5 agosto 2020 – Notiziario
Scritto da Barbara Schiavulli in data Agosto 5, 2020
- Libano: dichiarate due settimane di emergenza e tre giorni di lutto. Provvisorio il bilancio delle vittime.
- Colombia: agli arresti domiciliari l’ex presidente Uribe.
- Onu: scuole chiuse, una catastrofe generazionale.
- Demolite dagli israeliani case di una comunità beduina in Cisgiordania.
- Il Pakistan mostra una nuova mappa che comprende tutto il Kashmir conteso.
- Il Chad rallenta internet per frenare gli hate speech sui social media.
- Il presidente dello Zimbabwe promette di “stanare” gli avversari.
Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin
Libano
Devastazione, morte, paura, sangue, polvere e detriti. Il Libano in ginocchio come se la situazione nel paese non fosse già grave, tra la crisi economica e il coronavirus. Due le esplosioni che hanno colpito un silos del porto di Beirut provocando una devastazione senza precedenti. Secondo i sismologi la deflagrazione è stata pari a un terremoto 4.6. L’esplosione è stata avvertita a Cipro, a 150 miglia di distanza. “Ho visto gente volare”, ha raccontato un testimone. Difficile il recupero dei cadaveri, alcuni finiti in mare, altri sotto le macerie.
Il bilancio provvisorio è di 100 morti e più di 4.000 feriti (fonte Croce Rossa Libanese). Tra loro almeno 48 impiegati delle Nazioni Unite, e 27 membri delle loro famiglie, ha detto ad Al Jazeera il vice portavoce ONU, Farhan Haq. Morto anche Nazar Najarian, segretario generale del partito libanese Kataeb. Gli ospedali sono pieni. Il Qatar e l’Iraq si sono già detti pronti a mandare ospedali da campo completi che arriveranno oggi. I due del Qatar hanno 500 letti ciascuno. Baghdad ha anche promesso di mandare carburante. Non si hanno ancora indicazioni certe su cosa fosse nel silos e cosa abbia provocato l’esplosione, il presidente Trump ha alluso a una bomba. Altri hanno parlato di un deposito di armi degli Hezbollah. Il premier libanese, Hassan Diab, ha detto che erano stoccati 2,750 tonnellate di nitrato di ammonio, fertilizzanti agricoli immagazzinati per anni dopo essere stati sequestrati. La seconda esplosione ha visto un’enorme palla arancione, simile a un tornado con un’onda d’urto che ha letteralmente raso al suolo parte della città, metà degli edifici di Beirut sono stati danneggiati. Una nave Unifil danneggiata. I responsabili della catastrofe ne pagheranno il prezzo, ha detto il premier. “Inaccettabile”, ha detto il presidente Michel Aoun.
Some pictures from inside Beirut's mangled port today. pic.twitter.com/ccf3drv3QX
— Timour Azhari (@timourazhari) August 4, 2020
Drone footage released this morning of #Beruit Port shows the aftermath of the explosion and the crater created by it. The landslide of rubble from the grain silos leading into it. pic.twitter.com/HIOZASEP1i
— Aurora Intel – #StayHome (@AuroraIntel) August 5, 2020
Tra l’altro, ancora prima dell’esplosione. il paese era al buio, cosa che non favorirà la cura dei feriti, le centrali elettriche sono senza carburante e le principali piazze e vie della capitale non sono più illuminate la sera. Il Libano è in default finanziario. In un paese che di fatto importa quasi ogni merce dall’estero e che è privo di una vera e propria industria, la svalutazione della lira locale rispetto al dollaro statunitense, assieme alla penuria di riserve in valuta pesante nelle banche e nella Banca centrale, rendono difficile per il governo l’acquisto del combustibile per alimentare le centrali elettriche del paese.
Oggi all’Aja dovrebbe essere emessa la sentenza sull’omicidio dell’ex premier libanese Rafiq Hariri, ucciso a Beirut il 14 febbraio 2015 insieme a 21 persone. Alla sbarra 4 imputati in contumacia, tutti membri del partito Hezbollah. E un quinto, Mustafa Badreddin, considerato la mente dell’attentato di San Valentino a Damasco nel 2016. Tutti accusati di complotto a fini terroristici e omicidio preterintenzionale. Il verdetto è atteso dopo che sono trascorsi già 15 anni, 13 dopo la creazione del tribunale, 11 dopo l’avvio dei lavori, e 9 dopo la formulazione dei capi d’accusa, 6 dall’inizio delle udienze, e infine 2 anni dalla loro chiusura.
Israele e Palestina
Le forze israeliane hanno demolito case e infrastrutture in una comunità beduina in Cisgiordania ieri, secondo quanto riferisce il gruppo israeliano B’Tselem per i diritti umani. Intanto in un altro villaggio in Cisgiordania, i residenti sono stati attaccati dai coloni israeliani durante la notte. Secondo B’Tselem, il personale dell’amministrazione civile – l’ente militare che sovrintende all’occupazione israeliana della Cisgiordania – si è recato nel villaggio beduino di al-Muntar intorno alle 7.30, scortato da jeep militari, un camion e una gru. Le forze israeliane hanno demolito 6 case nel villaggio, che ospitavano 26 persone, tra cui 14 minori, oltre a un recinto di pecore e un serbatoio d’acqua. Situata a sud-est della città palestinese di al-Eizariya, Al-Muntar è una delle numerose comunità beduine nel distretto di Gerusalemme che sono regolarmente prese di mira dalle autorità israeliane con le demolizioni. Israele ha a lungo cercato di annettere l’area – nota come E1 – nel tentativo di collegare i blocchi di insediamenti vicini e garantire il controllo dell’area di Gerusalemme.
Chad
La nazione africana ha affermato di aver ridotto la velocità di internet per controllare la diffusione di messaggi “di incitamento all’odio” sui social media. Il portavoce del governo, Mahamat Zene Cherif, ha annunciato lunedì che una “misura temporanea” per rallentare internet è stata introdotta il 22 luglio a causa della “diffusione di messaggi che incitano all’odio e alla divisione”. La misura verrà presto revocata, ha affermato Cherif, che è anche ministro delle comunicazioni. Funzionari delle telecomunicazioni, parlando a condizione dell’anonimato con al Jazeera, hanno affermato che le restrizioni sono state innescate da un video che mostra un ufficiale militare ciadiano in una disputa con due giovani meccanici. Le immagini, datate 14 luglio, mostrano i soldati che aprono il fuoco su uno di loro, prima di essere attaccato con un coltello. Il pubblico ministero ha detto che il meccanico è morto e l’ufficiale è stato ricoverato ferito e che sarà processato. Il video è ancora in circolazione su Facebook e WhatsApp e alcuni utenti hanno toccato l’origine etnica del soldato, sottolineando che proviene dalla stessa comunità del presidente Idriss Deby, che ha preso il potere nel 1990.
Zimbabwe
Il presidente dello Zimbabwe ha etichettato come “terrorista” il principale partito di opposizione e ha promesso di continuare a reprimere i suoi avversari. Diversi membri dell’opposizione e critici del governo sono stati arrestati negli ultimi giorni e gruppi per i diritti umani accusano le forze di sicurezza di aver compiuto rapimenti illegali. Lo Zimbabwe Lawyers for Human Rights afferma di aver rappresentato più di 20 persone detenute dalla scorsa settimana, quando i militari e la polizia hanno contrastato una protesta antigovernativa prevista per venerdì.
Ieri il presidente Emmerson Mnangagwa, in un discorso alla televisione di stato, ha descritto i critici come “alcune mele marce” che dovrebbero essere “superate” e ha promesso che gli arresti continueranno. “Supereremo i tentativi di destabilizzazione della nostra società da parte di alcuni zimbabwani disonesti che agiscono in combutta con detrattori stranieri”, ha detto, avvertendo che “le mele marce che hanno tentato di dividere il nostro popolo e indebolire i nostri sistemi saranno spazzate via. Quando è troppo è troppo”. Mnangagwa ha pronunciato il discorso mentre la pressione locale e internazionale cresce sulla sua amministrazione per le accuse di violazioni dei diritti umani.
Fadzayi, Tsitsi, Julie, Terrence, Loveridge, and all the others in Zimbabwe’s protest may God give you strength and courage in your pursuit of freedom. #ZimbabweanLivesMatter
— Ellen Johnson Sirleaf (@MaEllenSirleaf) August 4, 2020
L’hashtag #Zimbabweanlivesmatter è stato utilizzato nei social media per attirare l’attenzione sull’ondata di arresti.
Repubblica Domenicana
Secondo la testata spagnola ABC, sarebbe già a Santo Domingo il re emerito di Spagna Juan Carlos, travolto da varie inchieste per presunta evasione fiscale, corruzione e riciclaggio e che due giorni fa aveva annunciato ufficialmente la sua intenzione di lasciare il Paese per salvaguardare l’immagine della monarchia e in particolare del figlio Felipe, oggi capo dello Stato. Il palazzo della Zarzuela non conferma né smentisce, scrive El Pais.
Colombia
La Corte Suprema della Colombia ha messo l’ex presidente Alvaro Uribe agli arresti domiciliari con decisione unanime, mentre procede il caso di frode e manomissione dei testimoni. Uribe, mentore del presidente Ivan Duque, che ora è senatore, ha ripetutamente dichiarato la sua innocenza e messo in dubbio l’indipendenza della corte. Il tribunale ha preso la decisione dopo aver concluso che potrebbe essere di ostacolo alla giustizia, ha affermato in una nota. La sentenza della Corte Suprema è la prima in assoluto in Colombia a ordinare la detenzione di un ex presidente.
Brasile
Il portavoce della camera dei deputati, Rodrigo Maia, ha escluso l’apertura di un procedimento di impeachment contro il presidente Bolsonaro, nonostante le 40 richieste presentate all’aula bassa del parlamento. “Non vedo in queste richieste alcun crimine che possa essere attribuito al presidente”, ha detto Maia, esponente del partito democratico di centro destra. Nella sua veste di capo dei deputati, Maia è l’unico parlamentare che può sottomettere alla Camera l’apertura di un processo politico. “Il presidente ha sbagliato a minimizzare l’impatto della pandemia, la perdita di vite umane, raggiungeremo le 100 mila vite perse, lui ha creato un falso conflitto tra le misure di isolamento e la crisi economica”, ha affermato Maia, che ritiene che ora la priorità legislativa debba essere la pandemia.
Kashmir
In vista del primo anniversario della cancellazione dell’autonomia, il governo ha imposto il coprifuoco in Kashmir ieri e oggi per timore di attentati. Un anno fa, il 5 agosto del 2019, il governo centrale ha cancellato l’autonomia del Jammu e Kashmir, lo stato himalayano conteso tra India e Pakistan, abrogando la clausola della Costituzione indiana che garantiva lo statuto speciale al Kashmir e trasformando l’ex stato in due Unità Territoriali, la cui sovranità è sottoposta all’autorità del governo centrale. Da allora la popolazione del Kashmir si è vista imporre uno dei coprifuochi più lunghi della storia, durato oltre sei mesi, con l’isolamento dal resto del paese e del mondo, il taglio di tutte le comunicazioni telefoniche e mobili, la sospensione di internet, mentre migliaia di persone sono stati incarcerate, tra cui centinaia di esponenti politici, alcuni dei quali tuttora agli arresti domiciliari.
Intanto il Primo Ministro pakistano, Imran Khan, ha svelato una nuova mappa del paese che mostra l’intera regione contesa del Jammu e del Kashmir come territorio pakistano. La mossa è arrivata il giorno prima del primo anniversario della decisione unilaterale presa dall’India di eliminare lo status speciale del Kashmir che gli ha garantito una parziale autonomia. La nuova mappa segna la regione himalayana come “Jammu e Kashmir occupati illegalmente dall’India”, a differenza del suo precedente status di “territorio conteso”. In un discorso alla nazione, Khan ha dichiarato: “Oggi è un giorno storico per il Pakistan, poiché il governo, l’opposizione e la leadership del Kashmir hanno approvato la nuova mappa”. “Il Kashmir diventerà parte del Pakistan e questa mappa è il primo passo verso di essa”, ha aggiunto Khan. Il ministro degli esteri pakistano, Shah Mehmood Qureshi, ha dichiarato che la nuova mappa mostra che il Kashmir condivide un chiaro confine con la Cina. L’India da parte sua ha definito la mossa di Islamabad “un esercizio di assurdità politica”.
Sri Lanka
I cittadini dello Sri Lanka erano già in fila con mascherine e distanze di sicurezza prima che aprissero i seggi, oggi, per votare il nuovo parlamento che potrebbe consentire al presidente Gotabaya Rajapaksa di rafforzare i suoi poteri. La nazione, dipendente dal turismo, l’anno scorso ha lottato a causa degli attacchi militanti mortali contro hotel e chiese, rivendicati dallo Stato Islamico, seguiti a dolorosi blocchi per rallentare la diffusione del nuovo coronavirus. Rajapaksa sta cercando una maggioranza dei due terzi per il suo partito nel parlamento, di 225 membri, per consentire riforme costituzionali che rendano la presidenza più potente, in modo da poter attuare il suo programma di sicurezza economica e nazionale.
Thailandia
Duecento manifestanti anti-governativi hanno inscenato ieri una protesta a Bangkok ispirandosi a Harry Potter, in un’innovativa forma di dissenso che, per la prima volta in pubblico, fa riferimento, seppur in modo indiretto, alla monarchia. I manifestanti hanno esibito cartelli con disegni e scritte sul tema “Harry Potter contro colui che non si può nominare”, tracciando un collegamento tra Lord Voldemort, il “cattivo” della saga incentrata sulle avventure del giovane mago, e il Palazzo reale. I manifestanti erano anche vestiti in tema. In Thailandia vige la legge di lesa maestà più severa al mondo, con pene che vanno fino ai 15 anni di reclusione e che in diversi casi sono state aumentate combinando le pene previste dalla Legge sui reati informatici. Il sovrano è considerato semi-divino e mantiene un’enorme influenza morale sugli affari del regno, e la nuova Costituzione, scritta dai militari quattro anni fa, gli conferisce maggiori poteri, per quanto ufficialmente il re sia al di sopra della politica. Nelle ultime due settimane, dopo una pausa di quattro mesi dovuta allo stato di emergenza proclamato per combattere l’emergenza Coronavirus, le manifestazioni studentesche contro il governo guidato dall’ex generale Prayuth Chan-ocha sono riprese, con un picco di duemila manifestanti in luglio.
Taiwan
Il Segretario alla salute e ai servizi umani degli Stati Uniti, Alex Azar, visiterà Taiwan nei prossimi giorni, ha detto il suo ufficio ieri, effettuando la visita di massimo livello da parte di un funzionario americano in quattro decenni, con mossa che probabilmente farà arrabbiare la Cina, che rivendica l’isola come propria. Durante la sua visita, Azar incontrerà il presidente Tsai Ing-wen, ha dichiarato il ministero degli Esteri di Taiwan. La Cina descrive Taiwan come la questione più delicata nei rapporti cino-americani e la visita di Azar probabilmente infiammerà ulteriormente le già fragili relazioni Pechino-Washington.
Australia
Tre marinai della Micronesia, naufragati su un’isola sperduta nel Pacifico occidentale, sono stati soccorsi grazie all’enorme scritta “S.O.S.” che avevano fatto sulla sabbia, scrive la BBC. Gli uomini, dispersi da tre giorni dopo che l’imbarcazione di 7 metri sulla quale viaggiavano aveva finito il carburante, sono stati trovati sull’isola Pikelot da un elicottero della marina australiana. Sono tutti in buone condizioni e non hanno ferite.
Scuole nel mondo
Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterresh, ha messo in guardia sul fatto che la chiusura delle scuole per la pandemia rischia di provocare una catastrofe generazionale. Oltre un miliardo di studenti sono rimasti a casa in 160 paesi, e oltre 40 milioni di bambini hanno perso la possibilità di frequentare la scuola materna e l’asilo. Prima della pandemia erano 250 milioni gli studenti a non andare a scuola e nei paesi in via di sviluppo soltanto un quarto degli studenti delle scuole secondarie aveva accesso all’istruzione di base.
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