28 febbraio 2022 – Notiziario

Scritto da in data Febbraio 28, 2022

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  • Ucraina: si continua a combattere. La follia delle minacce atomiche mentre la Nato si prepara a mandare armi. Oggi si riunisce il Consiglio di Sicurezza dell’Onu. In collegamento Julia Kalashnyk da Dnipro.
  • Iran: scomparso attivista dopo aver criticato un controverso disegno di legge su Internet.
  • Afghanistan: riaprono le università pubbliche, classi segregate.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli
Foto di copertina: Julia Kalashnyk

Ucraina

Come di consuetudine in questi giorni, cominciamo da Dnipro, i cui abitanti hanno sentito ieri, 27 febbraio, per la prima volta il suono delle sirene. Un’allerta aerea improvvisa e in molti sono corsi nei rifugi. Per le strade della città, per lo più deserta, c’è ancora un po’ di movimento: la gente compra il cibo nei supermercati e ogni tipo di protezione nei negozi di armi. Questo, dopo che l’amministrazione militare di Dnipro ha deciso di aprire i negozi di caccia e armeria, dove si possono acquistare armi e munizioni in modo del tutto legale e veloce: basta registrarsi online su un sito governativo e ottenere il permesso per le armi in 24 ore. E così la città continua a fortificarsi. Quasi ovunque si preparano le molotov: donne di tutte le età grattugiano il polistirolo e riempiono le bottiglie di liquidi esplosivi.

Non solo per strada, ma anche nei vari posti al chiuso, tra cui gli alberghi, si procede alla preparazione dei cocktail esplosivi. I negozi di armi sono affollati e, nonostante siano finite le armi, la gente, soprattutto i giovani, fanno le scorte necessarie per la difesa. E anche per mandare i supporti a coloro che combattano al fronte. Una giovane compra cinque paia di guanti dell’esercito, che manderà con i volontari al fronte. Una coppia giovane scambia frasi con gli amici: «L’importante ora è respingerli, se arrivano». E il commesso urla agli acquirenti che le armi sono finite già venerdì mattina.

Kyiv, invece, resiste. «Non ci sono truppe russe a Kyiv, e continua la lotta contro i sabotatori», riporta il sindaco Vitaly Klytchko che smentisce la notizia che la città fosse circondata. Il coprifuoco è scattato il 26 febbraio alle 17:00 e durerà fino a stamattina. Per questo i negozi di alimentari e le farmacie sono chiusi, e gli abitanti di Kyiv stanno aspettando la mattina di oggi per rifornirsi di cibo. In più, gli scaffali sono semivuoti, racconta Oleksandra, un’abitante della città. E ci sono sparatorie in corso in alcune zone della capitale.

Katya, 40 anni, vive a Kyiv ed è rimasta col suo ragazzo e la gatta nella città. Racconta che vede tanti combattenti di difesa territoriale, e ieri ha sentito il suono di tante sparatorie. Si concentra sul lavoro e le cose abituali per distrarsi, anche se è più difficile farlo sotto il suono di sirene ed esplosioni, racconta.

Invece, le nuove immagini satellitari Maxar mostrano un convoglio di forze di terra russe di quasi 5 km, con centinaia di veicoli militari, vicino a Ivankiv, a circa 60 km da Kyiv, che trasporta carburante e veicoli blindati: carri armati, veicoli da combattimento di fanteria e artiglieria semovente.

https://twitter.com/ChristopherJM/status/1498042489260982277

A Kharkiv ieri, 27 febbraio, le forze armate ucraine e i combattenti locali hanno ripreso completamente il controllo della città, che si trova a 40 km dal confine con la Russia.

E per finire, l’aereo più grande del mondo, l’An-225, chiamato Mriya − “sogno” in ucraino − è stato distrutto dopo un attacco aereo delle truppe russe all’aeroporto di Hostomel, vicino a Kiev. Era l’unico del suo genere al mondo. (Julia Kalashnyk, da Dnipro).

La Bielorussia sarebbe sul punto di unirsi alle truppe russe nella guerra in atto in Ucraina: lo riporta Kyiv Independent, citando non meglio precisate “fonti” e aggiungendo che l’entrata in guerra di Minsk potrebbe avvenire «nel giro di ore». La decisione sarebbe stata presa e il primo aereo da trasporto Ilyushin Il-76 potrebbe decollare stamattina, trasportando paracadutisti.

Nelle scorse ore in Bielorussia è passato un referendum costituzionale che consentirebbe alla Russia di installare armi nucleari sul territorio bielorusso, escludendo però ogni «aggressione militare dal territorio» della Bielorussia. Intanto più di 180 persone sono state arrestate durante le proteste in Bielorussia, comprese quelle tenute fuori dai seggi elettorali dove si è svolto il voto per il referendum costituzionale. Lo ha affermato in una nota il centro per i diritti umani non registrato Viasna, stando a Interfax.

Più di 3.000 russi, invece, sono stati arrestati in varie città per aver protestato contro l’attacco della Russia all’Ucraina.

L’oligarca ucraino di origini russe Viktor Medvedchuk, vicino a Putin e considerato tra i possibili candidati alla guida di un governo fantoccio se la Russia dovesse conquistare Kiev, è sfuggito agli arresti domiciliari che stava scontando con l’accusa di alto tradimento per avere sostenuto le forze separatiste nel Donbass.

Un giornalista e un fotografo del tabloid danese Ekstra-Bladet sono stati colpiti da colpi di arma da fuoco e feriti sabato, mentre riferivano dall’Ucraina orientale, afferma il giornale. Il giornalista Stefan Weichert e il fotografo Emil Filtenborg Mikkelsen sono stati colpiti mentre guidavano un’auto nella città di Ohtyrka, a circa 90 km a nord-ovest di Kharkiv, secondo Ekstra-Bladet.

Di fronte alla crisi dell’Ucraina il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha deciso con 11 voti a favore, uno contrario (la Russia) e 3 astenuti (Emirati Arabi Uniti, Cina e India) di convocare una inconsueta sessione speciale di emergenza dell’Assemblea Generale, mossa avvenuta solo sette volte nella storia, l’ultima delle quali nel 1982. La riunione dell’Assemblea si deve tenere entro oggi. Intanto «la sola idea di un conflitto nucleare è semplicemente inconcepibile», ha detto il portavoce dell’Onu Stephane Dujarric dopo che il presidente Vladimir Putin ha ordinato l’allerta del sistema difensivo nucleare russo nell’ambito della crisi con l’Occidente sull’Ucraina. Anche l’Assemblea Generale di 193 nazioni si riunirà oggi per chiedere un immediato cessate il fuoco.

In un discorso storico al Bundestag, il cancelliere Olaf Scholz ha annunciato misure fino a qualche giorno fa impensabili per i tedeschi: innanzitutto un fondo speciale da 100 miliardi per rafforzare la Bundeswehr. «E da ora, anno dopo anno, investiremo oltre il 2% del Pil nella difesa», ha assicurato il Bundeskanzler. È una svolta nella politica estera e della difesa, affrontata − ironia della storia − proprio dal governo guidato da forze tradizionalmente più pacifiste, come socialdemocratici e verdi. Berlino dispone quello che ha sempre rivendicato la Nato, dopo anni di resistenze e timori dettati anche dalla sua pesante eredità storica, determinando la prima vera cesura col merkelismo.

«Gli alleati della Nato stanno rafforzando il loro sostegno politico e pratico all’Ucraina, mentre questa continua a difendersi dall’invasione su vasta scala della Russia. Migliaia di armi anticarro, centinaia di missili per la difesa aerea e migliaia di armi leggere e munizioni stanno per essere inviate in Ucraina». Lo rende noto la Nato, spiegando che «Belgio, Canada, Repubblica Ceca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Paesi Bassi, Portogallo, Romania, Slovacchia, Slovenia, Regno Unito e Stati Uniti hanno già inviato o stanno approvando consegne significative, mentre l’Italia sta provvedendo a un sostegno finanziario».

Il colosso pubblico algerino degli idrocarburi Sonatrach è pronto a fornire più gas all’Europa in caso di calo delle esportazioni russe con la crisi ucraina, veicolandolo attraverso il gasdotto Transmed che collega l’Algeria all’Italia. Lo ha dichiarato al quotidiano Liberté il suo amministratore delegato Toufik Hakkaha.

Afghanistan

Le principali università dell’Afghanistan hanno riaperto, a sei mesi dal ritorno al potere dei talebani, ma solo un rivolo di donne è tornato alle classi ora segregate. La maggior parte delle scuole secondarie femminili e tutte le università pubbliche sono state chiuse in seguito all’acquisizione del potere da parte dei talebani lo scorso 15 agosto, suscitando il timore che alle donne sarebbe stata vietata l’istruzione come accadde durante il primo governo talebano, dal 1996 al 2001. I talebani insistono sul fatto che questa volta consentiranno alle ragazze e alle donne di ricevere un’istruzione, ma solo in classi segregate e secondo un curriculum islamico. Le lezioni per studenti maschi e femmine saranno condotte in orari diversi, secondo ToloNews. Molti insegnanti, però, sono scappati rendendo difficile la situazione con l’aumento delle classi.

I talebani hanno deciso di impedire alla gente di lasciare il paese mentre, separatamente, le loro forze continuano una massiccia campagna di sicurezza, andando di casa in casa attraverso la capitale in una “operazione di sgombero”. Il nuovo divieto di viaggio è stato annunciato domenica dal portavoce talebano Zabihullah Mujahid, che ha illustrato le restrizioni come volte a prevenire le difficoltà per gli afghani all’estero. Le evacuazioni organizzate da nazioni o organizzazioni non governative sono state vietate, mentre anche le famiglie che tentano di lasciare il paese con i propri mezzi hanno ora bisogno di “una scusa”, altrimenti verranno fermate dall’immigrazione. Inoltre, le donne non potranno volare all’estero a meno che non siano accompagnate da un parente maschio, rispecchiando simili restrizioni nazionali introdotte l’anno scorso che vietano i viaggi da sole tra città e paesi. L’annuncio è arrivato, nello stesso fine settimana, a Kabul e in altre città afghane ed è iniziata una ricerca di «rapitori, ladri e saccheggiatori», una cosiddetta “operazione di sgombero”. Le nuove restrizioni di viaggio allarmeranno decine di migliaia di afghani a cui è stato promesso asilo all’estero, dopo aver lavorato con le forze straniere guidate dagli Stati Uniti o altre organizzazioni occidentali durante i 20 anni di insurrezione dei talebani. Più di 150.000 afghani e persone con doppia nazionalità sono stati evacuati fino al 31 agosto, quando le ultime truppe guidate dagli Stati Uniti si sono ritirate due settimane dopo che gli islamisti intransigenti si erano impossessati di Kabul. Migliaia di persone con legami simili sono ancora in Afghanistan, alla disperata ricerca di potersene andare e temendo di essere presi di mira dai talebani come “collaboratori”.

Iran

Un attivista iraniano è scomparso dopo aver criticato una proposta di legge, da parte degli intransigenti, per l’attuazione di politiche Internet altamente restrittive, ha detto sabato la sua famiglia. Hossein Ronaghi, blogger e attivista per la libertà di parola, è scomparso mercoledì dopo aver criticato un disegno di legge in parlamento per limitare l’accesso a Internet nel paese, noto come “Disegno sulla protezione degli utenti”. La proposta è stata criticata da molti iraniani sui social. Non ci sono informazioni sulla posizione o sulle condizioni di Ronaghi. Il leader supremo iraniano, l’Ayatollah Ali Khamenei, che ha l’ultima parola su tutte le questioni statali, ha affermato nel marzo dello scorso anno che i social media in Iran sono “sfrenati” e non dovrebbero essere “ceduti al nemico”. In un recente tweet, Ronaghi ha dichiarato: «Il Piano di protezione è stata una decisione presa dall’intero sistema sulla base della richiesta del leader della Repubblica islamica che aveva affermato: “Lo spazio virtuale deve essere controllato”».

Israele e Palestina

Un colono israeliano ha sparato, venerdì sera, a due giovani fratelli palestinesi vicino al posto di blocco militare di Hezma, a nord-est di Gerusalemme. Il colono ha sparato e ferito lievemente due fratelli, identificati come Mohammad e Jawad Aby Khadija, entrambi sulla trentina, del campo profughi di Shu’fat. I due con un bambino stavano guidando verso la città di ar-Ram, prima che la loro auto entrasse accidentalmente in collisione con un veicolo guidato da un colono che, uscito dall’auto con un fucile, ha sparato a Mohammad all’addome e a Jawad alla gamba.

Somalia

La Somalia venerdì ha prorogato la scadenza per la chiusura delle votazioni per la camera bassa del parlamento, l’ultimo di una serie di ritardi elettorali. La fragile nazione del Corno d’Africa ha lottato per tenere le elezioni, ritardate di oltre un anno, tormentate da liti politiche e da una bollente insurrezione islamista. Le elezioni della camera bassa avrebbero dovuto essere completate venerdì e avrebbero aperto la strada ai legislatori per scegliere un presidente. Ma il viceministro dell’informazione Abdirahman Yusuf ha affermato che la scadenza è stata ora rivista al 15 marzo.

Corea del Nord

La Corea del Nord ha affermato di aver controllato telecamere e altri sistemi durante un test di “grande importanza” per lo sviluppo di un satellite da ricognizione, dopo che Pyongyang ieri è stata accusata di aver lanciato un missile balistico.

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