Coronavirus, Yemen: “Catastrofe sanitaria”
Scritto da Radio Bullets in data Maggio 22, 2020
Il numero di morti nel centro di trattamento per il Coronavirus gestito da Medici Senza Frontiere ad Aden, nello Yemen, è, secondo la ong, “la prova di una catastrofe più ampia su cui le Nazioni Unite e i paesi donatori devono mobilitarsi con urgenza”.
Dal 30 aprile al 17 maggio sono stati ricoverati 173 pazienti, di cui almeno 68 sono morti, nel centro di Msf, l’unica struttura dedicata al coronavirus per tutto il sud dello Yemen. Molti di loro arrivano già affetti da sindromi respiratorie acute severe, cosa che rende difficile salvare le loro vite e suggerisce che molte più persone possano essere malate nelle loro case. Lo confermano le statistiche del governo sui decessi: la scorsa settimana ad Aden sono morte 80 persone ogni giorno, erano 10 prima della pandemia. Anche il numero di operatori sanitari in cura nel centro e il contagio di diversi membri del nostro staff indicano che il virus è ampiamente diffuso.
Covid-19 nello Yemen
“Quello che stiamo vedendo nel nostro centro è solo la punta dell’iceberg in termini di numero di persone contagiate e in fin di vita nella città. I pazienti arrivano da noi troppo tardi per essere salvati e sappiamo che molte più persone non vengono affatto e stanno morendo nelle loro case. È una situazione straziante”, dichiara Caroline Seguin, coordinatrice di MSF in Yemen. “Le Nazioni Unite e gli Stati donatori devono fare di più e con urgenza, non solo per Aden ma per tutto lo Yemen. Occorre trovare fondi per pagare gli operatori sanitari e fornire loro i dispositivi di protezione necessari perché lavorino in sicurezza. Il paese ha anche bisogno di più macchine per l’ossigeno per aiutare i pazienti a respirare”.
“Le autorità locali devono fare tutto il possibile per facilitare il lavoro di organizzazioni internazionali, come MSF, che stanno operando al loro fianco per contrastare il virus, garantendo l’ingresso di forniture mediche e personale internazionale al fine di rafforzare i team sul campo”, conclude Seguin di MSF.
Le équipe di MSF, dallo staff yemenita a quello internazionale, lavorano ininterrottamente per fornire le migliori cure possibili nel centro di Aden, che MSF gestisce dal 7 maggio. Come in altri luoghi del mondo, siamo testimoni di quanto questa malattia possa essere letale.
“L’alto tasso di mortalità che vediamo tra i nostri pazienti equivale a quello delle terapie intensive in Europa, ma le persone che vediamo morire sono molto più giovani che in Italia o in Francia. Qui sono soprattutto uomini tra i 40 e i 60 anni“, dice ancora Seguin di MSF.
Il sistema sanitario di Aden
Il sistema sanitario di Aden era già al collasso dopo cinque anni di conflitto in Yemen prima dell’arrivo del Covid-19, dice Msf, e le autorità non hanno abbastanza mezzi per rispondere adeguatamente all’epidemia. Non ci sono soldi per pagare il personale, i dispositivi di protezione individuale sono pochi e ci sono pochissimi test. Anche se non è possibile conoscere il numero esatto dei casi, i pazienti che vediamo morire hanno chiaramente i sintomi del Covid-19. Malattie come malaria, dengue e chikungunya sono endemiche in città, ma non hanno mai causato così tanti decessi in così poco tempo.
“In tutta la città gli ospedali hanno chiuso o stanno rifiutando alcuni tipi di pazienti perché il personale non ha i dispositivi di protezione individuale, elemento molto preoccupante per gli effetti a catena che questa epidemia può avere su altre malattie” osserva Seguin di MSF.
L’ospedale traumatologico di MSF ad Aden è ancora aperto e ha visto crescere il numero di ricoveri da quando gli altri ospedali hanno iniziato a chiudere. Abbiamo istituito il triage e altre misure di protezione per tenere il personale e i pazienti il più possibile protetti all’interno della struttura. Ogni membro del personale che mostra i sintomi della malattia viene immediatamente mandato a casa per l’autoisolamento.
“Stiamo facendo tutto il possibile, ma non possiamo affrontare questo virus da soli. Sarebbe incosciente per il mondo lasciare Aden e il resto dello Yemen affrontare questa crisi da soli” conclude Seguin di MSF.
In copertina Yemen/MSF
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