La plastica sulla pelle

Scritto da in data Aprile 1, 2021

Ricerca e riciclo. Un binomio importante per il futuro del pianeta e interessante per le idee innovative che genera, come l’uso del polietilene (PE) per realizzare indumenti.

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Vestire completamente in plastica. L’ipotesi pare poco allettante, realizzare un indumento con dei polimeri sintetici potrebbe sì proteggerci dalla pioggia o dal vento, ma di sicuro ci obbligherebbe a fare una poco desiderabile sauna. Eppure ora pare possibile.

Riciclare la plastica per… vestirsi

Fresco sì, ma non in grado di traspirare. Queste sono le caratteristiche del polietilene (PE), il principale componente di molta della plastica che utilizziamo comunemente, compresi i sacchetti. Sappiamo quanto possa essere inquinante un sacchetto di plastica abbandonato nell’ambiente. Si è intervenuto anche a livello normativo per limitare produzione e utilizzo di questi materiali monouso. Essenziale è però riciclare l’esistente.
Un team internazionale di ricercatori del Politecnico di Torino e del MIT (Massachusetts Institute of Technology) ha trasformato il PE in tessuto per indumenti. I ricercatori hanno lavorato a Boston, presso la struttura dell’istituto di tecnologia statunitense, all’interno del progetto MITOR, creato proprio per promuovere le collaborazioni tra i due atenei. Inoltre alla ricerca hanno preso parte anche l’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRIM) e studiosi koreani e messicani.
Lo studio è stato poi pubblicato sulla rivista scientifica Nature Sustainability.

Polietilene: inaspettate proprietà

Che il polietilene potesse essere utilizzato come tessuto per indumenti non è un’ipotesi nuova, ma era stato escluso proprio per le sue caratteristiche anti traspiranti. Almeno sino a oggi.
Nello studio condotto a Boston gli scienziati hanno provato a realizzare un filato in PE.
Nei primi esperimenti hanno utilizzato una polvere di polietilene che hanno estruso formando così delle fibre sottili. Il processo di realizzazione di queste fibre, spiegano i ricercatori, ha ossidato il materiale contribuendo a farlo diventare leggermente idrofilo.
Il team ha proseguito quindi su questa strada.

La plastica che respira

Con un secondo estrusore è stato formato un filato che si potesse tessere. Ed ecco che i ricercatori hanno verificato ciò che si aspettavano: le molecole d’acqua venivano trascinate sulla superficie del filato ma questo rimaneva impermeabile. Non permetteva quindi all’acqua di essere assorbita, passando tra gli spazi che si venivano a creare tra le diversi fibre di PE.
Il polietilene era dunque diventato un materiale traspirante.
Ma non era tutto. Il team di ricercatori ha proseguito nelle sperimentazioni. Hanno progettato le fibre di PE attraverso una modellazione computazionale per ottimizzarne le prestazioni, scoprendo che una certa disposizione delle microfibre e loro particolari configurazioni favorivano proprio la traspirazione del materiale.
L’ultimo step, quindi, è stato testare la capacità di traspirazione del tessuto in polietilene rispetto a tipologie di tessuti comunemente usati per realizzare indumenti: cotone, nylon e poliestere. Il tessuto realizzato con PE si è dimostrato il più efficace e più rapido nel far evaporare l’acqua.

Vestire il colore

Ma che tessuto sarebbe senza colori? I ricercatori hanno pensato anche a questo aspetto, non certo banale, se si pensa a fibre che devono poi andare a realizzare dei vestiti.
Un ostacolo tuttavia non facile da superare. Il polietilene difficilmente si lega ad altre molecole, quindi anche all’inchiostro. Ancora una volta la risposta è stata nell’estrusione. Invece che procedere alla colorazione delle fibre una volta formato il filato o addirittura il tessuto, come avviene comunemente, i ricercatori hanno aggiunto particelle di colore alla polvere di PE prima che venisse estrusa, realizzando quindi una colorazione a secco.
La ricerca non si ferma qui. Il prossimo step sarà studiare come rendere questi nuovi tessuti capaci di controllare la temperatura del corpo, quindi di riscaldare o rinfrescare la pelle.

Abiti ecologici

Il vero tema della ricerca era però quello di creare un materiale che fosse sostenibile ed ecologico. Ci sono riusciti? Parrebbe proprio di sì e per svariati motivi.
Un tessuto in PE:

  • permette di riutilizzare la plastica attraverso il riciclo
  • richiede meno energia per essere prodotto
  • necessita di meno energia per essere lavato e asciugato
  • ha un processo di riciclo semplice
  • può essere riutilizzato più volte.

In sostanza, analizzando l’intero ciclo di vita di questo materiale, il tessuto in PE risulta a minore impatto ambientale. Un’idea innovativa, quindi, per dare nuova vita alla plastica in una prospettiva di vera economia circolare.

Non è lontano dunque il momento in cui guardando un sacchetto di plastica penseremo a come riciclarlo e – perché no – anche a come ci starà addosso.
Dovremo però attendere ancora qualche tempo per fare posto nei nostri armadi. Al momento si stanno studiando sue applicazioni nell’abbigliamento tecnico sportivo, militare e per la realizzazione di tute spaziali.

Musica: “Amore Di Plastica” – Carmen Consoli
Foto di copertina: kesie91 da Pixabay

 

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