Il nuovo petrolio arabo
Scritto da Raffaella Quadri in data Agosto 20, 2022
Per decenni hanno basato la propria fortuna sui giacimenti di petrolio, fonte primaria della loro immensa ricchezza, ma ora l’obiettivo si sta spostando su un altro traguardo. Parliamo degli Emirati Arabi Uniti (UAE) che da tempo stanno investendo in quella che ritengono essere la prossima fonte dei loro introiti: lo sviluppo dei settori tecnologici.
Il Medio Oriente punta alla tecnologia
Secondo quanto riportato dal blog statunitense TechCrunch, in un articolo a firma di Christine Hall, in Medio Oriente sta aumentando l’attenzione alla crescita di aziende e settori che gravitano nel campo della tecnologia. Una sensibilità che aumenta di anno in anno tanto che — si legge nell’articolo — «solo nella prima metà del 2022, la regione del Medio Oriente ha investito 1,73 miliardi di dollari in 354 accordi». Un aumento del capitale investito rispetto all’anno precedente: nei primi sei mesi del 2021 gli investimenti ammontavano a oltre 1,2 miliardi di dollari.
La strategia degli Emirati: diventare hub tecnologici
Un impegno che è specchio di una strategia precisa: far crescere la regione sulla scena tecnologica mondiale, facendola diventate un hub tecnologico e un incubatore di startup. Una politica industriale che mira ad attirare capitali esteri e a far crescere il paese.
Un primo passo importante in questo percorso è stato compiuto qualche anno fa. Nel 2016 gli Emirati Arabi Uniti hanno istituito il SRTI Park — Sharjah Research Technology and Innovation Park. Il parco, istituito per decreto reale del sovrano di Sharjah, lo sceicco Sultan Bin Muhammad al-Qasimi, si tratta di un incubatore di aziende e startup specializzate in diversi settori. L’intenzione è quella di sviluppare e gestire un ecosistema di innovazione che promuova ricerca e sviluppo e supporti le attività aziendali, creando una collaborazione costante tra industria, mondo accademico e governo.
Quali solo i settori di sviluppo tecnologico degli Emirati
Presso il SRTI Park trovano posto progetti di diverso tipo, che coinvolgono vari settori all’avanguardia in campo tecnologico. Questi sono solo alcuni dei più recenti progetti del parco:
- il trasporto urbano intelligente, sviluppato nel centro di ricerca scientifica USKY
- Green Homes, il progetto per la realizzazione di abitazioni con composti polimerici e tecnologia aerospaziale a elevato risparmio energetico
- il progetto CAFU per la prima applicazione mobile on demand di carburante della regione
- lo sviluppo di nuove soluzioni per l’energia solare fotovoltaica di Civil Twin Renewable Middle East, una società di consulenza che opera nel campo delle energie rinnovabili
- il progetto pilota sul funzionamento di veicoli autonomi dell’olandese 2GetThere
- il progetto, risultato della collaborazione tra governo, settore privato e università, per la realizzazione presso il parco SRTI della prima casa stampata in 3D.
Il petrolio del futuro è la tecnologia
Il parco è solo una parte della politica pro-tecnologia degli Emirati Arabi Uniti.
Tra i settori su cui gli UAE puntano c’è anche quello spaziale, per i cui progetti sarebbero stati stanziati ottocento milioni di dollari.
La forza di questo sviluppo sta nelle possibilità finanziarie del paese. Oltre ad avere proprie capacità, esso ha anche una politica fiscale capace di attrarre i capitali di investitori stranieri, agevolandone i progetti di investimento all’interno del proprio territorio. Il governo, inoltre, nel corso degli anni ha messo a disposizione di aziende e startup numerosi e diversi incentivi.
Una politica lungimirante, che punta a fare della tecnologia la nuova fortuna del Medio Oriente.
Foto di copertina: Jan Vašek – Pixabay
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