27 settembre 2022 – Notiziario in genere

Scritto da in data Settembre 27, 2022

Iran: non si fermano le proteste. Cuba: sì a matrimoni e adozioni gay. Spagna: tre nuovi casi di femminicidio scuotono il paese.

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Iran

Non si fermano le manifestazioni di piazza in Iran, né la violenta repressione da parte della polizia. Da più parti si parla di una vera e propria sfida al regime degli ayatollah, mentre cresce il nervosismo nei rapporti tra l’Occidente e Teheran. I disordini, lo ricordiamo, vanno avanti da dieci giorni in seguito alla morte in una caserma di Mahsa Amini, una ragazza curda di ventidue anni, arrestata dalla polizia morale perché indossava il velo in modo ritenuto inappropriato. E sarebbero almeno milleduecento gli arresti al momento, mentre settantasei sono i manifestanti e le manifestanti assassinati, secondo il gruppo di base a Oslo “Iran Human Rights”. Nel paese sono stati fermati anche diciotto giornalisti secondo quanto riportano Reporter senza Frontiere e l’organizzazione americana indipendente Committee to Protect Journalists (Cpj). Nei giorni scorsi è stata arrestata anche Nilufar Hamedi, la giornalista che ha visitato l’ospedale dove Mahsa Amini era in coma e che ha di fatto svelato quanto le stava accadendo al mondo, insieme alla fotoreporter Yalda Moaiery, le  cui fotografie sono state pubblicate da riviste e giornali internazionali come Time, Newsweek, Le Monde e El Pais. La fotoreporter aveva fatto notizia nel 2019, quando si era scagliata contro un tweet dell’allora presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, che aveva utilizzato una sua foto di una protesta.

Quelle in corso sono le proteste più violente degli ultimi tre anni e la loro intensità è cresciuta ulteriormente domenica, dopo l’uccisione con sei proiettili di Hadith Najafi, la “ragazza con la coda”. La piazza scandisce parole come «Donne, vita, libertà» e le donne scendono per strada sventolando i loro hijab e bruciandoli in falò improvvisati sotto lo sguardo della polizia in assetto antisommossa che spara proiettili di gomma e veri, usa i manganelli e i cannoni ad acqua.

Le autorità iraniane non arretrano e, anzi, rilanciano le accuse contro i paesi occidentali che, a loro dire, fomenterebbero la rivolta. «I rivoltosi dovrebbero sapere che la sicurezza del nostro paese è la nostra linea rossa e la polizia la salvaguarderà, con tutti i mezzi», dice il capo della polizia Hossein Ashtari. «La magistratura affronterà con decisione e con forza i “mercenari dei nemici”», aggiunge il capo della magistratura iraniana, l’ultraconservatore Gholamhossein Mohseni Ejei. «In Iran c’è una piena democrazia», assicura il ministro degli Esteri Hossein Amir Abdollahian, aggiungendo che le immagini su social e televisioni di tutto il mondo che ritraggono le forze di sicurezza che sparano sui e sulle manifestanti sono “artefatte”. Nasser Kanani, il suo portavoce, su Instagram attacca l’Occidente. I leader degli Stati Uniti e di alcuni paesi europei «hanno sostenuto pienamente i rivoltosi che hanno disturbato la sicurezza del nostro paese», dice, e «i paesi occidentali e gli Stati Uniti, che affermano di essere sostenitori del diritto del popolo iraniano, dovrebbero lasciare i loro slogan falsi e squallidi e porre fine alle loro sanzioni tiranniche e disumane contro l’Iran». Il ministero degli Esteri tedesco ha, per tutta risposta, convocato l’ambasciatore iraniano e il suo portavoce ha anticipato che tutte le opzioni di risposta politica saranno discusse presto a livello europeo. Dopo gli Stati Uniti, anche il premier canadese Justin Trudeau ha annunciato l’imposizione di sanzioni contro la polizia morale e vari funzionari di Teheran — sanzioni che non sembrano destinate a scalfire comunque gli ayatollah. Hossein Nouri Hamedani, tra i principali sostenitori della Guida suprema Ali Khamenei, ha invitato ad «ascoltare le richieste del popolo» e «mostrare sensibilità nei confronti dei loro diritti».

Cuba

Flickr/Allan Hopkins | La Habana Vieja

Cuba dice sì a matrimoni e adozioni da parte di coppie dello stesso sesso, con quasi il 67% dei voti favorevoli, in un referendum che aveva come protagonista la riforma del Codice della Famiglia. Introducendo, quindi, di fatto sia matrimoni che adozioni gay, e la maternità surrogata. L’annuncio è arrivato ieri dalla presidente del Consiglio elettorale nazionale (Cen), Alina Balseiro, secondo quanto riportato dall’agenzia statale Prensa Latina. Hanno partecipato al voto oltre sei milioni di cubani e cubane, ovvero il 74.01% degli 8,4 milioni di elettori registrati. Quasi quattro milioni le schede a favore del sì.

Approvato quindi il nuovo Codice della Famiglia cubano, che sostituirà il precedente del 1975. Il nuovo testo introduce quindi il matrimonio e le adozioni per le coppie dello stesso sesso. Viene disciplinata anche la maternità surrogata, c’è il divieto al matrimonio infantile e novità anche in termini di contrasto alla violenza di genere. C’è anche il trasferimento della “responsabilità genitoriale” dei minori agli anziani, passaggio fondamentale per l’isola, terra di emigrazione.

Spagna

Sono tre i casi di presunto femminicidio balzati agli onori delle cronache in Spagna nelle ultime ore. «Oggi abbiamo appreso che ci sono tre omicidi che sembrano provocati da violenza di genere», scrive ieri su Twitter la ministra delle Pari Opportunità, Irene Montero. «Sento rabbia e tanto dolore per le vite di tre donne che sono state uccise in quanto donne. Non accettiamo il negazionismo, combattiamo tutte e tutti contro la violenza di genere».

Secondo le testate spagnole, uno di questi casi è emerso dopo che un uomo arrestato a Malaga e, interrogato a lungo dalle forze dell’ordine in seguito a una denuncia, si è dichiarato colpevole di aver ucciso e sepolto sotto uno strato di cemento sua moglie lo scorso marzo. Il corpo della donna, che aveva trentanove anni, è stato ritrovato in un capannone industriale. La coppia ha due figlie, di cinque e diciassette anni.

In un altro caso, una donna di sessantasette anni, residente in provincia di Alicante, è stata ritrovata senza vita dalle forze dell’ordine che si erano recate a casa sua per darle la notizia della morte, in un incidente stradale, del suo compagno. A Palencia, una trentaduenne è stata ritrovata senza vita, con segni di strangolamento, dopo che la polizia si è recata a notificarle che suo marito si era suicidato gettandosi sotto un treno. Secondo l’agenzia Efe in casa c’erano anche una bimba di sette anni e un bimbo di due. Sono fino a questo momento trentuno le vittime di violenza di genere confermate quest’anno nel paese.

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