Sentieri migranti. “Camminando” sulla rotta balcanica

Scritto da in data Luglio 18, 2021

C’è chi si mette in cammino perché lo ha sempre fatto: è il suo modo di vivere la vacanza, perdersi tra pensieri e paesaggi, assaporare un turismo lento. C’è chi cammina perché è stanco di vivere le solite esperienze di villeggiatura, perché in un momento di epidemia lo ritiene un modo di svagarsi più sano e sicuro. C’è chi cammina perché crede nel valore sociale del farlo insieme (come l’associazione APE, da poco “reduce” da un percorso a piedi nei luoghi colpiti dal terremoto del 2018) e chi lo fa perché è l’unico modo che ha di spostarsi, attraversare paesi e continenti nella speranza di un mondo migliore in cui vivere.

L’Associazione Proletari Escursionisti di Roma e Casetta Rossa hanno organizzato un evento per raccontare, attraverso la presentazione del libro di Alberto “Abo” Di Monte “Sentieri migranti. Tracce che attraversano il confine” (Mursia, 2021), cinque tracce disseminate per l’intero arco alpino, lungo le quali muovono i propri passi le persone migranti rese irregolari dal diritto e in cerca di un futuro non ancora scritto. La presentazione si terrà il 19 luglio presso il Parco Cavallo Pazzo a Roma nell’ambito della Festa dell’Altra Estate e vi si può accedere previa prenotazione a questo link.

Alberto Di Monte si è occupato in diverse sue opere di cammini e sport sociale, in particolare con “Sentieri proletari. Storia dell’Associazione Proletari Escursionisti” (Mursia, 2015) sull’evoluzione della stessa associazione APE, fondata nel 1919 per allontanare i proletari dalle abitudini insalubri delle città camminando insieme in montagna, e “La via del sale. Un sentiero lungo mille anni” (Mursia, 2018). Nel suo ultimo libro il racconto procede con una prima sezione d’inquadramento delle figure sociali, istituzionali e normative che fanno da sfondo al fenomeno migratorio contemporaneo. Segue poi un affondo sui sentieri e le storie che li hanno attraversati, a partire dalle “primavere arabe”, con qualche incursione in altre fughe, resistenze, vite informali, temi sempre più contemporanei, in cui i cammini attraverso il confine diventano politica internazionale in tutti i continenti (si pensi alla marcia verso il confine tra Messico e Stati Uniti intrapresa lo scorso anno da migliaia di persone).

Durante la presentazione verrà esposto il reportage fotografico “L’estate al campo di Vučjak” a cura di Paula Jesus Brignardello. Il reportage è stato realizzato nell’agosto del 2019 quando ancora in Europa si sapeva poco dei migranti della nuova “rotta balcanica” che attraversa in particolare Bosnia e Croazia, due stati democratici di diritto ma dove la polizia ha esercitato ed esercita forme di violenza brutale verso coloro che mettono a repentaglio la propria vita in cerca di un futuro migliore.

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