11 dicembre 2020 – Notiziario

Scritto da in data Dicembre 11, 2020

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  • Libano: primo ministro uscente e 3 ex ministri accusati dell’esplosione di Beirut (copertina).
  • Iran: arrestata modella che posava senza il velo, arrestata anche ex presidente per gli Affari femminili.
  • Afghanistan: negli ultimi 11 anni 90 mila civili uccisi o feriti. L’Isis rivendica l’omicidio della giornalista afghana.
  • L’Iraq approva una legge che “equipara” i profughi palestinesi agli iracheni.
  • Presidente turco dice che l’Armenia ha bisogno di nuovi leader.
  • Il Marocco apre alle relazioni con Israele.
  • Cina: a processo due diplomatici canadesi accusati di spionaggio

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli. Musiche di Walter Sguazzin

Iran

Una modella è stata arrestata in Iran dopo la diffusione sui social media di foto e video in cui compariva senza il velo in testa, ha riferito Hassan Heidari, il capo della polizia della provincia occidentale del Kermanshah. La modella e la troupe responsabile del servizio, girato nella storica località religiosa di Tekyeh Moaven, sono stati identificati e arrestati per «atti immorali e contro la legge», ha spiegato Heidari. Altre 4 persone sono state arrestate la scorsa settimana nella stessa località per aver girato una pubblicità “immorale” e “contraria alla sharia”, la legge islamica, secondo quanto dichiarato dal procuratore locale Shahram Karami.

La pressione sulla società civile e sui politici schietti è sempre più drammatica, con i funzionari giudiziari conservatori dell’Iran che condannano i giornalisti, gli attivisti per i diritti umani e i politici riformisti nell’amministrazione del presidente Hassan Rouhani. Sabato, l’agenzia di stampa Fars ha riferito che Shahindokht Molaverdi, vice presidente iraniana per gli Affari femminili nel primo gabinetto di Rouhani (2013-2017), è stata condannata a 30 mesi di prigione. Un ramo della Corte rivoluzionaria islamica iraniana l’ha dichiarata colpevole di «divulgazione di informazioni riservate con l’obiettivo di disturbare la sicurezza nazionale» e di «promozione della depravazione e della perversione sessuale». Molaverdi, avvocata e accademica di 55 anni, ha negato tutte le accuse dicendo che avrebbe presentato ricorso contro il verdetto. Secondo i media locali la sentenza è stata inflitta a Molaverdi perché si è pronunciata contro l’esecuzione di dissidenti e le pressioni sulla comunità minoritaria bahá’i, oltre che per il suo sostegno all’uguaglianza di genere nell’istruzione.

Iraq

Il Consiglio dei rappresentanti iracheni ha approvato un emendamento che darà ai  rifugiati palestinesi che vivono nel paese da più di un decennio pari diritti e trattamento ai cittadini iracheni. Secondo l’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità Palestinese Wafa, l’emendamento alla legge significa che un palestinese che vive in Iraq da dieci anni avrà gli stessi diritti e doveri di un cittadino iracheno. Tuttavia, non sarà data loro la nazionalità irachena, il diritto di voto e potranno candidarsi alle elezioni.

Libano

La Procura di Beirut ha ieri accusato formalmente il premier uscente Hassan Diab e tre ex ministri di “negligenza” per quello che, per ora, rimane per gli inquirenti un “incidente”, costato la vita a 200 persone  e il ferimento di migliaia, la devastante esplosione del 4 agosto agosto. Fadi Sawan, il giudice che indaga sull’esplosione, ieri ha accusato Diab, gli ex ministri dei Lavori pubblici Ghazi Zaeiter e Youssef Fenianos e l’ex ministro delle Finanze Ali Hassan Khalil, di negligenza criminale, ha detto ad Al Jazeera un’alta fonte giudiziaria. Le accuse sono state successivamente confermate dai media statali. Sawan ha dichiarato che avrebbe cercato di interrogare Diab come imputato nel caso lunedì al Grand Serail, la sede del governo a Beirut. Ha anche chiamato gli ex tre ministri per un interrogatorio lunedì, martedì e mercoledì, anche loro come imputati. Sawan in precedenza li aveva interrogati solo come “testimoni”.

Beirut, una città ferita

Ma l’ufficio di Diab ha indicato che il primo ministro non si sarebbe sottoposto alle indagini di Sawan, affermando in una dichiarazione che Sawan ha violato la costituzione oltrepassando il ruolo del Parlamento libanese, che ha un tribunale specializzato per il processo degli alti funzionari. La decisione di Sawan arriva due settimane dopo aver inviato una lettera al parlamento libanese in cui rilevava «gravi sospetti relativi ad alcuni funzionari governativi» e il loro coinvolgimento nell’esplosione, secondo una dichiarazione rilasciata giovedì da un consiglio di alti giudici che ha nominato Sawan per sondare il caso. Invece di avviare indagini presso il tribunale parlamentare specializzato, l’ufficio del Parlamento, sotto il controllo del presidente Nabih Berri, ha risposto due giorni dopo di “non aveva sospetti” sul coinvolgimento di alti funzionari nell’esplosione sulla base delle prove presentate da Sawan nella sua lettera. La fonte ha detto ad Al Jazeera che Sawan aveva cercato di convincere il Parlamento «a esplorare la responsabilità politica dei ministri, ma si sono rifiutati di andare avanti. Questo lo ha spinto a depositare le accuse formali di negligenza, che considera di sua competenza».

Israele ed Egitto

Sono in corso i preparativi per una visita ufficiale in Egitto del primo ministro Benjamin Netanyahu nei prossimi giorni, in quello che sarebbe il primo viaggio del genere di un leader israeliano da un decennio. La visita includerebbe un incontro con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi come parte di un tentativo di migliorare i legami tra i paesi alla luce dell’imminente presidenza degli Stati Uniti di Joe Biden e della minaccia iraniana, nonché a seguito della recente normalizzazione storica tra Israele tratta ed Emirati Arabi Uniti, Bahrein e Sudan.
L’Egitto è diventato il primo paese arabo a firmare un accordo di pace con lo stato ebraico nel 1979, ma è rimasta una pace fredda con un sentimento anti-israeliano prevalente tra gli egiziani e legami tra i paesi per lo più condotti attraverso canali non pubblici.

Egitto

I pubblici ministeri italiani stanno cercando risposte da quattro membri delle forze di sicurezza egiziane sul rapimento e l’omicidio di uno studente italiano a Il Cairo.
Il corpo brutalizzato di Giulio Regeni venne ritrovato sul ciglio di una strada deserta alla periferia della capitale egiziana nel febbraio 2016, con segni di estese torture. Era scomparso nove giorni prima ed è stato visto l’ultima volta vicino a una fermata della metropolitana a Il Cairo. La procura di Roma ha dichiarato ieri che un’indagine di quattro anni è stata formalmente chiusa con una prova “inequivocabile” della responsabilità dei quattro agenti.
Ora hanno in programma di sporgere denuncia contro Tariq Saber, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abdelal Sharif per rapimento aggravato. Sharif è anche indagato per lesioni aggravate e omicidio.
Lo studente dell’Università di Cambridge aveva svolto ricerche sulle attività sindacali tra i venditori ambulanti egiziani per la sua tesi di dottorato.
I quattro agenti hanno ora 20 giorni per presentare dichiarazioni o chiedere di essere ascoltati sul caso. Un giudice italiano esaminerà quindi le prove e deciderà se incriminare e ordinare un processo per uno o tutti i sospettati.
La scorsa settimana il procuratore egiziano Hmada al-Sawi aveva respinto le accuse dell’Italia sostenendo che non erano basate su prove concrete annunciando la chiusura temporanea di un’indagine. Secondo gli analisti, è estremamente improbabile che i colpevoli finiscano mai dietro le sbarre. Le autorità italiane hanno ripetutamente accusato le loro controparti egiziane di fuorviare e ostacolare le loro indagini. Nella prima autopsia sul corpo di Regeni, per esempio, gli esaminatori egiziani hanno concluso che la morte era stata causata da un incidente stradale.
Tali risultati erano in netto contrasto con quelli degli investigatori italiani che hanno concluso che il 28enne era stato torturato in diverse occasioni nell’arco di una settimana. «Da un punto di vista legale ora possiamo procedere con il processo, ma è probabile che i sospettati vengano processati in contumacia», ha detto Antonella Massaro, docente di diritto penale all’Università di Roma 3, si legge su Al Jazeera. «Se non c’è una forte pressione politica, temo che l’indagine avrà un effetto simbolico piuttosto che efficace», ha aggiunto.

Intanto il presidente francese Emmanuel Macron ha conferito al suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi il più alto riconoscimento francese durante la sua visita di stato a Parigi questa settimana: lo ha detto un funzionario presidenziale, aggiungendo polemiche ad una visita aspramente criticata. Gli attivisti  per i diritti umani, che avevano avvertito Macron di non stendere il tappeto rosso per el-Sisi, erano già infuriati per il rifiuto del leader francese di condizionare l’approfondimento della difesa e dei legami commerciali con l’Egitto al rispetto dei diritti umani. Macron ha decorato el-Sisi con la Gran Croce della Legion d’Onore durante la visita, insistendo sul fatto che il gesto fosse una parte inevitabile del protocollo in una visita di Stato.
«L’assegnazione di premi è uno degli elementi tradizionali delle visite di stato, che sono rare, appena una o due all’anno in Francia», ha detto all’agenzia di stampa AFP una fonte diplomatica francese che ha chiesto di non essere nominata. Le immagini della cerimonia sono emerse solo dopo essere state pubblicate dalla presidenza egiziana. È stata la delegazione egiziana a filmare l’evento. La cerimonia di premiazione non figurava nell’agenda ufficiale fornita ai giornalisti francesi.

Marocco

Il Marocco ha confermato la “ripresa” delle relazioni diplomatiche con Israele, annunciata dal presidente americano Donald Trump. Allo stesso tempo il re marocchino, Mohammed VI, ha definito «una presa di posizione storica» il riconoscimento da parte di Washington della sovranità del Marocco sul Sahara Occidentale.
La posizione delle Nazioni Unite sul Sahara Occidentale, invece, “non cambia”, sottolinea il segretario generale Antonio Guterres dopo il riconoscimento da parte dell’Amministrazione Trump della sovranità del Marocco sulla regione contesa tra le autorità di Rabat e il Fronte Polisario dei ribelli indipendentisti. Guterres afferma che «la soluzione può essere ancora trovata nell’ambito del percorso tracciato dalle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza», riferisce il portavoce del responsabile Onu. Nella regione è dislocata una forza di peacekeepers delle Nazioni Unite, la missione Minurso, per monitorare il “cessate il fuoco”. Il movimento di indipendenza del Fronte Polisario ha condannato senza mezzi termini la dichiarazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump a sostegno del governo marocchino sulla contesa regione del Sahara Occidentale.

Somalia

Ieri gli Stati Uniti hanno lanciato attacchi aerei in Somalia contro al-Shabab, a meno di una settimana dall’annuncio del Pentagono dell’ordine del presidente Trump di ritirare la “maggioranza” delle truppe statunitensi dal paese africano. L’esercito americano afferma che gli attacchi aerei hanno ucciso otto combattenti di al-Shabab e ne hanno feriti altri due. Gli attacchi aerei hanno colpito obiettivi vicino alla città di Jilib, a circa 207 miglia a sud-ovest di Mogadiscio.

Ghana: l’opposizione ha respinto i risultati delle elezioni. Il presidente Akufo-Addo ha vinto le elezioni lunedì con il 51,59% dei voti mentre un clima di violenza mortale attanaglia il paese.

Coronavirus

Germania: a Berlino, almeno fino al 10 gennaio, chiusi negozi e ferie più lunghe. Svezia: terapie intensive al collasso a Stoccolma, piene al 99%. Le emissioni mondiali di anidride carbonica diminuiscono del 7% nel 2020 in seguito alla pandemia.

Albania

Il ministro dell’Interno albanese, Sander Lleshaj, ha rassegnato le dimissioni a seguito delle proteste provocate dall’uccisione da parte di una pattuglia di polizia, a Tirana l’8 dicembre, di un giovane, Klodian Rreshja, 25 anni, che aveva violato il coprifuoco notturno in vigore per combattere la pandemia di Covid-19. Ma proprio mentre il primo ministro parlava alla nazione, a Tirana vi è stata una nuova manifestazione violenta di centinaia di giovani che si sono scontrati con le forze speciali della polizia. Almeno 10 gli agenti feriti.

Regno Unito

La Gran Bretagna e Singapore hanno firmato ieri un accordo di libero scambio. Per Londra si tratta della prima intesa con un paese membro dell’Asean e il secondo grande accordo commerciale post Brexit, dopo quello con il Giappone a ottobre. Riguarderà i rapporti commerciali per un valore di oltre 20 miliardi di dollari.

Azerbaijan

Il presidente turco Tayyip Erdogan ha rinnovato ieri l’appello per un cambio di leadership in Armenia, offrendo al paese la possibilità di entrare a far parte di un gruppo di cooperazione regionale al fianco dell’Azerbaijan. Erdogan ha parlato a Baku, dove ha assistito a una parata militare che ha segnato la sconfitta dell’Armenia da parte dell’Azerbaijan nella guerra per la contesa enclave del Nagorno-Karabakh. Erdogan, che ha fornito sostegno militare e diplomatico all’Azerbaijan durante i combattimenti, ha offerto sostegno indiretto agli oppositori del primo ministro armeno Nikol Pashinyan, che è sotto pressione in patria per dimettersi a causa della sua gestione del conflitto, terminato il mese scorso.
«Vorremmo che il popolo armeno si liberasse del peso dei leader che lo consolano con le bugie del passato e lo intrappolano nella povertà», ha detto Erdogan.

Europa-Russia

I capi di Stato e di governo dell’Unione Europea hanno deciso di prorogare le sanzioni contro Mosca fino al 31 luglio 2021. Le misure erano state introdotte nel 2014 in risposta all’annessione della Crimea e di Sebastopoli, da parte della Russia ai danni dell’Ucraina.

Afghanistan

Secondo la commissione afghana per i diritti umani, sono almeno 90.000 i civili uccisi o feriti in Afghanistan negli ultimi 11 anni di guerra fra i talebani e le forze del governo centrale e negli attentati compiuti dai miliziani dello Stato islamico. Il portavoce della commissione, si legge sulla Bbc, ha detto che a partire dal 2009 i civili uccisi sono stati circa 30.000 e quelli feriti 60.000. Ma le cifre, ha avvertito, potrebbero essere più alte perché la commissione non ha accesso a dati precisi.

Lo Stato islamico ha rivendicato la morte di Malalai Maiwand, conduttrice televisiva e attivista per i diritti delle donne in Afghanistan uccisa ieri, un attacco che ha sottolineato una crescente tendenza alla violenza contro i giornalisti nel paese. Maiwand, conduttrice di Enikas Radio and TV nella provincia orientale di Nangarhar, è stata uccisa insieme al suo autista nell’attacco al loro veicolo nella capitale regionale Jalalabad, portando a 10 il numero totale di giornalisti e operatori dei media uccisi quest’anno in Afghanistan. Il mese scorso Elyas Dayee, un giornalista di Radio Azadi, è stato ucciso nell’esplosione di una bomba nella provincia meridionale di Helmand, e Yama Siawash, ex conduttore di TOLOnews, è rimasto ucciso in un’esplosione simile a Kabul. Maiwand, che aveva 25 anni, non è stata la prima nella sua famiglia a essere presa di mira. Cinque anni fa, sua madre, anche lei attivista, è stata uccisa da sconosciuti. L’emittente Enikas è stato presa di mira in precedenza, con il suo proprietario, l’ingegnere Zalmay, rapito a scopo di estorsione nel 2018.

Stati Uniti

La rivista Time ha nominato il presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden e la vicepresidente eletta Kamala Harris “Persona dell’anno”.

Il presidente Biden ha scelto Susan Rice, ex consigliera per la sicurezza nazionale con Barack Obama, per guidare il consiglio di Politica interna della Casa Bianca. Rice è stata ambasciatrice degli Stati Uniti alle Nazioni Unite.

Il Dipartimento di Stato americano ha annunciato ieri sanzioni contro 17 funzionari della Cina e di altri governi stranieri, nonché i loro parenti stretti, per gravi violazioni dei diritti umani. Le misure riguardano persone provenienti da El Salvador e Giamaica, ha detto in una dichiarazione il Segretario di Stato americano Mike Pompeo. Sempre ieri sono stati inseriti nella “lista nera” altri presunti violatori dei diritti umani in Russia, Yemen e Haiti, tra cui Ramzan Kadyrov, alleato del presidente russo Vladimir Putin, e cinque persone legate alle agenzie di sicurezza e di intelligence controllate dagli Houthi dello Yemen. La maggior parte è stata inserita nella lista in base all’Ordine Esecutivo 13818 che implementa il Global Magnitsky Human Rights Accountability Act statunitense, congelando tutti i beni sotto la giurisdizione degli Stati Uniti e minacciando attori non statunitensi che trattano con loro. Il Tesoro degli Stati Uniti ha dichiarato che oltre a Kadyrov, leader della Cecenia, ha sanzionato sei società registrate in Russia, oltre a cinque persone, che hanno tutte stretti legami con lui.

Honduras

Una nuova carovana di migranti honduregni, la seconda del 2020, ha lasciato la notte scorsa la città di San Pedro Sula per dirigersi verso la frontiera con il Guatemala cercando poi di proseguire il viaggio fino agli Stati Uniti: lo si legge sul quotidiano La Prensa. Si tratta di oltre 400 persone, quasi tutte famiglie con bambini, che dal terminal degli autobus della città si sono diretti a occidente per cercare di entrare in Guatemala dalle frontiere di Agua Caliente e Corinto.

India

India sempre più digitale: il  wi-fi pubblico sarà esteso a tutto il paese, gratuito e fruibile senza obblighi di registrazione. È il programma lanciato dal governo e presentato alla stampa dal ministro alle Tecnologie Informatiche, Ravi Shankar Prasad.
Il progetto, battezzato con l’acronimo PM-WANI (Pubblic wi-fi access network interface) è stato salutato oggi dal premier Narendra Modi, in un tweet, come una «vera rivoluzione: i minimarket di quartiere e i piccoli bottegai dei villaggi in tutto il paese diventeranno hotspot gratuiti di wi-fi».

Cina

La Cina ha messo sotto processo due canadesi incarcerati negli ultimi due anni, ha detto giovedì il ministero degli Esteri. L’ex diplomatico Michael Kovrig e Michael Spavor sono stati arrestati in Cina il 10 dicembre 2018. Confermando che gli uomini erano stati incriminati e processati, la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying ha detto che i due cittadini canadesi «sono sospettati di mettere in pericolo la sicurezza nazionale cinese».
Hua ha negato qualsiasi collegamento diretto al caso contro la direttrice finanziaria di Huawei, Meng Wanzhou, detenuta in Canada e arrestata pochi giorni prima di Kovrig e Spavor nel 2018. Hua ha detto che, a differenza della detenzione di Kovrig e Spavor, l’arresto di Meng in Canada è «una questione politica» sin dall’inizio. Tuttavia, i diplomatici sospettano che la Cina abbia agito per rappresaglia e accusano il paese di fare “diplomazia degli ostaggi”.

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