Intersos: “Scontri al confine Venezuela-Colombia, 5.000 persone in fuga”
Scritto da Radio Bullets in data Aprile 2, 2021
«La crisi venezuelana ha finora prodotto più rifugiati di quella siriana ma non se ne parla». È quanto dichiara la ong Intersos in una nota in cui dà conto di quello che sta accadendo in queste ore al confine tra Venezuela e Colombia. «Dal 21 marzo la frontiera colombiano-venezuelana, dal lato di La Victoria (stato di Apure, Venezuela), è stata teatro di scontri armati tra le forze militari venezuelane della FANB (Forza Aerea Nazionale Bolivariana) e i gruppi armati dissidenti colombiani delle FARC», spiega Intersos.
Gli scontri hanno provocato un imponente spostamento di persone in cerca di rifugio e protezione dal Venezuela verso la Colombia. Circa 4.700 a oggi, ma il numero è in continua crescita: tra loro anche 1.700 bambini, bambine e adolescenti e 136 donne incinte. «Il numero di civili rimasti nelle aree delle operazioni militari non è noto, ma dai dati dell’ultimo censo si desume che 5.000 persone siano rimaste in quelle aree. L’accesso umanitario a La Victoria non è ancora garantito», spiega l’organizzazione.
Bisogni urgenti
Gli operatori di Intersos – ong italiana che da due anni, grazie alla collaborazione con il CISP, opera nel dipartimento di Arauca e nello stato di Apure per fornire assistenza umanitaria ai migranti e sfollati in transito nella zona – ha fatto una prima valutazione dei bisogni urgenti: medicine e accesso ai servizi sanitari, accesso all’acqua e ai servizi igienici sono le priorità in questo momento tra gli sfollati, che si trovano nei diversi insediamenti informali che si sono creati principalmente nell’area urbana di Rivera.
Ad aggravare la situazione c’è anche la pandemia di Covid-19: è già stata accertata la presenza di 4 persone positive e «c’è preoccupazione − riferiscono gli operatori – di un ulteriore aumento dei contagi date le scarse misure di protezione e la scarsa possibilità di eseguire test di massa». Inoltre le strutture sanitarie non sono preparate ad affrontare nessuna emergenza epidemiologica associata a situazioni simili.
I combattimenti
«L’operazione militare iniziata 10 giorni fa sta purtroppo continuando nella zona di La Victoria, la città di fronte ad Arauquita, oltre il fiume Arauca che segna il confine tra i due paesi. I combattimenti sono tuttora in corso, la Marina Militare Colombiana ha mandato un primo contingente nella città di Arauca. Il comune colombiano di Arauquita ha informato il governo nazionale che non ha la capacità di far fronte a un’emergenza di questa portata», racconta Simona Canova, capo missione di Intersos, adesso sul posto. «Inoltre, poiché gli scontri sono ancora in corso, nei prossimi giorni potrebbero verificarsi nuovi movimenti e si prevede l’arrivo di altre persone ad Arauquita, Saravena e in altri comuni vicini. La risposta umanitaria è resa complicata per la posizione remota e assai dispersa di molti dei luoghi in cui si stanno concentrando i nuovi arrivati».
«Il trasporto fluviale al passaggio di frontiera “Las Canoas” tra Arauquita e La Victoria, quindi tra Colombia e Venezuela, è stato sospeso fino a nuovo avviso; il passaggio ufficiale più vicino a La Victoria, il ponte internazionale José Antonio Páez, si trova a 100 km dal comune», continua Canova. «Per questo motivo la vasta maggioranza delle persone attraversa la frontiera con la Colombia attraverso molteplici passaggi informali identificati attraverso il fiume Arauca e altri affluenti minori. Ci sono segnalazioni di persone che si spostano di notte per evitare i controlli, forse a causa della maggiore facilità di attraversare il fiume in canoa, nonostante i rischi fisici che comporta».
Gli effetti sulla popolazione civile
«Gli effetti dell’operazione militare sulla popolazione civile e la partecipazione delle forze militari venezuelane rappresentano un’ulteriore fase della crisi sul confine Colombia-Venezuela, in cui si evidenzia sempre più la presenza di dissidenti in territorio venezuelano, con la capacità di mantenere il controllo territoriale per competere per le rendite di attività illegali come traffico di droga, colture illecite e tratta di esseri umani, e resistere a un’offensiva costante», afferma Marcelo Garcia Dalla Costa, capo della Emergency Unit di Intersos.
«La crisi venezuelana viene ignorata dalla maggior parte dei media – sottolinea Garcia Dalla Costa − sebbene negli ultimi tre anni abbia prodotto un numero di rifugiati – circa 5 milioni − pari al numero di rifugiati siriani in dieci anni di conflitto. Quello di questi giorni è il più grande esodo dal Venezuela dall’inizio dell’anno e le cifre sono purtroppo destinate a crescere».
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