Notizie dall’Est e dal Caucaso
Scritto da Julia Kalashnyk in data Marzo 10, 2020
- Russia: crolla il rublo e i prezzi del petrolio, difficili rapporti con l’OPEC
- Yandex Taxi e Uber Russia, una funzione educativa per i passeggeri
- Marcia delle donne in Ucraina, un movimento oppositore seppellisce il femminismo (in copertina)
- Coronavirus, sale a 15 il numero di contagiati in Georgia
- Nagorno-Karabakh, tensioni mai sopite, conflitto in corso
Foto di copertina: pagina Facebook del movimento Argento di Rose
Russia
Yandex Taxi e Uber Russia, in collaborazione dal 2018, hanno lanciato una nuova funzione mobile: adesso anche gli autisti dei taxi potranno valutare i propri passeggeri, un sistema già adottato a sua volta, per loro.
I conducenti rilasceranno le valutazioni in maniera anonima alla fine di ogni corsa. L’autista potrà dare all’utente un punteggio da uno a cinque punti, e la media sarà costituita in base agli ultimi 40 voti. Inoltre, se l’utente ottiene una buona valutazione, i suoi ordini diventeranno prioritari per tassisti.
In uno dei commenti su Twitter Yandex Taxi così spiega la sua scelta:
per il momento si tratta di un’esperimento, la valutazione non influirà sull’uso del taxi. In futuro vogliamo usare questo servizio per proteggere i conducenti da passeggeri disonesti e maleducati
Яндекс.Такси стартер пак pic.twitter.com/68gfBhBaG1
— Яндекс.Такси (@yandextaxi) February 26, 2020
Il sistema di valutazione dovrebbe aiutare a identificare passeggeri scortesi o offensivi, coloro che non pagano il viaggio, danneggiano l’interno dell’auto o si comportano in modo aggressivo con i conducenti.
A metà febbraio in Russia sui social è apparso un video, in cui una ragazza di nome Yana Dan’kova, una dipendente del fitness club di Mosca e ex miss Tomsk, urlava con un tassista e lo picchiava, chiedendo di portarla alla destinazione con urgenza. Sono state particolarmente offensive le parole della ragazza che si era rivolta al conducente con un “portami via, canaglia”.
Russia, crolla il rublo e i prezzi del petrolio
La mattina del 9 marzo il prezzo del petrolio Brent è sceso di oltre il 30%. Successivamente, il rublo è crollato e l’euro e il dollaro in Russia hanno raggiunto i massimi valori dal 2016: 86 rubli per un euro e 75,6 rubli per un dollaro.
Venerdì sera, il 6 marzo, il mercato mondiale del petrolio è stato colpito dalla notizia del crollo dell’alleanza tra Russia e Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio (OPEC+), guidata dall’Arabia Saudita, dove i due paesi gestivano assieme i prezzi del petrolio dal 2016.
Come scrive Tv Rain, i membri dell’OPEC+ hanno proposto di ridurre l’estrazione di 1,5 milioni di barili al giorno, in modo da poter mantenere i prezzi durante la crisi provocata da coronavirus. La Russia, pero, si è opposta, assieme con altri paesi esportatori del petrolio, è così che i prezzi del petrolio hanno iniziato a diminuire.
Sembrerebbe che dopo l’accaduto, l’Arabia Saudita abbia cominciato una propria e vera “guerra del petrolio”. Secondo Bloomberg, il Regno ha fissato gli sconti fino a 6-8 dollari al barile. Fonti dell’agenzia hanno affermato anche che dal 1 aprile il Paese prevede di aumentare notevolmente l’estrazione di petrolio. Secondo alcuni analisti, in questo modo l’Arabia Saudita vorrebbe costringere la Russia a tornare ai negoziati e concludere un accordo con l’OPEC+.
Quella a opporsi di più alla riduzione dell’estrazione del petrolio è Rosneft, la compagnia petrolifera statale russa. Nel dicembre 2018 Igor Sechin, il capo di Rosneft e uno dei più stretti alleati del Vladimir Putin, aveva scritto una lettera al presidente russo in cui sosteneva che l’accordo con l’OPEC+ per ridurre l’estrazione di petrolio, fosse una minaccia strategica per Mosca, che gioca a favore degli Stati Uniti. Sechin è un vecchio nemico dell’OPEC+: abbandonare l’organizzazione vuol dire fare crollare i prezzi, rovinando i i produttori americani di petrolio di scisto.
Alcuni economisti ritengono che la Russia abbia sottovalutato la portata delle conseguenze del crollo della collaborazione con l’OPEC+ e si aspettano che l’inflazione nel Paese aumenti.
Ucraina
Domenica l’8 marzo si è svolta l’annuale Marcia delle donne nel centro di Kiev, a quale hanno partecipato oltre 2.000 donne.
Una delle richieste chiave dei manifestanti è stata quella di ratificare in Ucraina la cosiddetta Convenzione di Istanbul sulla prevenzione della violenza contro le donne, inclusa quella domestica, scrive Kyiv Post. I manifestanti hanno anche sostenuto l’uguaglianza di genere, la lotta contro il sessismo, la discriminazione e qualsiasi altro tipo di violenza contro le donne.
"Бунтуй, кохай, права не віддавай" — традиційні лозунги Маршу жінок pic.twitter.com/NXtsRfscZX
— НВ (@tweetsNV) March 8, 2020
Non si sono fatti attendere gli oppositori del movimento femminista: nel contempo si è tenuta una Marcia della vita contro l’aborto, organizzata dal movimento conservatore Tradizione e ordine, come scrive Nash Kiev.
Invece un gruppo di ragazze, fondatrici del movimento che si chiama Argento di Rose, sono arrivate in abiti da lutto portando sulle spalle una bara con la scritta Femminismo. Una performance quella che simboleggia, appunto, la sepoltura del movimento femminista e di suoi valori, ormai morti, come ha dichiarato sulla sua pagina Facebook il movimento.
Georgia
Altri due casi di infezione da coronavirus sono stati registrati in Georgia, come riporta sito ufficiale della sede centrale di prevenzione e controllo del virus Covid-19 del Paese.
Pertanto, il numero totale dei contagi in Georgia è salito: nel paese ci sono 15 persone positive al coronavirus. Di questi, 14 sono in cura presso l’Ospedale per le malattie infettive di Tbilisi e uno al Centro medico di Sachkhere, nella regione di Imereri, scrive Newsgeorgia. In quarantena sono stati messi 178 persone, sotto la supervisione di medici negli ospedali ci sono altre 56 persone.
I medici avvertono che il numero di casi di coronavirus in Georgia probabilmente aumenterà con il peggioramento della situazione epidemiologica al di fuori della Cina.
Nagorno-Karabakh
Negli ultimi giorni ci sono state nuove tensioni al confine tra Armenia e Azerbaigian.
Come riferisce il Ministero della Difesa armeno, in mattinata del 6 marzo, la parte azera ha tentato di sabotare una base militare situata al nord-est del Paese. La parte azera, a sua volta, smentisce e accusa e forze armene di aver aperto il fuoco sulle sue postazioni, scrive JAMnews. I dipartimenti militari di entrambi i paesi riportano anche informazioni contraddittorie sul numero di vittime.
Versione di Baku
Secondo il servizio di frontiera statale dell’Azerbaigian, il 5 marzo alle 19:10 “le unità armene hanno commesso una lampante violazione del cessate il fuoco sul confine azero-armeno”.
Per quanto riguarda il tentativo di sabotaggio, di cui parte azera viene accusata, il servizio di frontiera lo nega. Per loro sono le forze armate armene ad aprire il fuoco sulle basi azere in mattina del 6 marzo, usando armi di grosso calibro e fucili da cecchino.
Versione di Yerevan
La sera del 5 marzo, il portavoce del ministero della Difesa Artsrun Hovhannisyan ha scritto sulla sua pagina Facebook accusando le forze armate azere di aver aperto il fuoco contro la base armena situata nella regione di Tavush. Secondo il funzionario si tratta di una provocazione: gli azeri avrebbero sparato in direzione armena usando armi di grosso calibro.
Le forze armate armene, di regola, mostrano moderazione, tuttavia, questi ultimi spari non rimarranno senza risposta. Ogni responsabilità per questa provocazione e le conseguenze ricadranno sulla parte azera
Ricordiamo che nel periodo dal 1991 al 1994, l’Armenia e l’Azerbaigian sono state coinvolte in un conflitto armato nell’ex regione autonoma del Nagorno-Karabakh dell’Azerbaigian e nell’area circostante. Al momento, il conflitto si è fermato e il Nagorno-Karabakh ha lo status di repubblica indipendente di fatto, ma le tensioni al confine restano.
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