6 febbraio 2023 – Notiziario

Scritto da in data Febbraio 6, 2023

  • Stati Uniti: sono in corso le ricerche nell’Atlantico del pallone aerostatico cinese
  • Russia: Nella città di Yelabuga inizia la co-produzione russo-iraniana dei droni Shahed
  • Iran: L’ex presidente Khatami e l’ex premier Mousavi chiedono un referendum per cambiare la costituzione
  • Cile: Almeno 24 morti a causa degli incendi dilagatisi nel Paese; in arrivo aiuti dall’estero
  • Haiti: il Canada mette a disposizione un aereo di pattuglia nella lotta contro le gang
  • Hong Kong: ha inizio il processo ai 47 democratici accusati di “cospirazione a fini sovversivi”

Questo e molto altro nel notiziario di Radio Bullets, a cura di Ambra Visentin

Stati Uniti

I sommozzatori della Marina statunitense sono al lavoro per recuperare il relitto del pallone aerostatico di sorveglianza cinese abbattuto al largo della costa della Carolina del Sud. I jet da combattimento hanno abbattuto il velivolo nelle acque territoriali statunitensi sabato e i detriti sono sparsi in un’ampia area. Gli Stati Uniti ritengono che il pallone aerostatico stesse monitorando siti militari sensibili. La scoperta ha scatenato una crisi diplomatica, con il Segretario di Stato americano Antony Blinken che ha immediatamente annullato il proprio viaggio in Cina.
Le autorità cinesi hanno negato che il pallone sia stato utilizzato per lo spionaggio e hanno insistito sul fatto che si trattava di una nave meteorologica che si era smarrita.
L’ammiraglio Mike Mullen, ex presidente dello Stato Maggiore degli Stati Uniti, ha dichiarato domenica di ritenere che l’esercito cinese possa aver lanciato il pallone intenzionalmente per disturbare il viaggio di Blinken in Cina. La sua visita sarebbe stata il primo incontro di alto livello tra Stati Uniti e Cina da anni. Mullen ha respinto l’ipotesi della Cina che il pallone possa essere andato fuori rotta, affermando che era manovrabile perché “provvisto di eliche”.

Durante un briefing sabato un alto funzionario della difesa statunitense ha rivelato che palloni aerostatici simili a quello abbattuto al largo della costa della Carolina del Sud questo fine settimana avrebbero sorvolato gli Stati Uniti almeno tre volte durante l’amministrazione Trump. Tuttavia, il tempo di transito non avrebbe mai raggiunto la durata registrata di recente. In merito all’intrusione nello spazio aereo statunitense i funzionari cinesi avrebbero fornito spiegazioni prive di credibilità.

Russia-Iran

Secondo quanto riferito dal Wall Street Journal, in base alle dichiarazioni rilasciate da alti funzionari “affiliati agli Stati Uniti”, l’Iran e la Russia avrebbero accelerato i loro piani per costruire fabbriche di droni avanzati in territorio russo.


Il mese scorso una delegazione iraniana di alto livello sarebbe arrivata per visionare il sito in cui si prevede di costruire l’impianto. Alla delegazione avrebbero partecipato Abdollah Mehrabi, capo dell’Organizzazione della Jihad per la Ricerca e l’Autosufficienza delle Forze Aerospaziali del Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche, e Ghassem Damavandian, amministratore delegato dell’industria aeronautica iraniana Quds.
Sempre secondo le fonti del Wall Street Journal, la fabbrica verrà costruita vicino alla città di Yelabuga, 950 chilometri a est di Mosca, e sarà in grado di produrre 6.000 droni nei prossimi anni, destinati ad essere impiegati dalla Russia nella sua guerra contro l’Ucraina. I due Paesi intendono sviluppare un drone più veloce, basato sullo Shahed-136 iraniano, in grado di eludere il sistema di difesa aerea dell’Ucraina.
La costruzione della fabbrica di droni farebbe parte di un accordo da un miliardo di dollari tra Iran e Russia, in cui quest’ultima fornisce all’Iran le armi sequestrate sul campo di battaglia ucraino, per poterle poi decodificare.

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato sabato in un’intervista a una radio francese che il suo governo discuterà il trasferimento del sistema di difesa aerea Iron Dome all’Ucraina.

Iran

L’ex presidente Mohammad Khatami e l’ex premier Mir Hossein Mousavi hanno entrambi chiesto cambiamenti politici in seguito alle proteste scatenate dalla morte di Mahsa Amini. Mentre si avvicina il 44° anniversario della Rivoluzione iraniana del 1979, uno dei principali esponenti dell’opposizione del Paese, Mousavi, ha chiesto sabato la “trasformazione fondamentale” di un sistema politico che, a suo dire, sta affrontando una crisi di legittimità.
E domenica Khatami, il leader del movimento riformista, in una dichiarazione ha parlato di un evidente malcontento diffuso” e ha detto di che l’uso di “metodi civili non violenti” può “costringere il sistema di governo a cambiare il suo approccio e ad accettare le riforme”.
In una dichiarazione riportata dai media locali, Mousavi ha affermato che l’Iran e gli iraniani sarebbero pronti per una trasformazione fondamentale i cui contorni sono disegnati dal movimento puro ‘Donna, Vita, Libertà'”, riferendosi così allo slogan principale cantato nelle manifestazioni scatenate dalla morte, il 16 settembre, di Amini, una curda iraniana di 22 anni. Era stata arrestata dalla polizia morale di Teheran per una presunta violazione del codice di abbigliamento femminile della Repubblica islamica.
L’ex premier Mousavi, ha inoltre dichiarato che il movimento di protesta è nato nel contesto di “crisi interdipendenti” e ha proposto di tenere un “referendum libero e sano sulla necessità di cambiare o redigere una nuova costituzione”. Ha definito l’attuale struttura del sistema “insostenibile”. Candidato fallito alle presidenziali del 2009, Mousavi ha denunciato brogli su larga scala a favore del populista Mahmoud Ahmadinejad, provocando proteste di massa.
Da 12 anni è agli arresti domiciliari senza accuse a Teheran, insieme alla moglie Zahra Rahnavard.

Cile

Nella giornata di ieri i vigili del fuoco hanno lottato contro centinaia di incendi selvaggi in Cile, cercando di tenere sotto controllo uno dei peggiori disastri naturali degli ultimi anni, mentre il bilancio delle vittime è salito ad almeno 24, con quasi 1.000 feriti. Aiuti internazionali sono in arrivo da parte di alcuni Paesi che hanno promesso risorse, tra cui aerei e squadre di esperti antincendio, mentre gli incendi più intensi hanno dilaniato foreste e terreni agricoli raggruppati in tre regioni vicino al centro della lunga costa del Pacifico del Paese sudamericano.
Il governo del presidente Gabriel Boric ha emesso dichiarazioni di emergenza per le regioni meridionali, in gran parte rurali, di Biobio, Nuble e Araucania, nel tentativo di accelerare i soccorsi.
Gli incendi hanno consumato circa 270.000 ettari e l’ondata di caldo torrido nell’estate dell’emisfero meridionale ha complicato gli sforzi per spegnere le fiamme, dato che le temperature in alcune delle aree più colpite hanno superato i 40 gradi Fahrenheit.
Circa 260 incendi sono attivi in tutta la regione arida, hanno dichiarato domenica i funzionari del Ministero degli Interni, e 28 di essi sono considerati particolarmente pericolosi. Quasi 1.500 persone sono fuggite nei rifugi della zona. Almeno 26 dei 970 feriti sono in gravi condizioni negli ospedali locali.

Canada-Haiti

Il governo di Ottawa ha dichiarato domenica che il Canada ha inviato ad Haiti un aereo da pattugliamento a lungo raggio per contribuire alla lotta contro le bande violente che controllano ampie zone dell’isola caraibica. L’aereo, un CP-140 Aurora dell’aeronautica militare, ha capacità di sorveglianza, intelligence e ricognizione, si legge in una dichiarazione congiunta del Ministro della Difesa Anita Anand e del Ministro degli Esteri Melanie Joly.

Haitian National Police officers check the identification of a man.

I due ministri hanno dichiarato che il dispiegamento fa parte degli sforzi del Canada “per interrompere le attività delle bande ad Haiti e dimostrare l’impegno del Canada nei confronti del popolo haitiano”.
Il Canada intende così rispondere ad una richiesta di sostegno da parte di Haiti a fronte di una violenza in continua crescita nel Paese. Il Canada ha altresì imposto sanzioni “ai responsabili delle violenze in corso, comprese le élite haitiane che favoriscono le bande”.
La polizia haitiana, priva di attrezzature e personale, è stata sopraffatta dalle bande armate, che spesso agiscono nell’impunità.
Il mese scorso le Nazioni Unite hanno avvertito che la violenza delle bande ha raggiunto livelli mai visti da decenni. Nel frattempo il Paese è dilaniato da crisi politiche ed economiche.

Hong Kong

Ieri è iniziato a Hong Kong il tanto atteso processo ai 47 democratici per la legge sulla sicurezza nazionale. I 47 democratici – tra cui ex legislatori eletti, attivisti, assistenti sociali, accademici, sindacalisti e giornalisti – hanno organizzato e si sono candidati a primarie non ufficiali nel luglio 2020 per scegliere i candidati del campo pro-democrazia per le previste elezioni del Consiglio legislativo. Sono stati arrestati e incriminati ai sensi della Legge sulla sicurezza nazionale solo per aver organizzato queste primarie.
I risultati di queste elezioni primarie dovevano essere utilizzati per proporre i candidati più popolari alle elezioni ufficiali, in una mossa strategica volta a massimizzare le possibilità per il campo pro-democrazia nel Consiglio legislativo.
Il governo di Hong Kong, critico nei confronti delle primarie non ufficiali, ha accusato i 47 democratici di voler “paralizzare” il governo conquistando la maggioranza e votando contro le proposte di legge governative.
Le primarie non ufficiali si sono svolte meno di due settimane dopo l’imposizione della legge sulla sicurezza nazionale a Hong Kong. Il 6 gennaio 2021, 55 persone sono state arrestate ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale per il loro coinvolgimento nelle primarie. Di queste, 47 sono state accusate di “cospirazione per commettere sovversione” ai sensi della legge sulla sicurezza nazionale. Si tratta del più grande arresto di massa nell’ambito della repressione da quando questa legge è entrata in vigore.

 

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