Boyko Borissov, in un rimpasto mirato a placare i manifestanti anticorruzione in cerca delle dimissioni di tutto il governo. Venerdì, circa 116 legislatori del parlamento con 240 seggi, hanno anche approvato i ministri della nuova economia, della sanità, degli interni e del turismo nel governo di centrodestra, entrato in carica nel 2017. Ottantanove deputati hanno votato contro il rimpasto.
Bielorussia
Un candidato dell’opposizione che voleva opporsi al leader bielorusso Alexander Lukashenko nelle elezioni presidenziali del mese prossimo, è fuggito in Russia con i suoi due figli, temendo che potessero essere portati via: lo ha affermato il portavoce della sua campagna ieri. Valery Tsepkalo, ex ambasciatore a Washington e poi fondatore di un parco uffici per aziende tecnologiche, temeva che le autorità avessero avviato un procedimento per privarlo dei suoi diritti genitoriali. Lukashenko ha incarcerato due dei suoi principali rivali elettorali e ha arrestato centinaia di manifestanti, in una repressione del dissenso contro il suo governo di 26 anni che ha suscitato le critiche occidentali. Funzionari della Procura generale erano andati alla scuola dei figli chiedendo dichiarazioni scritte che la sua famiglia non si stava prendendo abbastanza cura dei bambini. “Non ci restava altra scelta”, ha detto la moglie di Tsepkalo, Veronika, rimasta per continuare la campagna contro Lukashenko, davanti a una folla di centinaia di persone durante una manifestazione. Le elezioni sono previste il 9 agosto prossimo.
Afghanistan
L’inviato americano, Zelmay Khalilzad, ha dichiarato che questo è un “momento decisivo” per la pace in Afghanistan. Sono passati cinque mesi da quando gli Stati Uniti hanno firmato un accordo di pace con i talebani. I colloqui intra-afgani sono stati sospesi per la liberazione di prigionieri di entrambe le parti, ma ora Khalizad è convinto che sono molto vicini a riprenderli e ad avere colloqui diretti. Una volta elaborata una sorta di condivisione del potere, cosa che fa rizzare i capelli agli afgani, gli americani potranno andarsene. Khalizad ha minimizzato il ritiro, dicendo che si basa “sulle condizioni”, ma loro vorrebbero che rimanessero solo poche migliaia di soldati americani entro novembre.
Stati Uniti
In aggiunta alle tensioni tra Stati Uniti e Cina, i funzionari statunitensi hanno arrestato Tang Juan, una ricercatrice che si occupa di tumori in visita dalla Cina. È accusata di aver mentito sulla sua domanda di visto e di non aver rivelato i legami militari passati, e sono state diffuse immagini di lei in uniforme.
Tang Juan è venuta negli Stati Uniti in ottobre e l’FBI ha iniziato a indagare su di lei a giugno. Ha trascorso diversi giorni nel consolato cinese a San Francisco, prima che le venissero presentate le accuse, e dovrà apparire in tribunale lunedì. È una ricercatrice in visita presso il Dipartimento di oncologia dell’UC Davis, e il suo lavoro è finanziato dal ministero dell’educazione cinese come parte di un programma di scambio. Funzionari statunitensi affermano che non ha diritto all’immunità diplomatica.
Intanto, dopo la chiusura del consolato cinese a Houston e l’evacuazione dello staff, un’ora dopo agenti americani sono entrati nell’edificio.
CHINESE CONSULATE HOUSTON CLOSURE: U.S. Department of State Diplomatic Security along with other law enforcement officials now standing guard after U.S. officials opened the doors up at the former Chinese consulate less than an hour ago. @KPRC2 #CHINA #Consulate pic.twitter.com/3JDitKVj9W
— Mario Diaz (@KPRC2Mario) July 24, 2020
Il presidente Donald Trump ha firmato questa settimana una misura che consentirà agli appaltatori della difesa degli Stati Uniti di vendere più droni armati ai militari stranieri, ha detto un funzionario del Dipartimento di Stato venerdì. Si apre così la vendita di droni statunitensi armati a governi stranieri, ai quali in precedenza era vietato acquistarli sotto il regime di controllo della tecnologia missilistica, o MTCR, firmato tre decenni fa da 35 nazioni membro.
Messico
La più grande rete di rifugi messicani per le vittime di violenza ha dichiarato che il numero di donne e bambini in cerca di aiuto è aumentato di oltre l’80% sotto il blocco per il coronavirus. La rete nazionale di rifugi, che comprende circa 69 rifugi in tutto il paese, ha anche riferito che il numero di chiamate e messaggi ricevuti sulla violenza di famiglia o di genere è aumentato del 55% tra marzo e giugno, rispetto al periodo corrispondente a anno fa. “Le donne in Messico si trovano ad affrontare due pandemie: COVID-19 e violenza familiare”, ha detto il gruppo in una nota. Con le famiglie bloccate in casa per mesi per controllare la diffusione del virus, gli esperti temono che le tensioni interne e le paure economiche, a causa delle perdite di posti di lavoro a livello nazionale, si trasformeranno in violenza.
Nicaragua
Daniel Ortega ha inviato un contingente di poliziotti antisommossa al posto di frontiera di Peñas Blancas, che condivide con il Costa Rica, dove, dopo che è stato rifiutato l’ingresso a un gruppo di 500 migranti nicaraguensi che cercavano di tornare a casa, hanno bloccato il passaggio di camion per esercitare pressione sull’Autorità dell’immigrazione. Il centro per i diritti umani Cenidh chiede al governo di Daniel Ortega “di far entrare immediatamente i propri cittadini”. Parte dei nicaraguensi sono bloccati al confine da scorso sabato. Il governo Ortega-Murillo afferma che consentirà di accedere solo a coloro che presentino un certificato Covid-19 negativo, non presentino sintomi correlati e dimostrino di aver pagato il trasporto verso le loro case in Nicaragua. Le autorità forniscono test Covid-19 solo ai nicaraguensi che viaggiano all’estero, a un costo di $ 150, che equivale all’81% del salario minimo medio, secondo il Ministero della Salute, il quale, dopo aver criticato la tassa esorbitante, ha rimosso l’opzione dal suo sito Web.
Perù
Il video di una madre che corre dietro un veicolo che trasporta il presidente peruviano Martin Vizcarra e lo supplica di salvare suo marito affetto da COVID-19, è diventato virale. “Sig. Presidente, non se ne vada!”, urla una piangente Celia Capira mentre chiede un letto d’ospedale per suo marito, nel video girato domenica nella seconda città più grande del Perù, Arequipa. Ma la storia della trentaduenne madre di tre figli non ha avuto un lieto fine: suo marito Adolfo Mamani, 57 anni, è morto martedì. Il sistema ospedaliero, sopraffatto, di Arequipa, privo di letti e ossigeno, non è riuscito a salvarlo.
El Mensaje a la Nación por fiestas patrias fue dado ayer.
Lo dio LA SEÑORA CELIA CAPIRA
en #Arequipa Lo que pueda decir Vizcarra y sus Guaripoleras no llegarán a apagar su voz.#CeliaCapiraDignidad pic.twitter.com/eDIoPXUFME— Ricardo Pinedo Caldas (@RicardoPinedoC) July 20, 2020
“L’hanno ucciso: stava bene, ci hanno detto che era stabile, la mattina gli ho portato la colazione”, ha detto Capira ai giornalisti. Le immagini delle guance inzuppate di lacrime di Capira, coperte dalla mascherina e dalla protezione agli occhi, portano a riflettere sulla disperazione della popolazione locale che desidera risposte dalle autorità. Fuori dall’ospedale “Honorio Delgado”, dove Mamani è morto, le autorità hanno allestito una tenda di straripamento, nella quale gli è stato inizialmente somministrato il trattamento.
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