19 gennaio 2022 – Notiziario

Scritto da in data Gennaio 19, 2022

Ascolta il Notiziario

  • Hong Kong: l’attivista per l’indipendenza Edward Leung rilasciato dal carcere dove stava dal 2016.
  • Ucraina: 127.000 i soldati russi ammassati oggi al confine.
  • Turchia: Erdogan in visita in Albania per una partneship sempre più stretta.
  • È stata eletta ieri la più giovane presidente del Parlamento Europeo.

Questo e molto altro su Radio Bullets a cura di Silvia Muletti

Hong Kong

L’attivista per l’indipendenza di Hong Kong Edward Leung è uscito di prigione mercoledì, dopo essere stato imprigionato per 4 anni per una protesta del 2016. La sua pena è stata ridotta per buona condotta. Leung, 30 anni, era il portavoce di Hong Kong Indigenous, un gruppo ormai decaduto che sosteneva la necessità di preservare un’identità distinta di Hong Kong invece di quella cinese. Nel 2018 è stato incarcerato per aver aggredito un agente di polizia e per disordini durante una protesta del 2016, ora  conosciuta come la Rivoluzione Fishball. L’attivista è noto per aver coniato lo slogan ormai bandito “Liberate Hong Kong, Revolution of our Times”. Lo slogan, che ha guadagnato popolarità durante le proteste pro-democrazia del 2019, è stato il primo a essere dichiarato illegale ai sensi della severa legge sulla sicurezza nazionale imposta dal governo di Pechino. Un tribunale aveva stabilito nel 2021 che lo slogan era «capace di incitare alla secessione». Il rilascio di Leung arriva in un momento in cui le autorità stanno reprimendo il dissenso politico e incarcerando molti degli attivisti pro-democrazia di Hong Kong. L’attivista ha dichiarato nel suo post su Facebook che avrebbe smesso di utilizzare i social e non avrebbe interagito con i media. «Come richiesto dalla legge, sono soggetto a un ordine di sorveglianza al momento del rilascio», ha scritto. Il post diceva anche che, sulla base di una consulenza legale, la pagina Facebook di Leung sarebbe stata chiusa e il contenuto sarebbe stato rimosso il 19 gennaio per proteggerlo.

Ucraina

Continuano le provocazioni fra Russia e Occidente con l’arrivo, mercoledì scorso, di nuovi soldati russi in Bielorussia; le truppe sono state inviate per un’esercitazione militare congiunta che si terrà al confine con Polonia e Lituania (due paesi Nato) e lungo quello ucraino. Kiev teme un loro stanziamento a tempo indeterminato, e fortifica le sue difese anche grazie ai missili anticarro inviati da Londra. Ingenti movimenti di truppe si registrano anche nel Mar Baltico, dove Svezia e Danimarca stanno rafforzando la loro presenza militare in chiave antirussa.

Per ora gli attacchi rimangono “virtuali”: secondo Kiev, venerdì un gruppo di hacker russi ha bloccato 70 siti ufficiali del paese.

Restano aperti i canali diplomatici con cui cerca di mediare la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, impegnata in una “due giorni” di incontri ministeriali tra Kiev e Mosca. Al ministro degli Esteri ucraino Baerbock ha promesso piena solidarietà e aiuti in tema di cybersicurezza, ma non armi, mentre ha raccolto la richiesta russa di far rispettare agli ucraini gli accordi di Minsk “formato Normandia” tra Germania, Russia, Ucraina e Francia mai interamente realizzato, e quella di far approvare il Nord Stream 2 in tempi brevi.

Sul gasdotto ci sono ancora ambiguità in una Germania che si divide in due: da una parte Baerbock ne propone la cancellazione, dall’altra Scholz vorrebbe lasciarlo fuori dal negoziato sulla crisi ucraina. E ambigua è anche la posizione dell’Europa che minaccia forti sanzioni alla Russia ma ne teme i costi economici.

Turchia

Il 17 gennaio Erdogan è atterrato in Albania in visita ufficiale per la consegna di centinaia di case, ricostruite con i finanziamenti di Ankara dopo il grande terremoto del 2019. Rivendica così un’amicizia turco-albanese salda nel tempo. Erdogan intende rafforzarsi in vista delle elezioni del 2023  a fronte di avversari sempre più schierati, complice la crisi economica. Questa crisi indebolisce la possibilità che Ankara sia garante di una minima stabilità in Medio Oriente, come sperano gli Stati Uniti di Biden. In più la Turchia gestisce ancora i 4 milioni di rifugiati siriani che minano gli equilibri del contesto europeo.

Europa

«Sono una donna di una piccola isola in mezzo al mare del sud dell’Europa». Roberta Metsola è la nuova presidente del Parlamento Europeo, eletta martedì 18 gennaio a larga maggioranza dagli eurodeputati riuniti a Strasburgo in plenaria. «So cosa significa essere la sfavorita. So cosa significa essere etichettati. So cosa significa per tutti coloro che osano e che hanno osato sognare». Metsola ha compiuto 43 anni, è la più giovane presidente del Parlamento Europeo e la terza donna dopo Nicole Fontaine (1999- 2002) e Simone Veil (1979-1982). «Voglio che le persone riconquistino un senso di fiducia e di entusiasmo per il nostro progetto», ha detto. «Cari europei, nei prossimi anni le persone in tutta Europa guarderanno alla nostra istituzione per la leadership e la direzione, mentre altri continueranno a testare i limiti dei nostri valori democratici e dei nostri principi europei. Dobbiamo combattere contro la narrativa anti-UE che prende piede così facilmente e così rapidamente. La disinformazione, ulteriormente amplificata durante la pandemia, alimenta un facile cinismo e soluzioni a buon mercato di nazionalismo, autoritarismo, protezionismo, isolazionismo», ha aggiunto. La presidente Metsola ha sottolineato che «l’Europa  siamo tutti noi che difendiamo quei principi delle nostre madri e padri fondatori che ci hanno portato dalle ceneri della guerra e dell’olocausto alla pace, alla speranza e alla prosperità. Ventidue anni fa, Nicole Fontaine è stata eletta 20 anni dopo Simone Veil. Non passeranno altri due decenni prima che la prossima donna sia qui in piedi», ha detto. “Raccoglierò l’eredità di David Sassoli, guerriero d’Europa», ha detto rendendo omaggio al suo predecessore, scomparso l’11 gennaio scorso.

Iran

Il presidente iraniano Ebrahim Raeisi è in visita a Mosca per avviare colloqui in merito alla sicurezza regionale.

Ti potrebbe interessare anche:

E se credete in un giornalismo indipendente, serio e che racconta recandosi sul posto, potete darci una mano cliccando su Sostienici


[There are no radio stations in the database]