Fibromialgia malattia di genere

Scritto da in data Gennaio 14, 2021

A cura di Paola Emilia Cicerone

 

Si chiama fibromialgia, una malattia di cui soffrono soprattutto le donne: non conosciamo ancora le cause e alcuni medici ne negano perfino l’esistenza, ma qualcosa si sta muovendo grazie anche alle associazioni di pazienti.

«Mi fa male dappertutto», «Non sopporto la luce, i rumori, vivo in un dolore senza sosta», «Qualunque sforzo mi costringe a letto per giorni. Ma non posso dormire»: sono le testimonianze di chi soffre di fibromialgia, una malattia reumatica cronica di origine ancora ignota, che colpisce soprattutto le donne (90% dei casi).

I sintomi più comuni sono dolore diffuso a muscoli, nervi e tendini, astenia − affaticamento e debolezza non giustificati da uno sforzo fisico − e rigidità muscolare. Ma anche disturbi cognitivi (confusioni o annebbiamento) e poi mal di testa, formicolii, secchezza degli occhi o della bocca oltre ansia e depressione legate anche alle difficoltà causate dalla malattia (info su www.nature.com/articles/s41584-020-00506-w).

La fibromialgia è stata a lungo sottovalutata o considerata un disturbo psicosomatico, mentre oggi si ammette un’origine fisiologica legata probabilmente a un’alterazione nella percezione del dolore, anche se spesso è possibile individuare un evento scatenante di origine biologica (un’infezione) ma anche psicologica (un lutto o una fase di stress).

La malattia non è ancora inserita nei livelli essenziali di assistenza, anche se presto potrebbero esserci novità grazie anche alle associazioni che s’impegnano per sostenere le malate, come l’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica.

Non esistono cure risolutive né tantomeno diete o rimedi miracolosi; è possibile però ridurre i sintomi più invalidanti con farmaci e soprattutto con uno stile di vita corretto fatto di dieta sana, attività fisica moderata ma costante (ginnastiche dolci, yoga, tai-chi ma anche camminate) e riposo. È importante poter contare, anche tramite le associazioni, su uno specialista preparato oltre che sul supporto psicologico che può venire dalla condivisione con altre pazienti.

In copertina immagine da Wikipedia

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