Gli effetti della violenza sugli spettatori di Serie TV
Scritto da Teresa Soldani in data Gennaio 12, 2021
Quest’oggi ho con me un nuovo ospite, Simone Montaldo, psicologo, criminologo, esperto in psicologia della testimonianza, ricercatore presso il Dipartimento di Neuroscienze Umane de La Sapienza di Roma, docente e coordinatore del Master in Criminologia e Scienze Strategiche della stessa università, le cui iscrizioni – nel caso foste interessati – si chiuderanno venerdì 15 gennaio.
Invece di leggere, ascolta il podcast per un’esperienza più coinvolgente
Crimine e serie TV – un matrimonio che non finirà mai
Con Simone parleremo di un argomento decisamente caldo e cioè il “matrimonio” tra serie TV e crimine, un connubio che sembra non conoscere crisi. Nonostante il trascorrere degli anni e delle stagioni, sia quelle dettate dalla natura che dal business dell’intrattenimento, c’è un genere che non ha infatti mai smesso di affascinare il pubblico: il crime. Più spaventosa è la perversione che viene rappresentata in uno show più l’indice di gradimento sale, un fenomeno che discuteremo oggi con il nostro ospite partendo dalla domanda se esista effettivamente una correlazione causa/effetto tra comportamenti aggressivi, desensibilizzazione e violenza mediatica.
La televisione pullula di serie TV che mostrano crimini efferati, dalle innumerevoli docu-serie dedicate ai serial killer o ai fatti di cronaca violenta, a show come Criminal Minds che, con le sue 15 stagioni dedicate alla caccia ai peggiori criminali americani, è stata pesantemente criticata persino da uno dei suoi protagonisti. Mandy Patinkin, che interpretò per 3 anni il ruolo dell’Agente dell’FBI Jason Gideon, accusò infatti lo show di essere “distruttivo” per la propria anima, asserendo di averlo lasciato perché preoccupato per l’effetto che la serie potesse avere sugli spettatori che la guardavano ormai «come una favola della buonanotte».
Nonostante il dibattito sia ancora in pieno svolgimento, negare del tutto che la violenza mostrata in TV abbia delle ripercussioni sugli spettatori sarebbe quantomeno imprudente. La dimostrazione, secondo uno studio effettuato per esempio dall’Università dell’Arizona e battezzato CSI effect, sarebbe che gli habitué del genere crime sono più critici nei confronti della scienza forense e meno persuasi dalle sue affermazioni, tanto che in alcuni processi negli Stati Uniti, durante la selezione dei giurati, si chiede addirittura loro se guardino show come CSI.
Per la discussione fra Teresa Soldani e Simone Montaldo non vi resta che ascoltare il podcast.
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