22 settembre 2022 – Notiziario

Scritto da in data Settembre 22, 2022

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  • Russia: Putin ordina una mobilitazione parziale e minaccia l’Occidente.
  • Afghanistan: senza istruzione di base, il neoministro dell’Istruzione.
  • Libano: le banche rimarranno chiuse a tempo indeterminato.
  • La Junta del Myanmar minaccia di morte chi appoggia l’opposizione birmana.
  • Belgio in piazza contro l’aumento del costo dell’energia.
  • Egitto: liberati ventotto detenuti in attesa di giudizio; intanto AI accusa Il Cairo di tentare di coprire un decennio di violazioni dei diritti umani.

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Barbara Schiavulli.

Afghanistan

Il ministro degli Esteri talebano, Amir Khan Muttaqi, ha affermato che l’americano Mark Frerichs — rapito nel 2020 — è stato scambiato con Bashar Noorzai, un signore della guerra e della droga  incarcerato per diciassette anni a Guantanamo per traffico di eroina. «Mark Frerichs è stato consegnato negli Stati Uniti mentre Haji Bashar è stato consegnato a noi all’aeroporto di Kabul», ha detto Muttaqi ai giornalisti della capitale afghana. Ha dichiarato che lo scambio è avvenuto «dopo lunghe trattative», aggiungendo che Frerichs è stato affidato a una delegazione statunitense. Il veterano della marina statunitense stava lavorando in Afghanistan come ingegnere civile in progetti di costruzione quando è stato rapito, ha detto il Dipartimento di Stato americano. Il portavoce del governo, Zabihullah Mujahid, ha detto lunedì ad AFP che Noorzai non ricopriva una posizione ufficiale tra i talebani ma che «ha fornito un forte sostegno, comprese le armi» quando i talebani sono emersi negli anni Novanta.

Secondo un alto funzionario dei talebani, che ha parlato in condizioni di anonimato, il nuovo ministro dell’Istruzione, Mawlawi Habibullah Agha, non avrebbe ricevuto un’istruzione formale e neanche un’istruzione di base, e ha aggiunto che «la nomina [di Habibullah Agha] è una battuta d’arresto per alcuni leader talebani che hanno fatto pochi sforzi per riaprire le scuole secondarie femminili».

Iran

Il presidente iraniano Ebrahim Raisi si è rivolto mercoledì all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York affermando che il suo paese è seriamente intenzionato a ripristinare l’accordo nucleare e  mettendo in dubbio l’impegno degli Stati Uniti nei confronti dell’accordo stesso. Il discorso del leader iraniano è arrivato mentre i colloqui per rilanciare l’accordo, noto come JCPOA, si sono bloccati e gli Stati Uniti hanno accusato Teheran di non prendere sul serio i negoziati. Raisi ha affermato che le Nazioni Unite dovrebbero impegnarsi per l’accordo, e quindi non si ritira come ha fatto l’amministrazione Trump nel 2018.

Siria

Un’epidemia letale di colera in Siria ha ucciso almeno trentanove persone e ne ha infettate altre centinaia nell’ultimo mese: lo hanno affermato funzionari sanitari, sollevando preoccupazioni sul fatto che il paese, dilaniato dalla guerra, sia in grado di porre fine alla sua diffusione. Le Nazioni Unite  e il ministero della Salute del regime siriano hanno affermato che si ritiene la fonte dell’epidemia sia collegata alle persone che bevono acqua non sicura dal fiume Eufrate e utilizzano acqua contaminata per irrigare i raccolti, con conseguente contaminazione degli alimenti.
L’epidemia ha colpito parti del paese controllate dal regime, e le aree del nord-est. I servizi sanitari della Siria hanno sofferto pesantemente a causa della sua guerra, durata anni, e gran parte del paese è a corto di risorse idriche per la pulizia.
Nelle aree controllate dal regime, il ministero della Salute ha riportato ventitré morti, venti dei quali nella provincia settentrionale di Aleppo, oltre ad almeno duecentocinquantatré casi.

Libano

Le banche libanesi rimarranno chiuse «a tempo indeterminato» a causa della mancanza di servizio di sicurezza da parte delle autorità: lo ha affermato l’Associazione delle Banche libanesi. Nel pieno della dolorosa crisi valutaria del Libano, i depositanti sono stati bloccati dall’accesso ai loro risparmi in valuta estera dai controlli bancari, che sono stati gradualmente inaspriti dal 2019. In passato le banche sono state prese di mira nelle proteste di strada. Ora, molti depositanti frustrati, incapaci di trasferire o ritirare i propri depositi in dollari, hanno fatto ricorso a rapine disperate in banca per riprendere i loro soldi. L’annuncio dell’Associazione delle banche libanesi segue una serie di incursioni da parte di clienti che, la scorsa settimana, armi in pugno hanno chiesto l’accesso ai risparmi congelati.

Israele e Palestina

Le forze di sicurezza palestinesi e i militanti hanno concordato, mercoledì scorso, una tregua per porre fine ai violenti scontri a Nablus, in Cisgiordania, come riferito da funzionari locali. La violenza ha evidenziato un profondo disincanto nei confronti della leadership palestinese, sostenuta a livello internazionale. Per ora l’accordo per porre fine agli scontri allenta le tensioni nell’area, che martedì è stata attanagliata da alcuni dei più accesi antagonismi diretti contro l’Autorità Palestinese degli ultimi anni. Ma la tregua non è riuscita ad affrontare l’opposizione di fondo e diffusa nei confronti del coordinamento della sicurezza palestinese con Israele. Gli scontri sono scoppiati dopo un raid della sicurezza palestinese contro militanti locali. Le due parti si sono scambiate colpi d’arma da fuoco mentre i residenti arrabbiati hanno colpito una jeep blindata con oggetti e l’hanno cacciata via. Un uomo è stato dichiarato morto. La violenza ricordava il modo in cui i palestinesi protestano contro le truppe israeliane. I disordini a Nablus sono il riflesso della profonda impopolarità della leadership palestinese, che è ampiamente osteggiata a causa dei suoi legami di sicurezza con Israele, come il radicamento di cinquantacinque anni di occupazione militare israeliana della Cisgiordania e i suoi quasi tre milioni di residenti. È stata anche corrosa dalla corruzione e ha ripetutamente ritardato le elezioni.

Sempre mercoledì, il corpo di un palestinese, sospettato di aver ucciso una donna israeliana di 84 anni, è stato trovato impiccato nel centro di Tel Aviv: lo ha detto la polizia israeliana.

Egitto

Il Comitato presidenziale egiziano per la grazia (PPC) ha annunciato il rilascio di ventotto  detenuti  senza processo, tra cui i giornalisti Salah El-Imam e Magdy Attia. El-Imam venne arrestato nel settembre 2021 e accusato di diffondere notizie false. Soffrendo di malattie croniche, tra cui diabete e poliomielite, il giornalista è stato esposto a negligenza medica durante la detenzione. La notizia del suo imminente rilascio ha fatto seguito alla decisione di un tribunale de Il Cairo, settimane fa, di estendere la pena detentiva per altri quarantacinque giorni, in attesa delle indagini.

Stime non ufficiali delle organizzazioni egiziane per i diritti umani indicano che ci sono circa 114.000 prigionieri politici in Egitto, più del doppio della capacità carceraria ufficiale nel paese. Tra i prigionieri di alto profilo figurano Alaa Abdel-Fattah, che da mesi è in sciopero della fame per protestare contro la propria detenzione. Molti prigionieri hanno subito torture, abusi e negligenza medica durante la loro incarcerazione.

Amnesty International ha accusato mercoledì l’Egitto di aver tentato di coprire un decennio di «incessanti violazioni dei diritti umani» al fine di migliorare la propria posizione internazionale prima di ospitare il vertice mondiale sul clima. La situazione dei diritti umani dell’Egitto è stata oggetto di un controllo approfondito in vista del vertice globale della COP27 di novembre che si terrà nella località di Sharm el-Sheikh, nel Mar Rosso. Decine di gruppi internazionali per i diritti umani hanno chiesto all’Egitto di porre fine alla repressione della società civile e di proteggere la libertà di espressione. Il rapporto di quarantotto pagine di Amnesty esorta il governo egiziano ad attuare i cambiamenti e a fermare gli abusi, citando un’incessante repressione del dissenso, il ritiro delle libertà personali e le incarcerazioni di massa dopo che il presidente Abdel Fattah el-Sissi è salito al potere nel 2013. Il governo egiziano, che ha cercato di rettificare la propria immagine internazionale nell’ultimo anno, non ha commentato immediatamente l’ultimo rapporto di Amnesty. Il governo di El-Sissi ha recentemente rilasciato dozzine di detenuti di alto profilo con la grazia presidenziale, e ha stabilito una nuova “strategia” per migliorare le condizioni dei diritti umani. Amnesty ha descritto la strategia come un “brillante insabbiamento” usato per mediare il favore di governi e istituzioni finanziarie straniere.

Somalia

Gli Stati Uniti hanno lanciato un attacco aereo in Somalia lo scorso 18 settembre: lo ha detto mercoledì il comando americano in Africa, mentre l’amministrazione Biden continua a intensificare la sua guerra contro al-Shabaab. Secondo AFRICOM, l’attacco è stato compiuto a sostegno del governo di Mogadiscio e ha ucciso ventisette combattenti di al-Shabaab. L’AFRICOM ha affermato che nessun civile è stato ucciso durante l’attacco, ma il Pentagono è noto per aver sottovalutato le vittime civili specialmente in Somalia, dove le sue operazioni sono avvolte dal segreto. Il bombardamento è stato lanciato vicino al villaggio di Buulobarde, nella regione centrale di Hiiraan. AFRICOM ha affermato che il bombardamento ha consentito all’esercito nazionale somalo e alla missione di transizione dell’Unione africana in Somalia (AUTMIS) di riprendere slancio per un’offensiva lanciata contro al-Shabaab.

Unione Europea

L’Unione europea impegnerà altri settecentoquindici milioni di euro per i prossimi tre anni a favore del Fondo globale per la lotta alle malattie infettive come Hiv/Aids, tubercolosi e malaria. Lo annuncia la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, alla conferenza dei donatori a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a New York. Si tratta, ha spiegato von der Leyen, di «un aumento del 30% rispetto all’ultimo contributo regolare».

Belgio

Migliaia di persone hanno protestato mercoledì contro l’impennata dei prezzi dell’elettricità e del costo della vita nella capitale belga Bruxelles, dopo una protesta simile tenutasi il giorno prima in Slovacchia e all’inizio di questo mese nella Repubblica Ceca. In quella che è stata soprannominata “una giornata d’azione nazionale”, come riportato da Associated Press, circa diecimila persone hanno protestato in tutto il paese, chiedendo soluzioni all’impennata dei prezzi dell’elettricità e del gas naturale e al costo della vita ormai alle stelle. Secondo AP, citando un sondaggio dei media belgi, in un momento in cui le bollette di elettricità e gas sono quasi raddoppiate rispetto a un anno fa, circa il 64% dei belgi teme di non essere in grado di pagare le bollette energetiche.

Ucraina – Russia

L’Ucraina ha annunciato la liberazione di duecentoquindici prigionieri di guerra dei russi, tra cui duecentocinque “eroi di Azovstal”, i difensori dell’acciaieria di Mariupol che fu ultima roccaforte ucraina nell’area. In cambio, Kiev ha rilasciato l’oligarca filorusso Viktor Medvedchuk e cinquantacinque soldati russi. Lo ha rivelato il capo dell’ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, Andriy Yermak, sottolineando che lo scambio «è il risultato di accordi personali tra il presidente Zelensky e il presidente (turco, ndr) Erdogan». Tra le persone liberate ci sono anche dieci stranieri che hanno combattuto a fianco degli ucraini, alcuni dei quali minacciati di morte. Rilasciati grazie agli sforzi del principe saudita Mohammed bin Salman, si trovano in questo momento a Riad.

Russia

«Combatteremo per la nostra patria, la nostra terra che è l’unica che abbiamo, la nostra libertà, indipendenza e sovranità»: lo ha detto il presidente Vladimir Putin in occasione dei 1.160 anni dalla fondazione dello stato russo, citato da Tass.
Il capo del Cremlino ha promesso «la difesa e la protezione di cultura e tradizioni, nel nome dei loro predecessori e discendenti, per il bene della Russia, la sua grande storia e il suo grande futuro».
L’operazione militare speciale in Ucraina è stata inevitabile.
Putin ha dichiarato una mobilitazione parziale in Russia, con il richiamo di trecentomila militari riservisti. L’obiettivo dell’Occidente è «indebolire, dividere e distruggere la Russia», ha sottolineato Putin. «Nella sua aggressiva politica anti-russa, l’Occidente ha superato ogni limite», ha aggiunto Putin ribadendo che userà «tutti i mezzi a nostra disposizione», e che coloro che stanno cercando di usare il ricatto nucleare contro la Russia scopriranno che le carte in tavola possono essere rivoltate contro di loro. «Non sto bluffando», ha poi specificato. Inoltre, i territori dell’Ucraina che hanno annunciato il referendum per l’adesione alla Russia «hanno il sostegno di Mosca».

«Siamo pronti a imporre ulteriori costi economici alla Russia, e alle persone e alle entità all’interno e all’esterno della Russia che la sostengono, politicamente o economicamente», ha annunciato la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, in un’intervista a Cnn. «Mentre la Russia si muove verso un’economia di guerra piena, proporremo anche ulteriori controlli sulle esportazioni e sulla tecnologia civile», ha aggiunto, sottolineando che «il presidente Putin sta ora mostrando la propria debolezza, anche indicendo falsi referendum sul suolo sovrano ucraino».

Vladimir Putin ha fatto «minacce nucleari spericolate e irresponsabili»: lo ha detto Joe Biden intervenendo all’Assemblea Generale dell’Onu. «La Russia ha vergognosamente violato i principi base della carta dell’Onu, invadendo l’Ucraina», ha dichiarato Biden. «Una guerra nucleare non può essere mai vinta e non deve essere combattuta».

Una riunione straordinaria del Consiglio Esteri Ue è stata convocata, ieri sera, alla luce degli annunci fatti dal presidente russo Vladimir Putin. La riunione si terrà probabilmente a New York, dove si trovano in queste ore molti dei ministri interessati. I ministri degli esteri dell’Unione Europea hanno concordato di preparare nuove sanzioni contro la Russia e di aumentare le consegne di armi a Kiev, dopo che il presidente Vladimir Putin ha ordinato la prima mobilitazione del paese in tempo di guerra, dalla Seconda Guerra Mondiale, per combattere in Ucraina.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha invitato la comunità internazionale a «fare la massima pressione» sul presidente russo Vladimir Putin, e ha accolto con favore le  recenti dichiarazioni di Cina e India che chiedono una fine della guerra in Ucraina.

Il presidente ucraino Zelensky, collegato in video da Kiev, ha parlato all’Assemblea Generale dell’ONU e ha chiesto una “giusta punizione” alla Russia per un «crimine commesso contro i valori che rendono me e te una comunità delle Nazioni Unite».

Almeno 1.026 persone sono state arrestate in Russia durante manifestazioni spontanee contro la parziale mobilitazione per l’offensiva in Ucraina, annunciata in mattinata dal presidente Vladimir Putin. Secondo l’ong Ovd-Info, le manifestazioni sono avvenute in almeno trentotto città del paese. Queste sono le più grandi proteste in Russia dopo quelle successive all’annuncio dell’offensiva di Mosca in Ucraina a fine febbraio.

Messico

Almeno dieci persone sono state uccise oggi, dopo che uomini armati hanno aperto il fuoco in un bar nel Messico centrale. In un incidente simile, a maggio, uomini armati hanno ucciso dieci persone in un attacco a un hotel e due bar nella città centrale di Celaya. Dal dicembre 2006, quando il governo ha lanciato una controversa operazione militare contro la droga, il Messico ha registrato più di trecentoquarantamila omicidi, secondo i dati ufficiali.

Ecuador

Manifestanti sono scesi in piazza mercoledì scorso, in Ecuador, per protestare contro la morte di una donna che il governo sostiene sia stata uccisa dal marito agente di polizia, mentre i sindacati chiedono al governo di pagare quanto dovuto al sistema di sicurezza sociale statale minacciando di intensificare le proteste se non si raggiunga un accordo. Gli ecuadoregni si sono radunati davanti alla questura di Quito per protestare contro la morte dell’avvocato Maria Belen Bernal. Era arrivata alla scuola di addestramento della polizia l’11 settembre, dove suo marito lavorava come istruttore, e la polizia ha poi trovato il suo corpo nelle vicinanze. Il marito, principale sospettato dell’omicidio, è in fuga.

Venezuela

Leonard Glenn Francis, l’appaltatore della difesa malese noto come “Fat Leonard”, è stato arrestato in Venezuela mentre stava per salire a bordo di un aereo all’aeroporto di Caracas. L’arresto è stato effettuato dopo che un “avviso rosso”, la richiesta delle forze dell’ordine di localizzare e arrestare qualcuno, è stato emesso tramite l’Interpol, l’agenzia di polizia internazionale: lo ha detto mercoledì il vice marshall degli Stati Uniti, Omar Castillo.
Francis era scappato dagli arresti domiciliari a San Diego il 4 settembre, tagliando il braccialetto elettronico. Da allora è stato oggetto di una caccia all’uomo internazionale, con i marshall e il servizio investigativo criminale navale che hanno offerto una ricompensa combinata di quarantamila dollari per informazioni che portassero al suo arresto.
Castillo ha detto di non sapere ancora dove fosse diretto il volo sul quale Francis stava tentando di imbarcarsi. Francis è ora sotto la custodia delle autorità in Venezuela. La notizia della sua cattura è arrivata il giorno prima che Francis fosse condannato per corruzione e cospirazione dal tribunale federale di San Diego. Per più di un decennio, ha orchestrato un piano di corruzione ad ampio raggio, in cui gli ufficiali della Marina degli Stati Uniti sono stati corrotti con regali, denaro e sesso in cambio dell’aiuto nell’attività di manutenzione navale di Francis.

India

Una famiglia di etnia dalit nel distretto di Kolar, nel Karnataka, è stata multata di sessantamila rupie, circa settecentocinquanta euro, dopo che uno dei figli ha toccato una colonnina attaccata all’idolo di Sidiranna, un’importante divinità del villaggio dell’India meridionale. L’8 settembre, gli abitanti del villaggio stavano tenendo la fiera di Bhootayamma e ai dalit non è permesso di entrare nel tempio della divinità del villaggio. Ma il figlio quindicenne di Shoba e Ramesh ha toccato il palo attaccato all’idolo di Sidiranna, un’importante divinità del villaggio. Venkateshappa, un abitante del villaggio, lo ha notato e ha informato della violazione del codice di condotta del villaggio. Quindi hanno convocato la famiglia del ragazzo per presentarsi davanti agli anziani del villaggio il giorno successivo. Gli abitanti, offesi, hanno detto che la colonnina era impura e che avrebbero dovuto ridipingere tutto, così entro il primo ottobre dovranno pagare la multa altrimenti la famiglia sarà bandita.

Malesia

Le autorità malesi hanno salvato quindici vittime da persone sospettate di racket del crimine informatico in Cambogia, ha affermato il ministero degli Esteri, mentre il governo intensifica gli sforzi per aiutare centinaia di cittadini intrappolati in operazioni simili nel sud-est asiatico. Il salvataggio delle vittime, che sono arrivate a Kuala Lumpur, arriva dopo i raid in tutta la Cambogia di questa settimana su complesse operazioni di criminalità informatica, con individui sospettati di traffico di persone nel paese per farli poi lavorare in call center illegali e truffaldini. Il ministero degli Esteri della Malesia ha affermato di aver ricevuto trecentouno segnalazioni di persone intrappolate dalle reti di truffa del lavoro in Cambogia, così come in Laos, Myanmar e Thailandia. Di queste, centosessantotto persone sono state salvate, trentaquattro sono state trattenute in detenzione per immigrati e altre novantanove devono ancora essere rintracciate. Le vittime del racket hanno affermato di essere attirate in Cambogia dalle promesse di lavori ben pagati in casinò e hotel, ma sono state poi costrette a vivere in complessi e truffare gli utenti online con storie d’amore su Internet e schemi di criptovaluta.

Myanmar

Secondo un portavoce del regime militare, chiunque in Myanmar abbia fornito anche un solo kyat come sostegno finanziario a gruppi anti-giunta, o si sia impegnato con contenuti anti-giunta sui social media rischia ora da due anni di prigione all’esecuzione. Il viceministro dell’Informazione, il maggiore generale Zaw Min Tun, ha detto ai giornalisti, in una conferenza stampa nella capitale Naypyidaw, che la donazione o il sostegno al governo ombra di unità nazionale (NUG) del Myanmar, che rappresenta Pyidaungsu Hluttaw (CRPH), o l’anti-junta People’s Defence Force (PDF) è punibile secondo la legge antiterrorismo del Myanmar.
Anche l’acquisto di buoni del tesoro o biglietti della lotteria per i gruppi è soggetto a punizione, ha affermato, aggiungendo che «donare un solo kyat» — circa un cinquecentesimo di centesimo americano — potrebbe far guadagnare all’autore del reato un minimo di un decennio dietro le sbarre.

Migranti

Oltre trecentottanta persone sono sbarcate nelle Canarie (Spagna) nelle ultime quarantotto ore, dopo traversate marittime su imbarcazioni di fortuna dall’Africa. Di solito i barconi che arrivano presso queste due isole provengono dal sud del Marocco.

Una bambina venezuelana di dieci anni è annegata mentre cercava di attraversare un fiume con sua madre e sua zia nella giungla di Darién, la pericolosa foresta al confine tra Colombia e Panama che i migranti attraversano nel loro viaggio migratorio verso il nord del continente. Entrambi i familiari della bambina sono stati salvati. La vittima — riferiscono i media — va ad aggiungersi quindi ai diciotto morti registrati dal Senafront nella giungla del Darien dal primo gennaio al primo settembre, tre dei quali di nazionalità venezuelana. Tuttavia, la cifra rappresenta solo i decessi confermati dalle autorità.

Clima

L’uragano Fiona, che ha già colpito i Caraibi, è stato elevato a tempesta di categoria quattro, la seconda più alta per potenza su una scala di cinque. L’allarme è stato lanciato mentre l’uragano si sta allontanando dalle isole Turks e Caicos per dirigersi verso l’arcipelago delle Bermuda, riferisce il Centro nazionale degli uragani con sede negli Stati Uniti.

Una ONG sudafricana ha offerto aiuti alle zone economicamente più deboli del Pakistan, fornendo loro case fatte di bambù in grado di resistere a inondazioni e terremoti. Le case, costruite con bambù, calce, fango e altri materiali sostenibili, hanno resistito alle recenti devastanti inondazioni in Pakistan, mentre le strutture fatte di mattoni di fango sono state distrutte, ha affermato Safeeyaah Moosa, fondatore della ONG Spiritual Chords che si concentra su soluzioni sostenibili ed eco-compatibili per povertà e disoccupazione.

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