Marco Marinoni: Follia a due
Scritto da Valentina Barile in data Luglio 9, 2021
Come si scrive un giallo? In fondo, c’è sempre un’idea che ci buca la mente! Una storia ambientata a Torino, un killer, un fiume, un soldato di ritorno dall’Afghanistan. Valentina Barile ne parla su Radio Bullets con Marco Marinoni – docente universitario di musica elettronica e scrittore di gialli – e il suo ultimo libro “Follia a due” (Ugo Mursia Editore).
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Il giallo
L’elemento centrale della trama di un romanzo giallo è l’azione, attorno a cui ruotano fattori intricati, nodi da sciogliere lungo il percorso. I personaggi sono mossi dall’azione che gestisce le dinamiche dei protagonisti principali e secondari. Marco Marinoni su Radio Bullets: «Un giallo è un meccanismo a orologeria, è una struttura matematica, una struttura che deve essere in sé compiuta e perfetta in cui tutto deve tornare. Ci sono indizi disseminati, ci sono tracce che vanno a costruire un’impalcatura, un’architettura che deve essere completa in sé stessa, tutto deve tornare, alla fine. Nasce da un’idea, sì, che ti buca la mente, una illuminazione se vogliamo. Un qualcosa che ti suggerisce l’ipotesi che ci si possa costruire attorno una storia che vada a indagare i rapporti più profondi, più oscuri a livello inconscio, anche delle pulsioni umane. Pulsioni umane che sono la paura, il desiderio, l’amore, l’odio, le pulsioni che spingono, che motivano a livello profondo le nostre azioni, e infatti la narrativa gialla è, a mio avviso, in maniera privilegiata un modo per accedere alla conoscenza dell’animo umano. Quindi allo studio della natura umana che viene messa in crisi nelle situazioni più complesse che sono quelle in cui un individuo è portato a sopprimere un altro individuo, per esempio: infatti, un giallo, a mio avviso, non è un giallo se non c’è un omicidio».
Quale musica?
La scrittura e la musica, come le altre arti, sono domate da toni, ritmo, sfumature di senso, colori forti e tinte sempre più deboli. Proviamo a cercare un arrangiamento che possa essere in sintonia con la narrativa gialla e, nel nostro caso, con il romanzo “Follia a due”. Marco Marinoni: «Se dovessi provare a paragonare la narrativa gialla a una forma compositiva musicale, la prima cosa che mi verrebbe in mente sarebbe o “Il corale” bachiano o comunque “L’arte della fuga” bachiana. Il corale perché è una tensostruttura in sé completa, è costituita da delle cellule interne che possono essere di quattro o cinque battute, ciascuna conclusa con una cadenza, che costituiscono ciascuna un arco a sé stante; in questo senso potremo vedere le varie azioni di una narrazione gialla, che poi vanno a confluire in una cadenza finale che è una particolare conferma della tonalità su cui è costruita la narrazione».
L’ambientazione
«Si alzò e camminò fino alla finestra. La sera era scesa e il vento fischiava, accanendosi contro i doppi vetri. L’estate era passata in un battimani e ora pareva lontana, come in un altro universo, quasi non fosse esistita. Tra lo shock che lo aveva precipitato in una condizione di stupore inebetito per giorni, il funerale e poi il processo, che lo aveva posto in stato d’assedio quando non era ancora in grado di fronteggiare la realtà, con il continuo turbinio di avvocati, poliziotti, dottori, udienze… in un attimo era arrivato l’autunno con la sentenza di non colpevolezza, le pressioni dei legali perché facesse appello, la sua rabbiosa determinazione a non prolungare quella tetra rappresentazione e, in ultimo, la cerimonia in suffragio, siglata dallo squallido faccia a faccia con Antinori. Ora Fausto si trovava a fissare il turbinare delle foglie, accorgendosi che in casa si gelava». – da “Follia a due” (Ugo Mursia Editore).
Marco Marinoni conclude su Radio Bullets: «Torino è una città magica, una città evocativa, una città che si presta perfettamente alla costruzione di un thriller metropolitano, di un thriller che va a snodarsi, a indagare le zone più buie, più scure, sia proprio a livello geografico della città che poi metaforicamente; come avviene nel mio romanzo, in cui c’è Fausto, il protagonista, un soldato che torna dalla missione italiana in Afghanistan, ferito dopo un attentato in cui ha rischiato di perdere la vita, e ritrova la moglie e il figlio, ritrova Natascia e Giulio, cerca di ricostruirsi una vita, un’esistenza, frequenta le sedute di terapia riabilitativa per curarsi dall’esplosione di cui è stato vittima fino a che un giorno un pirata della strada investe sua moglie e suo figlio e li uccide, e qui Fausto sprofonda di nuovo in un inferno personale che durerà alcuni mesi fino a quando una collega di sua moglie si presenterà da lui con quella che è la prova che quell’incidente, quel sinistro, non è stata una casualità, si è trattato di un omicidio ben premeditato, e qui il soldato ritrova il suo desiderio – non dico di vivere, ma di avere giustizia – di trovare un senso, una soluzione a quello che gli è successo e di far pagare i colpevoli, di assicurarli alla giustizia».
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