Diario di viaggio – Le terre mutate
Sotto gli scarponi, la faglia

Scritto da in data Giugno 17, 2020

La prima tappa è andata, senza nemmeno bisogno di nuotare (abbiamo preso due gocce, quando si prevedeva tempesta). Siamo partiti in due, l’anonimo-amico-che-non-vuol-fars-identificare e io, alla volta del Cammino delle Terre Mutate, un percorso resistente e solidale nei luoghi percorsi dai sismi del 2009 de L’Aquila e del 2016 del Centro Italia.

Siamo partiti dalla città della carta, Fabriano, di martedì per sfidare la sorte, e arriveremo, sempre di martedì, a L’Aquila, nella città e attraverso quei territori feriti che hanno permesso questa incredibile esperienza. La prima tappa si è conclusa a Matelica, città bella e ricca di piccoli tesori, storie preromane ed edifici medievali.

La Lunga Marcia

Per quasi 10 anni una “Lunga marcia” ha raggiunto il capoluogo abruzzese, prima da Roma, poi (purtroppo) da Marche, Umbria e Lazio, altrettanto devastate dai movimenti sismici che scuotono la nostra penisola, ma non le coscienze di chi dovrebbe ricostruire e prevenire, per scongiurare questi pericoli. Ho partecipato alla Lunga Marcia lo scorso anno e due anni fa e quello che mi si è mosso dentro è stato un’esplosione di emozioni di una intensità inenarrabile, ma non sono riuscita a camminare accanto agli altri per tutte le quattordici tappe.

Avrei rimandato anche quest’anno. E invece oggi eccomi, pronta ad affrontare il cammino in otto duri giorni (soprattutto per l’assenza di quella varia umanità pensante e col cuore che batteva all’unisono con gli scarponi) a fare tappe dai 25 ai 40 km e uno zaino pesante 14kg, tenda inclusa. Le gambe fanno male e ho già i lividi sulle spalle, ma fa bene a tutto il resto. Fa bene ricordarsi i morti, le case crollate, le attività ferme ben prima che una pandemia le arrestasse ovunque, fa bene rivedere la vita che si prende i suoi spazi, fa bene parlare con le persone, essere circondati dalla pioggia e dalla tempesta ma vederne l’arcobaleno.

Buon principio a questo cammino!

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